Uno dei teatri più antichi della città di Napoli, il Teatro San Ferdinando possiede una storia molto interessante. Ripercorriamola insieme!
Il Teatro San Ferdinando è un teatro molto importante per la storia del Teatro napoletano. Esso è situato in Piazza Eduardo De Filippo, inglobato da una palazzina ad uso privato, a pochi passi da Via Foria e alle spalle del rione Sanità che, non solo è il quartiere in cui nacque Totò, ma è anche il luogo in cui maggiormente sono evidenti i colori e la vitalità tipica partenopei.
Proprio richiamando la Piazza in cui è situato, il Teatro San Ferdinando è strettamente legato alla figura di Eduardo De Filippo, uno degli autori e attori teatrali più importanti della storia napoletana e, possiamo ben dire, mondiale.
Il Teatro San Ferdinando fu costruito nel 1791 dal disegno dell’architetto Camillo Leonti e dal lavoro del decoratore toscano Domenico Chelli. Fu inaugurato nello stesso periodo dall’opera di Domenico Cimarosa Il falegname.
La leggenda narra che il re Ferdinando IV, amante dell’opera, ma soprattutto dell’opera buffa che era solito far rappresentare presso il Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli, avesse chiesto la creazione di un teatro a lui dedicato e che, oltre ad esso, fosse costruita un lussuoso ed imponente palazzo in cui avrebbe dovuto vivere sua figlia che non godeva di buona salute. Questa storia, tuttavia, era in contrapposizione a quanto affermò la Deputazione dei teatri nel momento in cui fu chiesto di dare un nome al teatro: la Deputazione negava che la struttura fosse stata costruita in onore del sovrano e che, anzi, la realizzazione non avvenne a spese Regie. Per questo motivo, seguendo anche quella che era la consuetudine del tempo, fu donato il nome di un Santo: Teatro San Ferdinando.
La vita del teatro non fu facile, sin dall’inizio: a causa di gestioni improprie e amministrazioni poco efficienti, il Teatro San Ferdinando fu costretto a vivere anni difficili ed improduttivi, che lo portarono ad ospitare solo piccole compagnie amatoriali, dedicate ad un pubblico poco aristocratico.
Le cose continuarono a peggiorare durante la Seconda Guerra Mondiale: il 3 settembre 1943, con i bombardamenti sulla città di Napoli l’intera struttura fu distrutta, ad eccezione del palcoscenico che riuscì ad uscirne integro. Da questo cumulo di macerie riuscì ad uscirne qualcosa di buono: il 25 febbraio 1948, Eduardo De Filippo acquistò il Teatro San Ferdinando, investendo tutti i propri guadagni e indebitandosi con le banche.
Dopo questo acquisto, fu costituita la SIT (Società Imprese Teatrali) che gestiva sia il teatro sia le due compagnie, Il Teatro di Eduardo e La Scarpettiana.
Negli anni ’80 il Teatro San Ferdinando fu chiuso e da quel momento divenne un magazzino di ricordi teatrali e archivio storico di Eduardo De Filippo. Nel 1996, fu donato dal figlio di Eduardo, Luca De Filippo, al Comune di Napoli perché fosse restaurato e riconsegnato al popolo.
Cominciò, così, un lungo periodo di restauri che terminò il 30 settembre 2007 quando il Teatro San Ferdinando tornò operativo: sul palco fu messa in scena La Tempesta di William Shakespeare nella versione tradotta in Napoletano da Eduardo De Filippo.
Oggi il Teatro San Ferdinando, insieme al Teatro Mercadante, è gestito dal Teatro Stabile di Napoli. Al suo interno, all’interno di teche sono stati collocati cimeli di importanti attori napoletani sia del passato che del presente, abiti di scena di Eduardo, Nino Taranto, Pupella Maggio e la bombetta di Totò; e non solo, sulle pareti è anche possibile ammirare un mosaico in marmi policromi che ha come soggetto Pulcinella, realizzato da Titina De Filippo.
Nel backstage, invece, tra i dieci camerini per il trucco e il parrucco, il camerino destinato al primo attore nel 2007 è stato dedicato alla memoria di Eduardo De Filippo, del quale si conservano alcuni oggetti da lui usati nel corso degli anni.
Fonte immagine in evidenza: Archivio Personale