Partenope, plurale di Deborah Divertito | Recensione

Partenope, plurare di Deborah Divertito

Partenope è una donna, un mito, una città e tutte le donne che la abitano. Nel libro Partenope, plurale di Deborah Divertito, con le foto di Angelo Orefice, edito da Marotta&Cafiero editori, le donne raccontate sono quelle che resistono in un territorio dal quale sempre più si fugge, rimpiangendolo poi; ognuna di loro è Partenope, nel senso che incarna i valori della città e  della donna che quella stessa città rappresenta.

In queste storie le donne straordinarie di cui si racconta potrebbero essere donne stra-ordinarie, donne comuni, che è facile incontrare a Napoli, e che al contempo lasciano al lettore un senso di gratitudine ed eccezionalità; sono donne coraggiose che hanno agito superando limiti, affrontando ostacoli e le cui storie toccano, commuovono, fanno sperare. Sperare, in una terra che è diventata oggi la vetrina per uno spettacolo che non paga mai abbastanza, soprattutto i suoi figli più giovani. E così, le storie di queste donne ci mostrano una faccia apparentemente meno spettacolare, meno patinata e luccicante, più umana, più concreta, più vera.

Le donne di Partenope, plurale

Rosaria De Cicco, Brunella Selo, Imma Cerasuolo, Marina Rippa, Raffaella Abbate, Tiziana Buono, Miriam Corongiu, Alessia Tudda, Clara Contadini: donne con storie tutte diverse, dottoresse e ballerine, contadine e insegnanti, atlete olimpioniche, spesso hanno vissuto tante vite tutte insieme, spesso non sono classificabili in una sola di queste professioni. Tutte accomunate, però, dall’aver sempre scelto per sé, anche quando le vicende della vita sembravano prendere il sopravvento. Scelte mai prive di sofferenza, la quale, viene raccontata sempre con garbo; c’è realmente un tempo in cui le ferite smettono di fare male? Queste donne, compresa la scrittrice Deborah Divertito, sembrano sapere bene che quel tempo non esiste, ma al contempo, sanno che c’è una modalità per affrontare il dolore che ci permette di sopravvivergli, di non soccombere. 

Partenope, si legge nell’introduzione, è frutto di vari miti, ma solo nella storia di Matilde Serao è viva e da vita e anima alla città che da lei nasce, non dalle sue ceneri. Nelle donne raccontate in questo libro c’è il molteplice che caratterizza anche la città, nulla viene tralasciato: i lavori che hanno svolto, quelli che si sono scelte, il dolore che hanno attraversato, la libertà che hanno conquistato e insieme il caro prezzo pagato per essa, il cui risultato è il sorriso che hanno sul volto, quello che scorgiamo nelle foto di Angelo Orefice che accompagnano i testi e li incorniciano con discrezione e premura; timido, spavaldo, accogliente, sfidante. Così come le donne raccontate da Deborah Divertito. 

«Dicono di me che sono un’anima inquieta, complessa, difficile da addomesticare, ma che significa, poi, io non l’ho mai capito! Chi vorrebbe farsi ammansire senza protestare neanche un po’, senza palesare neanche una volta il suo dissenso, senza cercare una minima via di fuga?»

da Partenope, plurale, pag. 102. 

Gli autori Deborah Divertito e Angelo Orefice

Deborah Divertito è scrittrice, criminologa, presidente della fiera del libro di Napoli Ricomincio dai Libri e fondatrice della cooperativa sociale Se.Po.Fà. Porta avanti progetti culturali e di rigenerazione sociale a Napoli Est.

Angelo Orefice è fotografo e videomaker. Opera in vari settori, dalla pubblicità ai concerti. È fotografo certificato Nikon ed è socio dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti.

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Fonte immagine: Marotta&Cafiero editori

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Studio Filologia Moderna all'università degli studi di Napoli "Federico II". Scrivo per immergermi totalmente nella realtà, e leggo per vederci chiaro.

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