5 giugno 1968: Robert Kennedy viene ucciso a Los Angeles

5 giugno 1968

È il 5 giugno 1968.  Da qualche settimana l’Europa è travolta dal “maggio francese” e dall’inizio della contestazione giovanile (la generazione dei sessantottini), la guerra civile imperversa in Biafra, mentre in Rhodesia continua il massacro della popolazione nera. Oltreoceano, gli Stati Uniti non si sono ancora ripresi dalla morte di Martin Luther King, il leader dei diritti civili americani, che si ritrovano a fare i conti con un nuovo assassinio politico. Il senatore Robert F. Kennedy, fratello del 35° Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald, viene ucciso nei pressi dell’Hotel Ambassador di Los Angeles,  nel pieno della sua campagna elettorale per l’imminente voto delle presidenziali. 

Bob Kennedy stava infatti contendendo a McCarthy il ruolo di candidato alla presidenza USA per il Partito Democratico quando venne raggiunto da diversi colpi di revolver calibro 22. Il senatore venne ferito alla testa e trasportato d’urgenza al Good Samaritan Hospital, dove morì poco dopo. Per l’assassinio venne arrestato Sirhan Sirhan che, come dichiarato durante il processo, voleva punire il democratico per il sostegno dato a Israele nella guerra dei Sei Giorni. Nel 1948 Robert Kennedy visitò il Mandato britannico della Palestina, sottolineando la sua ammirazione per la popolazione ebraica, che si rifletté durante il suo mandato di senatore in un forte supporto allo Stato d’Israele. Un anno dopo l’omicidio, Sirhan fu condannato alla camera a gas, commutata all’ergastolo con la possibilità di sconti di pena. Dopo 52 anni, nel 2021, il settantasettenne Sirhan ha ottenuto la libertà condizionale. Per la scarcerazione si erano schierati molti personaggi influenti, tra cui gli eredi della famiglia Kennedy. 

Dopo la morte del fratello, Bob Kennedy sposò a pieno l’impegno politico e scelse la via del Senato. Di idee molto più a sinistra rispetto a JFK, Bob difese la causa dei diritti civili, si schierò contro la sanguinosa guerra in Vietnam e condannò la segregazione razziale. Il 4 aprile 1968, nel pieno della campagna elettorale, era previsto un comizio a Indianapolis, in un sobborgo di afroamericani. Fu lui a dare la notizia dell’assassinio di Martin Luther King, avvenuta qualche minuto prima: «Ho delle notizie molto tristi per tutti voi. E, credo, notizie tristi, per tutti i nostri concittadini e per le persone amanti della pace in tutto il mondo. Ed esse sono che Martin Luther King è stato colpito e ucciso stasera a Memphis, in Tennessee. Martin Luther King ha dedicato la sua vita all’amore e alla giustizia tra gli esseri umani, ed è morto nel portare avanti questa lotta»

La morte di Bob Kennedy, così come quella del fratello il 5 giugno 1968, è avvolto dall’alone di mistero che accompagna inevitabilmente gli omicidi di grande impatto mediatico. Successive analisi forensi e la distruzione di centinaia di prove, in seguito, hanno alimentato la pista di interferenze esterne. 

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A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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