Operette Morali di Mirko Di Martino| TRAM(E) D’ESTATE

Operette morali

Operette Morali, dalla prosa filosofica di Giacomo Leopardi al palcoscenico a cielo aperto del Maschio Angioino

Operette Morali è il primo spettacolo del Teatro Tram di Port’Alba della rassegna estiva TRAM(E) D’ESTATE, messo in scena il 9 agosto 2022 nel cortile del Maschio Angioino di Napoli. La regia di Mirko Di Martino e le due interpretazioni di Antonio D’Avino e Nello Provenzano regalano al pubblico una rappresentazione coinvolgente e affascinante ispirandosi alle prose filosofiche del grande poeta di Recanati. 

Operette Morali: l’attualità di Giacomo Leopardi incontra il pubblico al Maschio Angioino 

Lo spettacolo Operette Morali prende il nome dall’omonima raccolta di Giacomo Leopardi ma, anziché mettere in scena le ventiquattro prose che costituisco l’opera, il regista  ha scelto le dieci  che considera le più significative per il suo adattamento teatrale: La scommessa di Prometeo, Dialogo di un folletto e di uno gnomo, Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie, Dialogo di Malambruno e di Farfarello, Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutirrez, Dialogo della Natura e di un islandese, il Cantico del gallo silvestre e Dialogo di Tristano e di un amico. I temi trattati da questa “tragicommedia” riassumono il pensiero di Leopardi contenuto nelle Operette Morali, il suo rifiuto nel credere alla grandi capacità dell’essere umano in un secolo principalmente “antropocentrico” dove la fede nel progresso o nella cultura religiosa illudevano l’uomo in merito alle sue potenzialità mentre ogni cosa è momentanea sulla Terra, dalla nostra gioia alla nostra stessa esistenza

L’umorismo e l’immaginazione: due ingredienti perfetti

Operette Morali è una rappresentazione dove lo spettatore ha la possibilità di immaginare il luogo e i costumi dei personaggi. Così come nel caso del teatro shakespeariano non ci sono costumi e scenografie (tocca agli attori aiutare il pubblico a immaginare gli elementi mancanti) mentre gli oggetti di scena (con i quali i due interagiscono) sono pochi: una poltrona, una sedia e un tavolo possono bastare per dare vita agli episodi menzionati in precedenza.  D’Avino e Provenzano riescono perfettamente a calarsi nei ruoli assegnati e a interessare il pubblico nonostante la probabile difficoltà del pubblico a causa della complessità degli argomenti trattati.  

La “tragicommedia” riesce a colpire colui che la guarda dal momento che si tratta di uno spettacolo umoristico, gli attori giocano con il “riso amaro leopardiano” suscitando il divertimento del pubblico.  L’elenco di temi trattati nelle Operette morali è il seguente: il desiderio di felicità, il dolore, la morte, i rapporti tra esseri umani e quello tra l’umanità e l’immenso universo; tutti argomenti attuali ma che erano stati oggetto di discussione di un poeta e letterato originario del XIX secolo. Il repertorio scelto dalla direzione artistica  testimonia l’attualità di uno dei più grandi poeti italiani ed europei che ancora oggi insegna al genere umano quanto precaria sia la vita su questo pianeta. Così, in un secolo dove è difficile perseguire la felicità  oppure dove sono tornate la cieca fiducia nel progresso e  l’idea che l’uomo sia il padrone assoluto della Terra, lo spettacolo vuole essere un ammonimento al pubblico: bisogna evitare di inseguire tali ideali perché totalmente sbagliati. Anche il regista Di Martino  ha commentato la modernità di Giacomo Leopardi tramite una nota di regia sul sito del Teatro Tram affermando che essa è dimostrabile attraverso:

il gusto per la citazione e la parodia, la presa in giro delle manie e delle fissazioni, il contenuto filosofico nascosto nelle banalità quotidiane, la mescolanza di stile elevato e popolare, il piacere della battuta e del gioco di parole. A guardarle una dietro l’altra, queste operette, sembra di assistere a una serie antologica distopica, un Black Mirror dell’Ottocento: in quale altro testo potremmo trovare un folletto e uno gnomo che discutono della scomparsa del genere umano, un mago che evoca un demone, morti imbalsamati che risorgono, uno scienziato che ha scoperto il segreto della vita eterna, la natura che ha preso le forme di una enorme donna distesa sul fianco di una montagna?

Uno spettacolo semplice ma interessante

Il cast del Teatro Tram torna a stupire il pubblico partenopeo con un nuovo spettacolo estivo mentre la città di Napoli si spopola a causa dell’arrivo delle vacane estive e della settimana di Ferragosto. Bisogna elogiare la scelta di avere come palcoscenico il cortile del Maschio Angioino, un luogo fresco e piacevole sotto un cielo notturno in uno dei luoghi più famosi di Napoli. Un’opera semplice e divertente dove un duo di attori recita nei panni dei vari personaggi concepiti dalla grande mente di Leopardi mentre il pubblico generalista può comprendere meglio quanto sia profondo e attuale il pensiero del poeta recanatese. 

Fonte immagine di copertina: si ringrazia il Teatro Tram per la fotografia 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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