Fullmetal Alchemist: Brotherhood, 5 buoni motivi per guardarlo

Fullmetal Alchemist

Dall’acclamatissimo manga Fullmetal Alchemist (鋼の錬金術師 Hagane no renkinjutsushi), scritto e disegnato da Hiromu Arakawa sono state tratte ben due serie anime. La prima, prodotta dallo studio d’animazione Bones e risalente al 2003, è andata in onda in contemporanea alla produzione del fumetto e ne ha gradualmente preso le distanze, dando vita a una storia originale. Pur essendo acclamata dalla critica, però, la prima versione animata di Fullmetal Alchemist non sembra essere stata in grado di soddisfare le altissime aspettative dei fan del manga, che avrebbero desiderato un adattamento più fedele alla storia narrata nel fumetto. La Bones non si è data per vinta e ci ha riprovato, producendo un secondo adattamento animato: Fullmetal Alchemist: Brotherhood, una fedele trasposizione del manga in 64 episodi, andati in onda tra il 2009 e il 2010. Questo secondo anime ha messo d’accordo tutti: è stato lodato sia dalla critica sia dagli appassionati del fumetto, finendo per essere considerato uno dei migliori anime di sempre – se non il migliore in assoluto. E già questo dovrebbe bastare a convincere chi ancora non lo ha visto a recuperare immediatamente quest’opera.

Ma, se non siete convinti, proviamo a darvi 5 buoni motivi per cui non potete assolutamente perdervi Fullmetal Alchemist: Brotherhood.

1 – Un’avventura davvero ricca

Introduciamo velocemente la trama, cercando di evitare spoiler rilevanti: Fullmetal Alchemist: Brotherhood vede come protagonisti i due fratelli Edward e Alphonse Elric, che vivono con la madre Trisha nel paese di Amestris. Il padre, il misterioso Van Hohenheim, è andato via di casa quando i due erano ancora molto piccoli, senza mai più fare ritorno. Qualche anno dopo, Trisha muore prematuramente a causa di una malattia: rimasti orfani, i due decidono di ricorrere a un rito di alchimia proibita per riportare in vita l’amata madre. Il tentativo, però, fallisce, e a causa del principio di scambio equivalente su cui si basa l’alchimia Edward perde la gamba sinistra, mentre Alphonse viene privato di tutto il suo corpo. Disperato, Edward riesce a legare l’anima di suo fratello a un’armatura, donando in cambio il suo braccio destro. Dopo questo tragico avvenimento, i due intraprendono un viaggio alla ricerca della leggendaria pietra filosofale, nella speranza che questa possa ridare loro i proprio corpi. Un viaggio che lo spettatore intraprende insieme a loro, alla scoperta di amici fidati, antagonisti temibili, nemici che non sono, poi, tanto nemici e luoghi da esplorare.

Nel corso degli episodi, veniamo a conoscenza degli altri personaggi principali, ma vengono introdotti anche svariati personaggi secondari e diverse sottotrame: queste, però, non rallentano in alcun modo lo sviluppo della storia e si rivelano sempre rilevanti per la trama principale. Un grande pregio di Fullmetal Alchemist: Brotherhood è quello di essere assolutamente privo di momenti morti: tra colpi di scena e momenti più puramente narrativi, l’anime è in grado di tenere lo spettatore costantemente incollato allo schermo. Nonostante la grossa mole di episodi, c’è un’alta probabilità che siate spinti a divorare la serie nel giro di qualche manciata di giorni, e che alla fine vi chiediate «Ma come è successo?».

2 – Edward Elric non è il classico protagonista

Sebbene tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist: Brotherhood siano originali e ben caratterizzati – e vi assicuriamo che difficilmente proverete reale antipatia per qualcuno di loro! – ciò che colpisce particolarmente è la caratterizzazione del protagonista principale, il giovane alchimista d’acciaio Edward. Sebbene sia un ragazzino piuttosto testardo e imbranato, Edward Elric si discosta in maniera netta dal classico protagonista degli shōnen: non gli interessa diventare il miglior alchimista di sempre, né affrontare nemici sempre più potenti per dimostrare a se stesso di essere invincibile, e non vige in lui alcun sentimento di vendetta o spirito di competizione. Non è l’alchimista più forte di tutti all’inizio della sua avventura, né lo è diventato alla fine della storia; inoltre, non compie alcuna impresa straordinaria da solo, ma conta sempre sull’appoggio e sulle abilità dei propri amici. Ma questo ad Edward non importa: vuole solo redimersi dai propri peccati, riavere indietro suo fratello in carne ed ossa e magari recuperare i pezzi del suo corpo che ha perso. Dalla sua caratterizzazione viene fuori un personaggio parecchio umano, nonostante la capacità di usare l’alchimia, a cui è impossibile non affezionarsi.

3 – Il principio dello scambio equivalente e l’etica

«Senza sacrificio l’uomo non può ottenere nulla. Per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. In alchimia è chiamato il principio dello scambio equivalente A quel tempo, noi eravamo sicuri che fosse anche la verità della vita.»

Questa frase, pronunciata dal personaggio di Alphonse Elric, riassume l’etica alla base dell’opera. Nel corso della loro avventura, i fratelli Elric apprendono, talvolta nel peggiore dei modi, che tutto ha un prezzo, e che la solidarietà può essere l’arma più forte di cui l’uomo può disporre. E lo spettatore lo apprende assieme a loro. Tra riflessioni sul significato della verità, su sentimenti negativi quali odio e vendetta, sulla religione e riferimenti tutt’altro che impliciti ai vizi capitali, Fullmetal Alchemist: Brotherhood racchiude un importante messaggio di fondo, ed è in grado di comunicare questo messaggio in maniera forte e chiara, pur mantenendo la narrazione su toni tendenzialmente leggeri. Anzi, forse è proprio la leggerezza, la semplicità a far sì che il messaggio venga trasmesso in maniera così efficace, perché è questa a far sì che chiunque sia in grado di coglierlo.

4 – Tante emozioni, ma anche tanta azione

Sia che siate alla ricerca di una serie non eccessivamente pesante con una buona dose di ironia, sia che cerchiate un buon pretesto per versare qualche lacrimuccia, Fullmetal Alchemist: Brotherhood è l’anime che fa per voi. Come abbiamo già detto, la narrazione si mantiene sempre su toni abbastanza leggeri: le tematiche più complesse vengono sempre trattate senza appesantire troppo la narrazione, e non mancano gag divertenti, personaggi decisamente comici (uno su tutti, il generale Alex Louis Anderson) e momenti spassosi. L’anime racconta, però, una storia che di drammatico ha parecchio, e di scene tristi ce ne sono eccome: alcune hanno una tale potenza emotiva che probabilmente le ricorderete per sempre. Anche il finale dell’opera è dolceamaro, capace di mettere d’accordo sia gli amanti del lieto fine, sia chi non apprezza particolarmente gli happy ending perfetti, ritenendoli banali.
L’anime è, insomma, ricco di emozioni e offre parecchi spunti di riflessione, ma non è solo questo: c’è spazio anche per l’azione. Anzi, le scene di combattimento sono piuttosto frequenti – pur non essendo mai eccessivamente lunghe – e si svolgono attraverso modalità differenti: alcuni combattimenti risultano più fisici, con una maggiore presenza della modalità corpo a corpo, altri più scenografici, in cui sono talvolta presenti scene visivamente spettacolari. Ciò che rende i combattimenti particolarmente interessanti, inoltre, è l’altro livello di tattica e studio dell’avversario che vi è alla base di essi: i personaggi non mettono in mostra solo la propria forza, ma anche l’intelligenza e le capacità strategiche. Il tutto è arricchito da animazioni fluide e grafica di qualità parecchio alta, specie se si pensa che stiamo parlando di un anime prodotto più di dieci anni fa.

5 – Non skipperete la sigla

Certo, non si giudica un libro dalla copertina, ma una buona opening per un anime rappresenta sicuramente un punto a favore: basti pensare che diverse serie animate della nostra infanzia le ricordiamo proprio per l’epicità delle loro sigle. Fullmetal Alchemist: Brotherhood in questo non è da meno: le sigle di apertura sono orecchiabili e rimangono ben impresse nella mente di chi le ascolta, riuscendo anche a rappresentare perfettamente l’atmosfera presente nella storia. Degne di nota sono anche le sigle di chiusura, che fungono da sfondo a immagini che omaggiano ogni personaggio della serie. Insomma, la colonna sonora nel suo complesso risulta impeccabile e in grado di soddisfare le aspettative di chi bada molto al lato musicale all’interno di un’opera.

Se non avete ancora guardato l’anime ma questi motivi sono riusciti a convincervi, o se l’avete guardato ma leggendo questo articolo vi è venuta voglia di fare un rewatch, sappiate che tutti gli episodi di Fullmetal Alchemist: Brotherhood sono disponibili su Amazon Prime Video!

Immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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