Dear son al Bellini | Recensione

Dear son al Bellini

Dal 26 febbraio al 2 marzo va in scena al Bellini Dear son, spettacolo della compagnia Riva&Repele.

Dear son, la compagnia

Per la sezione dance&performance e internazionale va in scena al Bellini dal 26 febbraio Dear son, spettacolo della compagnia Riva&Repele con le coreografie di Sasha Riva & Simone Repele. I due ballerini e coreografi, dopo una lunga gavetta che li ha visti esibirsi sui più grandi palcoscenici d’Europa (Kazakistan, Germania, Italia, Svizzera, Spagna, Francia e Paesi Bassi) e dopo aver recentemente creato per la città di Roma la candidatura per Expo 2030, esibendosi al fianco dell’ex Etoile dell’Opera di Parigi Eleonora Abbagnato, approdano al Bellini con uno degli spettacoli più potenti e commoventi della stagione teatrale 24/25. Dear son, infatti, senza troppi giri di parole è senza dubbio, all’interno della sezione dance&performance, l’opera dalla narrativa e dalle immagini più dirompenti e travolgenti.

Dear son, lo spettacolo 

Nessun genitore dovrebbe seppellire il proprio figlio. Eppure è una realtà condivisa dalle famiglie di tutto il mondo. La perdita di un figlio cambia improvvisamente la percezione del tempo. Vogliamo raccontare una storia di separazione, speranza e memoria che trascende le barriere del tempo e dello spazio.

I due coreografi nonché protagonisti assieme a Anne Jung di Dear son, portano in scena una pièce in cui la danza e la musica si intrecciano in maniera indissolubile a creare un filo narrativo chiaro e inequivocabile e al contempo poetico e profondamente toccante. Due genitori: il loro amore dà vita ad un figlio. Sarà questo figlio a prendere la fatale decisione di andare in guerra, lasciando nella casa paterna, così come nell’animo dei propri genitori, il gelo dell’assenza. 

I piani temporali si incrociano continuamente: un passato felice, gravido di tenerezza e progetti, di sogni e di futuro, si interseca con un presente angosciante fatto di assenza, di pena, di attesa per un figlio al fronte di cui non si ha certezza alcuna. Il futuro appare sulla scena agghiacciante, immobile, interamente occupato dal lutto, dalla perdita e dal silenzio e dal dolore che questa perdita ha recato con sé. Dear son, dunque, è la narrazione in movimento e armonia di una separazione lacerante, di una ferita sgranata, ancora aperta, che difficilmente potrà chiudersi. In una realtà come quella contemporanea, fatta di conflitti, fronti di guerra e sangue quotidianamente versato, il tema della morte, di una morte violenta, di una vita strappata è quanto mai dolorosamente attuale. 

Dear son, un racconto di emozioni

Obiettivo dei coreografi, protagonisti e ideatori dello spettacolo è spingere dunque alla riflessione: temi come quelli della morte, del rapporto genitori-figli, della perdita sono temi declinabili in un’infinità di modi e di spazi. Riva e Repele con la potenza delle loro coreografie, con il sapiente gioco di luci di Alessandro Caso e con i disegni video di Gu Jiajun intendono offrire al pubblico un dramma onnicomprensivo, in cui ogni arte è coinvolta e ogni artista intreccia il suo lessico e il suo linguaggio a quello degli altri. Il risultato è uno spettacolo potente, che smuove e affascina, che lascia il pubblico rapito e toccato. 

fonte immagine: ufficio stampa 

Dear Son
compagnia Riva&Repele

coreografie Sasha Riva & Simone Repele

con Anne Jung, Simone Repele, Sasha Riva

disegni video Gu Jiajun (con l’aiuto di Adèle Vettu)
disegno luci Alessandro Caso

produzione Riva&Repele e Le Voisin

coproduzione Orsolina 28, Centre des Arts Geneve, Romaeuropa Festival, Daniele Cipriani Entertainment

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