Bungou stray dogs è un manga di genere battle shonen scritto da Kafka Asagiri e illustrato da Sango Harukawa, la cui serializzazione ha avuto inizio nel dicembre del 2012. Ciò di cui parleremo in questo articolo è uno degli aspetti fondamentali di questo manga, ovvero il concetto di deumanizzazione.
Di cosa parla Bungou stray dogs?
La storia ha come protagonista Atsushi Nakajima, un orfano che incontra casualmente i detective Osamu Dazai e Doppo Kunikida dopo aver salvato la vita a Dazai che stava annegando in un fiume. In realtà, il detective in questione non era caduto casualmente, ma stava provando a togliersi la vita, cosa che sorprende il giovane Atsushi. I due detective, notando le condizioni del ragazzino, decidono di offrirgli da mangiare e gli spiegano che stanno indagando sul caso di una tigre mannara che sembra aggirarsi per i quartieri di Yokohama.
Si scopre fin da subito che la tigre in questione è in realtà lo stesso Atsushi, ignaro di possedere dei poteri. Dazai decide di farlo entrare a far parte dell’agenzia investigativa di cui fa parte anche lui, diventando il suo mentore. Il mondo di Bungou stray dogs è infatti caratterizzato dal fatto che alcune persone posseggano dei poteri, definite abilità, tra le più svariate e curiose. Lo stesso Dazai, ad esempio, possiede l’abilità di annullare al tocco quelle degli altri e di esserne pertanto immune.
Cosa rende Bungou stray dogs diverso dai classici shonen?
Ciò che ha reso Bungou stray dogs piuttosto interessante e popolare è il fatto che ogni personaggio della storia possieda il nome di un autore o un’autrice del panorama letterario, sia giapponese o asiatico in generale, che occidentale. Vi sono infatti personaggi come Edgar Allan Poe, Fyodor Dostoevskij, Francis Scott Fitzgerald, Nikolaj Gogol, Ranpo Edogawa e così via. Le loro abilità, per di più, hanno il nome di una delle loro opere più famose come, ad esempio, Delitto e Castigo per l’abilità di Dostoevskij o Rashomon per quella di Akutagawa Ryunosuke.
Il concetto di deumanizzazione di cui parleremo in questo articolo è diventato nel corso della storia uno dei punti cardine del manga stesso. Un concetto che si ricollega a due personaggi in particolare: Osamu Dazai e Nakahara Chuuya.
Osamu Dazai
Dazai è un personaggio cardine all’interno della storia, nonché il più popolare di Bungou stray dogs. Il suo è un personaggio altamente complesso, di cui si saprà sempre solo il 10%, poiché risulta impossibile persino prevederne le azioni. Il concetto di deumanizzazione si rifà a Dazai sotto più aspetti, primo tra tutti il suo essere costantemente sul filo del rasoio per quanto concerne la sua stessa vita.
Potremmo definire Dazai come un sociopatico intelligente e un manipolatore con tendenze suicide. Lui stesso non pensa minimamente di essere umano, poiché anela costantemente alla morte provando a togliersi la vita più volte nel corso della storia – nei modi più assurdi e bizzarri – in quanto non riesce a trovare nessuna ragione per cui il concetto di vita stesso possa avere un valore. Dazai è un personaggio che per un arco della sua vita ha fatto parte della mafia – venendo persino denominato come Demon Prodigy – e di conseguenza ha ucciso e torturato, il tutto senza mai trasmettere un briciolo d’emozione che non fosse apatia e indifferenza.
Il modo freddo, scostante e apatico che mostra dinnanzi a crimini efferati o alla propria incolumità è una chiara manifestazione del concetto di deumanizzazione che risiede all’interno del personaggio. A tratti è come se Dazai riesca a capire le emozioni umane a cui rispondono i personaggi attorno a lui, ma senza viverle in prima persona. Il suo è un intuire dal punto di vista logico e razionale, ma mai emotivo. Dazai capisce e riconosce le emozioni altrui e il suo modo di fare – molto spesso ironico e fuori dalle righe – è un tentativo di emulare i comportamenti ritenuti umani dagli altri personaggi.
Chuuya Nakahara
L’altro personaggio di Bungou stray dogs che abbraccia il concetto di deumanizzazione nel manga è senz’altro Chuuya Nakahara, un personaggio che ironicamente si ritrova legato a quello di Dazai.
Se il concetto di deumanizzazione in Dazai è inerente alla sfera emotivo-riflessiva, nel caso di Chuuya, invece, vi è una vera e propria costruzione mentale intrinseca del personaggio. Molti lettori del manga sapranno che l’autore ha realizzato anche una serie di light novel che esplorano un determinato personaggio o evento avvenuto prima dell’inizio della trama del manga. In uno di questi light novel – chiamato Storm Bringer – si analizza e vien fuori proprio il passato di Chuuya.
Un passato che ha a che fare con il concetto di deumanizzazione su più frangenti. Chuuya è infatti stato rapito da bambino e rinchiuso in un laboratorio di ricerca del governo, dove è stato clonato e vittima di esperimenti che hanno provato a manipolare la sua abilità. Questi esperimenti sono sfociati in una vera e propria implosione che ha distrutto il laboratorio e parte della città, lasciandosi alle spalle solo un cratere vuoto e un Chuuya di appena sette anni che non aveva più memoria di niente eccetto il suo nome.
La scissione interna di Chuuya
Nel corso della novel Chuuya viene a conoscenza degli eventi del suo passato e, soprattutto, comincia ad interrogarsi sulla sua natura, se sia umano oppure no, in quanto non si sa se lui sia effettivamente il Chuuya originale o il clone creato in laboratorio. Questa scissione interna intercorre per tutto il libro, ancora di più, quando Chuuya scopre che determinate parole d’ordine pronunciate in codice fanno sì che perda il controllo liberando un’essenza – detta singolarità – in grado di distruggere qualsiasi cosa e che lentamente lo porta alla morte, poiché il suo corpo non può reggere a lungo gli effetti di tale rilascio di energia e forza. Insomma, un qualcosa che lo fa sentire un vero e proprio mostro.
Ironicamente, è proprio il personaggio di Dazai la chiave di tutto, poiché grazie alla sua abilità di annullare quella degli altri, è l’unica persona che può fermare Chuuya al momento giusto e impedirgli di distruggere ogni cosa e di distruggersi di conseguenza. La lotta interiore sulla sua umanità porta Chuuya ad interrogarsi su sé stesso più e più volte, restando persino sorpreso quando lo stesso Dazai sembra invece convinto che Chuuya sia umano.
Il concetto di deumanizzazione si rispecchia nel personaggio di Chuuya a tutto tondo, partendo dal rapimento e dagli esperimenti in laboratorio che lo hanno strappato alla propria famiglia; l’essere trattato come una cavia e non come un essere umano; la clonazione, che ha finito per strappargli il briciolo di umanità latente che sentiva; e, per finire, il suo poter perdere il controllo e diventare un’arma di distruzione inarrestabile.
Un battle shonen dai temi interessanti
Bungou stray dogs è un manga battle shonen che sposa diversi temi piuttosto interessanti. I suoi personaggi sono particolari e mai scontati, e ognuno di loro porta con sé un fardello non indifferente da dover affrontare. Lo stesso autore, Asagiri, ha infatti ribadito più volte come Bungou stray dogs sia un manga rivolto a tutte le persone che hanno difficoltà a vivere e come spera che questi possa essergli d’aiuto.
Il concetto di deumanizzazione è solo uno dei punti salienti della storia, ma senza dubbio uno dei più interessanti e riflessivi. Noi vi consigliamo assolutamente di recuperare questa lettura a dir poco splendida e, se volete, vi ricordiamo che di Bungou stray dogs esistono anche un adattamento anime e un film!
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia