La figura di Raskolnikov in Delitto e Castigo

La figura di Raskolnikov in "Delitto e Castigo"

Tra i lavori più riusciti di Fëdor Dostoevskij c’è sicuramente il suo romanzo “Delitto e Castigo”. Il protagonista del romanzo è Raskolnikov, giovane studente universitario, che commette un delitto. In particolare, in questo articolo andremo a soffermarci sulla figura di Raskolnikov.

La figura di Raskolnikov in Delitto e Castigo

La figura di Raskolnikov è estremamente complessa e non possiamo decretarla come “cattiva” o “buona”. Possiamo già porre attenzione sul suo nome: Raskolnikov contiene la parola raskol che in russo vuol dire “scisma”, che sta ad indicare proprio l’anima scissa del protagonista. Perché però tutto questo?
La figura di Raskolnikov risulta avere l’anima scissa perché il protagonista compie un delitto: uccide una vecchia usuraia e anche la sorella di lei (quest’ultima capitata lì per caso) con l’obiettivo di rubare i soldi di questa usuraia per poi usarli “per un bene superiore”, ossia per aiutare sua madre e sua sorella. Ma lui non farà niente di tutto ciò. Secondo Raskolnikov, come veniamo a sapere più avanti nel libro, gli uomini si dividono in due tipologie: i primi sono i Napoleone, uomini in un certo senso “superiori”, che hanno il diritto di compiere delitti in nome di un bene superiore; i secondi sono gli uomini comuni, ovvero coloro che devono sottostare alle regole e leggi.

Nella figura di Raskolnikov notiamo come egli mette alla prova sé stesso, compie quel delitto per scoprire a quale delle due categorie appartiene, e in sostanza si rende conto di appartenere alla seconda categoria. La figura di Raskolnikov, quindi, rappresenta l’essere umano in tutto e per tutto: una volta compiuto il fatto non sa come uscirne, e anzi ritiene il compimento di questo delitto una conferma del fatto che lui è un “pidocchio”.
In una parte del romanzo, infatti, dice che un Napoleone non si sarebbe mai messo a fare una cosa così penosa come mettersi a cercare dei soldi sotto al letto come un insetto.
Il protagonista riuscirà a redimersi soltanto grazie alla figura di Sonja, una giovane prostituta dall’animo nobile disposta a caricarsi delle sofferenze altrui, che rappresenta l’aiuto divino per redimersi, senza il quale Raskolnikov verrà costretto al tormento per tutta la vita perché troppo vigliacco per confessare, ma troppo vigliacco anche per usare i soldi rubati.

La sua figura riguarda un po’ tutti noi: mettiamo sempre alla prova noi stessi, dobbiamo sempre dimostrare a noi stessi se siamo dei “Napoleone” o degli uomini normali, noi tutti abbiamo l’anima scissa come Raskolnikov tra bene e male. Ma, così come a Raskolnikov vengono in aiuto le sue persone più care come Sonja, sua madre, sua sorella, il suo amico Razumichin, che gli stanno vicini nonostante il suo continuo rifiuto, così noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci supporta, di qualcuno che ci aiuti a capire che noi valiamo qualcosa, a prescindere dall’essere “Napoleone o “non Napoleone”.
La figura di Raskolnikov, e quindi dello stesso Dostoevskij,  ci induce a riflettere sulla situazione dell’uomo moderno che si sente in dovere sempre di dimostrare qualcosa a chissà chi, spesso non riuscendoci.

Fonte immagine: Pixabay.com

A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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