TRAM: riparte la stagione teatrale. Intervista a Mirko Di Martino

TRAM: riparte la stagione teatrale. Intervista a Mirko Di Martino

Che periodo complicato, per il teatro: la pandemia di Covid-19 rende decisamente più difficile la fruizione degli spettacoli dal vivo. A causa del lockdown degli scorsi marzo ed aprile, moltissimi cartelloni teatrali sono saltati e mai più recuperati: un danno incalcolabile per il mondo delle perfomance, che coinvolge non soltanto le persone che vediamo sul palco ma tantissime altre categorie del mondo dello spettacolo che spesso sono state lasciate senza tutela alcuna.

Già durante l’estate abbiamo visto timidamente qualche rassegna ricominciare, sfruttando gli spazi all’aperto: con l’avvento dell’autunno, quest’anno un insolito autunno precoce e freddo, si ripropone il “problema” degli spazi chiusi. In un mondo prima della pandemia di Covid-19, il teatro era un luogo sicuro in cui vivere qualche ora catapultati in un altro mondo, anzi, spesso facendo amicizia con i vicini di posto, raccogliendo uno spirito corale. Innegabile la battuta d’arresto alla socialità del teatro che la pandemia ha scatenato.

Al TRAM di Napoli riparte nelle prossime settimane la programmazione teatrale, sotto la direzione di Mirko Di Martino, nostra vecchia conoscenza. Lo abbiamo intervistato, per cercare di capire meglio come sarà strutturata la rassegna e contenutisticamente cosa aspettarci in un periodo così delicato per tutti noi.

 

Ciao Mirko! Siamo molto felici di ritrovarti. Come hai passato il periodo del lockdown ed il successivo periodo “scarno” di eventi (anche se per te non è stato così?)

Sono molto felice anch’io di ritrovare gli amici di Eroica Fenice: è un altro segno che le cose stanno lentamente tornando alla normalità. Io ho approfittato del lockdown per portare avanti la scrittura di un nuovo testo e sistemare un po’ di progetti arretrati, ma non è stato facile. Nonostante il tanto tempo a disposizione, la qualità del tempo non era l’ideale per essere produttivi. L’incertezza sul futuro pesava come un macigno e la clausura forzata ci rendeva tutti ansiosi e deconcentrati. In quel periodo, con il TRAM abbiamo sperimentato percorsi alternativi, in particolare abbiamo lavorato con i podcast, su cui eravamo all’opera già da un po’. Abbiamo proposto letture di classici napoletani e un progetto inedito della Compagnia Under30 del TRAM, “I dieci peccati capitali”, che ha avuto molto successo. Poi, un po’ alla volta, siamo ripartiti: a maggio abbiamo partecipato al progetto in streaming del Maggio dei Monumenti dedicato a Giordano Bruno, ad agosto abbiamo presentato la settima edizione di Classico Contemporaneo nel cortile di San Domenico Maggiore a Napoli, che ha avuto molto successo, e a settembre abbiamo recuperato i laboratori di teatro che avevamo sospeso durante il lockdown.

Le tue rassegne sono spesso intime, il TRAM ne è la prova: un teatro “sotterraneo” in un portone di Napoli, dove meno te l’aspetti. Come si concilierà la necessità delle norme anti-Covid con questa forma di arte?

Le misure per garantire la sicurezza del pubblico vengono al primo posto per noi. Purtroppo, questo significa rinunciare a più della metà dei posti disponibili. Da settanta posti passeremo a trenta. È evidente che un teatro che si basa quasi esclusivamente sullo sbigliettamento non può sostenere una programmazione in queste condizioni. Ci riusciremo per qualche settimana grazie allo sforzo di tutti noi e di tutti gli artisti che lavoreranno a cachet ridotto, pur di garantire la continuità. Andremo avanti fino a dicembre sapendo che sarà dura, che le attività saranno in perdita, e augurandoci che da gennaio si possa tornare alla normalità. Nonostante tutto, l’idea di restare chiusi è stata sempre scartata. Il TRAM è una casa accogliente per la comunità di spettatori e amici che la frequenta, è un luogo dove incontrarsi, conoscersi, stare insieme. È un luogo di formazione e crescita culturale e sociale. Gli spettacoli in scena sono soltanto una parte del progetto. Restare chiusi significherebbe venir meno a questa funzione importantissima.

Parlaci del modo in cui hai organizzato la rassegna.

Quest’anno abbiamo dato molto più spazio alla produzioni interne e alle collaborazioni consolidate. L’orizzonte artistico è un po’ più locale del solito, ma non per questo meno originale e interessante. Fino a dicembre abbiamo in programma sei spettacoli, di cui cinque debutti assoluti. Già questo la dice lunga sui nostri obiettivi, che non sono di ripiego e che, anzi, puntano sulla novità. Partiremo il 16 ottobre con “Primo sangue”, il mio nuovo spettacolo, un testo inedito che mette a confronto due fratelli atleti di scherma. Con gli attori Orazio Cerino e Errico Liguori ci siamo chiesti se fosse giusto presentare uno spettacolo nuovo in questa fase così difficile: ci siamo detti che per quanto l’emergenza influisca sulle nostre vite, non possiamo rinunciare al nostro percorso. Al TRAM ci siamo presi la rivincita sul covid con uno spettacolo in cartellone, “Naked. Il locale delle nude verità”: visto che il virus ci obbliga a stare distanti e riparati, abbiamo pensato di fare uno spettacolo in cui il pubblico sta distante e riparato. È quello che accade nei peep show, dove lo spettatore assiste da solo, rinchiuso nella sua cabina di vetro. Il TRAM sarà trasformato in un peep show dove ogni giorno andranno in scena otto monologhi scritti da alcuni degli autori più interessanti della scena napoletana. A fine novembre e inizio dicembre riprenderemo il festival “Vissidarte” con due proposte: “Nella bottega di Caravaggio” di Peppe Celentano e “Modigliani” di Cossia. C’è molta attesa anche per “Venere tascabile” di Carmen Pommella e “Misura per Misura” della Compagnia Under30 del TRAM con la regia di Diego Maht. A inizio novembre partiranno anche gli spettacoli del “Notturno”, il nostro nuovo progetto: presenteremo spettacoli in orari insoliti, come il sabato alle 22.30

In senso strutturale, come cambierà il TRAM per accogliere le persone in questo periodo così delicato? (limite massimo posti, disinfettanti, presa contatti…)

I posti saranno trenta, quasi tutti singoli e a distanza di un metro l’uno dall’altro. Il pubblico dovrà indossare le mascherine. Misureremo la temperatura all’entrata e ci sarà ovunque il gel per l’igienizzazione delle mani. Prima di ogni spettacolo procederemo alla sanificazione del locale, delle sedie e delle zone di passaggio. I biglietti si acquisteranno online (ma da noi è così fin dall’inizio) in modo da evitare file al botteghino. Chiunque verrà al TRAM troverà un ambiente accogliente e sicuro.

Lasciaci un messaggio per invitare le persone a non tralasciare il teatro, sebbene in un periodo così complicato.

Questa pandemia ci ha insegnato molto: ci ha fatto scoprire quanto siamo fragili e impreparati, ma ci ha anche dimostrato che siamo pronti a reagire e a non arrenderci. Abbiamo ancora tanto da imparare su di noi: il teatro ci aiuta in questo. Ci racconta ciò che siamo non soltanto come individui, ma come comunità. Ci permette di scoprire qualcosa in più di noi stessi insieme agli altri. Oggi più che mai è importante andare a teatro, perché ci ricorda che possiamo sentirci vicini anche restando distanti.

Grazie a Mirko per averci dedicato il Suo tempo ed in bocca al lupo per l’inizio della stagione!

 

Immagine in evidenza: facebook.com/mirkodimartino75

A proposito di Nunzia Clemente

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