Il teatro non è solo fatto di luci, applausi e passione, dietro le quinte si nasconde un mondo ancora più suggestivo, fatto di credenze antiche, riti misteriosi e strane abitudini tramandate da secoli. Qui il confine tra realtà e superstizione è più sottile di quanto si pensi. Le scaramanzie da palcoscenico sono parte integrante del mondo teatrale: piccoli gesti scaramantici, parole proibite e colori vietati che continuano ad affascinare e incuriosire. Queste, in realtà, non sono semplici curiosità: sono regole non scritte che ogni attore conosce (e teme).
Ma quali sono le più famose? Scopriamolo insieme.
Le 4 scaramanzie da palcoscenico che ogni attore conosce
Merda!: la parolaccia beneaugurante per scacciare la sfortuna
Gli attori teatrali, prima di uno spettacolo, sono soliti posizionarsi in cerchio dandosi la mano e urlando «merda, merda, merda». Una parola che, fuori contesto, farebbe storcere il naso a chiunque, ma che tra attori e registi è un augurio autentico, pieno di speranza e tradizione. Per quanto possa sembrare bizzarra questa esclamazione, alla sua origine ha delle motivazioni molto concrete.
Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, tutti coloro appartenenti al ceto medio-alto che volevano andare a teatro, vi ci si recavano in carrozza. Questo comportava inevitabilmente che i cavalli sporcassero le strade con i propri escrementi durante l’attesa della messa in scena. Più escrementi di cavallo davanti all’ingresso significavano più carrozze, e quindi più spettatori: un vero segno di successo! Così, «merda» è diventata sinonimo di sala piena, applausi e soddisfazione.
Oggi, gridare questa parola prima di uno spettacolo è un vero e proprio rito: è un modo per esorcizzare l’ansia, sentirsi uniti e richiamare quella fortuna che, a teatro, non guasta mai.
La caduta del copione: tra le più insolite scaramanzie da palcoscenico
La caduta del copione durante le prove è una delle superstizioni più temute dagli attori. Il copione rappresenta la guida dell’attore, il filo che tiene insieme tutto lo spettacolo, perciò la sua caduta è segno di sfortuna e presagio di fallimento. Nel caso capitasse una cosa del genere, per recuperare immediatamente c’è un piccolo rito da eseguire: bisogna subito prendere il copione e sbatterlo tre volte a terra, nel punto esatto in cui è caduto.
Il divieto del viola: il colore maledetto del palcoscenico
Tra tutte le scaramanzie da palcoscenico, una delle più radicate è il divieto di indossare il colore viola in scena o durante le prove. Ancora oggi, nel teatro italiano, questo colore non è visto di buon occhio. Questa superstizione ha origini antiche e religiose: nel Medioevo, durante il periodo della Quaresima, i preti erano soliti indossare il colore viola. In questo periodo dell’anno erano vietati tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e spettacoli pubblici. Questo significava settimane senza lavoro per le compagnie, che spesso cadevano in crisi economica. Il viola divenne così il simbolo della mancanza di pubblico e guadagni, e quindi un colore da evitare.
Il dramma scozzese: la superstizione più temuta dagli attori
Secondo una superstizione di origine anglosassone, si ritiene che il dramma Macbeth di William Shakespeare porti sfortuna. Per questa ragione, è assolutamente proibito pronunciare il nome dell’opera quando ci si trova a teatro e la parola viene sostituita in genere con l’espressione «il dramma scozzese». Inoltre, è sconveniente recitare i brani del dramma che contengono gli incantesimi pronunciati dalle tre streghe. Secondo la leggenda, Shakespeare avrebbe copiato alcuni incantesimi reali da una congrega di streghe, che, offese dal gesto, decisero di maledire il dramma. La superstizione affonda le radici già nella prima rappresentazione del 1606, quando, secondo la tradizione, l’attore che interpretava Macbeth morì poco prima di andare in scena. Da allora, si sarebbero verificati innumerevoli incidenti strani durante le repliche di quest’opera: attori feriti, scenografie crollate, incendi nei teatri, e perfino morti misteriose.
Le scaramanzie da palcoscenico sono, dunque, parte viva della cultura teatrale, un miscuglio di storia, rituali, paure e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. Che ci si creda o meno, esse raccontano la storia e la passione di un’arte antica, dove ogni gesto ha un significato e ogni attore, prima di salire in scena, compie il proprio piccolo rito segreto. Perché, in fondo, il teatro è anche magia.
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