Spider-Man: Maschere di Todd McFarlane | La recensione

Spider-Man: Machere di Todd McFarlane | Recensione

Spider-Man: Maschere, la recensione della storia a fumetti scritta e illustrata da Todd McFarlane con Hobgoblin e Ghost Rider

Spider-Man: Maschere (Spider-Man: Masques) è una storia a fumetti scritta, disegnata e inchiostrata da Todd McFarlane, il creatore di personaggi iconici degli anni Novanta come Eddie Brock\Venom e Al Simmons\Spawn, pubblicata l’ultima volta nell’undicesimo volume della collana Marvel Integrale: Spider-Man di Todd McFarlane (2020).  La storia, edita negli USA grazie alla testata Spider-Man volume 1 #6-7 nel 1991, narra della collaborazione fra l’Arrampica-muri e Ghost Rider\Danny Ketch per affrontare Hobgoblin e salvare un bambino rapito. 

Spider-Man: Maschere, la trama della storia a fumetti di Todd McFarlane 

Hobgoblin ha rapito una donna con il proprio bambino, in quanto crede che il piccolo, di nome Adam, sia l’unica speranza per l’umanità di rinascere senza la macchia del peccato, il tutto seguendo una “presunta” missione affidatagli da Dio. In una New York in preda al delirio e alle azioni di criminali sempre più sadici e violenti, Peter Parker è costretto a mettere da parte la vita sentimentale  con la moglie Mary Jane per scendere in strada e affrontare questa minaccia. Nel frattempo, il cacciatore di taglie demoniaco Ghost Rider arriva per catturare le anime degli empi e portarle all’inferno. Purtroppo, i due personaggi sono costretti a collaborare momentaneamente per salvare  Adam, pur non condividendo la medesima tesi sulla giustizia.

La catabasi di due personaggi della Marvel negli inferi, la New York degli anni Novanta come rappresentazione dell’inferno sulla terra

Spider-Man: Maschere potrebbe essere vista come la discesa agli inferi dei due personaggi della Marvel. La New York, immaginata da McFarlane, è una città funesta, il crimine è divenuto più feroce e i media allarmano la popolazione. Il male si nasconde ovunque e corrode l’aspetto esteriore, è il caso del drogato fermato da Spider-Man, un uomo ossuto, dai folti capelli e un ghigno stampato sul volto, nascosto in un vicolo e pronto a sballarsi.

In questo contesto, l’Uomo-ragno deve confrontarsi con una visione diversa della giustizia, ossia quella di Ghost Rider, il quale non offre alcuna possibilità di salvezza o di redenzione ai criminali; piuttosto, le anime dei malvagi devono essere prese e portate all’Inferno per adempire alla sua missione. Alla contrapposizione delle visioni ideologiche fra i due si aggiungerebbe anche il parere, del figlio della pazzia, di Hobgoblin. Costui, oramai posseduto da un’entità demoniaca, sostiene di aver intrapreso una crociata per debellare il male dal mondo e di far rinascere l’umanità senza l’alone del peccato originale.

McFarlane e il fumetto degli anni Novanta, tra adrenalina, scene horror e riflessioni sulla giustizia e sul significato di essere un eroe

In Spider-Man: Maschere Todd McFarlane ci trasporta in una Grande Mela diversa rispetto alle precedenti vicende del noto supereroe. Questa città è cupa, sporca e malfamata, forse influenzata dal lavoro di Frank Miller e Ann Nocenti con le storie dedicate a Daredevil, ma anticipa anche la futura direzione dell’artista verso la narrazione di storie su personaggi antieroici, figli della cultura fumettistica di quegli anni, come il caso di Spawn della Image Comics. L’illustratore rompe, espande e frantuma i confini delle vignette affinché quel mondo dei fumetti ci catturi; le vignette si trasformano in inquadrature cinematografiche che analizzano anche i dettagli e raccontano azioni simultanee.

La necessità di far provare l’adrenalina ai lettori si combina anche alla volontà di offrire dei momenti “horror”, così come l’alternanza tra colori caldi e freddi. Il rosso del costume di Spider-Man, le fiamme del teschio di Ghost Rider, il volto sfregiato di Adam e l’aspetto mostruoso di Hobgoblin, la narrazione coinvolge anche i nostri sentimenti influenzati dai colori. 

Spider-Man: Maschere, una delle storie più mature e potenti dedicate al personaggio di Lee-Dikto

Spider-Man: Maschere è una delle storie più interessanti storie a fumetti degli anni Novanta. McFarlane espone due visioni diverse della giustizia e prova a percorrere strade diverse per l’Uomo-ragno. Siamo lontani delle storie spensierate del giovane eroe, immaginate da Stan Lee, Steve Dikto e John Romita, così come quelle più mature di Jerry Conway. Stavolta, il vostro amichevole Spider-Man del quartiere deve vedersela con criminali più feroci, manifestazioni estreme della violenza e molti temi delicati, come la droga o il traffico di minori.

Una storia a fumetti interessante, ricca di azione e di momenti drammatici, nonché l’esempio della capacità del fumetto di raccontare vicende mature e confrontare visioni diverse della figura dell’eroe.

Fonte immagine di copertina: Panini Italia

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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