In sostituzione di Tiempe sciupate di Enzo Moscato, Peppino Mazzotta mette in scena al San Ferdinando dal 31 Ottobre al 5 Novembre Radio Argo suite, uno spettacolo di voce e musica, incentrata sull’opera teatrale Radio Argo del poeta e drammaturgo Igor Esposito. Il testo è una riscrittura sicuramente e decisamente libera dell’Orestea.
«Una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte, vaga di ripetitore in ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano ascoltarla; una voce che riluce, come il fuoco impetuoso e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare il ritorno vittorioso della flotta Greca».
Questa voce è la voce di Radio Argo, che ad uno ad uno introduce sulla scena i personaggi dell’Orestea. Sono eroi lacerati quelli di Radio Argo suite, eroi che ci raccontano la propria sorte, il proprio destino devastato dalla forza dirompente di una guerra violenta e barbara come violente e barbare sono tutte le guerre di tutti i tempi. Ognuno di loro ha perso qualcosa, ha sacrificato qualcosa alla guerra: una figlia, un marito, la libertà, la dignità, la propria umanità.
In Radio Argo suite, sei personaggi dell’Orestea (Ifigenia, Egisto, Clitemnestra, Cassandra, Agamennone e Oreste) si raccontano e ci raccontano l’orrore, il compromesso, il dolore a cui li ha obbligati la guerra di Troia. Il testo, interpretato in maniera impeccabile, densa e incessante da Peppino Mazzotta risulta, però, una reinterpretazione eccessivamente libera del mito e dell’originale trilogia di Eschilo. I personaggi perdono la loro natura, la loro statura, il loro lessico; i rapporti vengono travisati, banalizzati, stravolti da una lente ostinatamente modernizzante e da un’ossessione morbosa per il sesso.
La voce di Peppino Mazzotta è intervallata e accompagnata dalle musiche di Massimo Cordovani, che danno la necessaria tensione al testo, creando pathos e movimento sulla scena. Radio Argo suite, nel suo insieme di parole, voce e musiche, risulta quindi un’idea valida, un progetto ambizioso, una scommessa interessante che però non convince. Se è vero che il mito è tale perché non ha tempo, è pur vero che ha e deve conservare una sua dimensione, quella dell’arte: attualizzare un’opera non significa strapparla alla sua dimensione, alla grandezza del genio che l’ha prodotta.
di Igor Esposito
diretto e interpretato da Peppino Mazzotta
musiche originali Massimo Cordovani
eseguite dal vivo con Mario Di Bonito
post produzione live dei suoni a cura di Andrea Ciacchini
direzione di produzione Lindo Nudo
coproduzione Teatro di Napoli – Teatro Rossosimona
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