La Sesta crociata, svoltasi tra il 1228 e il 1229, rappresenta un episodio unico nella storia delle spedizioni in Terrasanta. Guidata dall’imperatore Federico II di Svevia, si distinse per essere stata risolta interamente attraverso la diplomazia, senza scontri militari, portando alla riconquista di Gerusalemme.
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La sesta crociata in breve
La seguente tabella riassume i dati fondamentali di questa spedizione unica nel suo genere.
Elemento | Dettaglio |
---|---|
Protagonisti | Federico II di Svevia (Imperatore); Papa Gregorio IX; Al-Kamil (Sultano d’Egitto) |
Periodo | 1228 – 1229 |
Esito | Successo diplomatico; nessun combattimento significativo. |
Trattato Chiave | Trattato di Giaffa (1229) |
Le premesse: la promessa di Federico II e la scomunica
Per ottenere la corona imperiale, Federico II di Svevia aveva promesso al papato che avrebbe guidato una nuova crociata. Tuttavia, i suoi continui rinvii, dovuti a questioni politiche in Italia e a una certa riluttanza personale, logorarono la pazienza del pontefice.
Perché Federico II fu scomunicato prima della crociata?
Stanco delle continue promesse non mantenute, il nuovo papa Gregorio IX scomunicò Federico II il 29 settembre 1227. L’accusa formale fu di non aver rispettato il voto di partire per la Terrasanta. La scomunica fu confermata il 23 marzo 1228, quando l’imperatore, nonostante un’epidemia avesse colpito le sue truppe, fu accusato di aver usato la malattia come pretesto. Paradossalmente, fu proprio da scomunicato che Federico II decise di partire, dando inizio alla Sesta crociata.
Lo svolgimento: una crociata senza battaglie
La spedizione fu anomala fin dall’inizio. L’imperatore, colpito dalla scomunica, non aveva il pieno appoggio dei baroni cristiani in Terrasanta e dei soldati, che erano restii a obbedire a un sovrano escluso dalla Chiesa. Federico II, tuttavia, non puntava a uno scontro militare.
Chi fu il protagonista della sesta crociata?
Il protagonista assoluto fu l’imperatore Federico II di Svevia. La sua profonda conoscenza della cultura araba e i suoi contatti pregressivi con il sultano d’Egitto, al-Kamil, furono determinanti. Anziché la guerra, Federico II scelse la via della diplomazia, sfruttando le divisioni interne al mondo musulmano e il rispetto reciproco che lo legava al sultano.
L’esito: il Trattato di Giaffa e la riconquista di Gerusalemme
L’approccio diplomatico di Federico II portò a un risultato straordinario, formalizzato in un accordo che rappresenta un unicum nella storia delle crociate.
Come si concluse la sesta crociata?
La Sesta crociata si concluse pacificamente con la firma del Trattato di Giaffa l’11 febbraio 1229. L’accordo, stipulato tra Federico II e il sultano al-Kamil, prevedeva una tregua decennale e la cessione di importanti territori ai cristiani, evitando così ogni spargimento di sangue.
Cosa ottenne Federico II con la sesta crociata?
Attraverso il trattato, Federico II ottenne un successo notevole. Il Regno di Gerusalemme riacquistò il controllo di:
- Gerusalemme (ad eccezione della Spianata delle Moschee, che rimase sotto controllo musulmano);
- Betlemme;
- Nazareth;
- Un corridoio di terra che collegava Gerusalemme alla costa.
In cambio, Federico II garantì la sicurezza dei pellegrini musulmani e si impegnò a non appoggiare attacchi contro i domini di al-Kamil.
Le conseguenze: un successo controverso
Nonostante l’innegabile successo, l’esito della crociata fu accolto con ostilità da parte del papato. Papa Gregorio IX non poteva accettare che un imperatore scomunicato avesse ottenuto con la diplomazia e un accordo con gli “infedeli” ciò che le armi cristiane non erano riuscite a conquistare. Il 18 marzo 1229, Federico II entrò a Gerusalemme e si incoronò re, ma trovò la città colpita dall’interdetto papale. L’accordo, tuttavia, garantì un periodo di pace e stabilità e favorì un aumento degli scambi culturali e commerciali tra Levante ed Europa, dimostrando come la diplomazia potesse essere un’alternativa efficace alla guerra santa.
Immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 01/09/2025