Uzumaki, la maledizione della spirale di Junji Itō

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Quando si parla di manga horror, la prima persona che può venire in mente è il mangaka Junji Itō, autore di piccole e grandi cicli dell’orrore come Tomie, il più famoso e condiviso nel web, e No Longer Human. Queste opere hanno riscosso un grande successo tra gli amanti del manga horror, grazie alla mano e lo stile di Itō che rende le sue tavole un mosaico distorto ma estremamente dettagliato, raffigurando gli aspetti più inquietanti della realtà. C’è una storia in particolare, poco conosciuta ma altrettanto inquietante di cui si parlerà in questo articolo: la serie manga seinen di Uzumaki, tradotto dal giapponese che vuol dire spirale.

Il manga Uzumaki, pubblicato in 3 tankobon in Giappone e arrivata in Italia raccolta in due volumi, s’incentra su due personaggi in particolare, Kirie Goshima e Shuichi Saito, i quali assistono a degli strani e grotteschi eventi nella loro cittadina fittizia, Kurozu-cho. Tutto incomincia quando il padre di Shuichi inizia ad avere una strana ossessione per la forma della spirale, arrivando a collezionare nella sua camera oggetti di varia natura che hanno questa forma: ombrellini, vasi, gusci di lumaca e molto altro ancora. Pian piano questa ossessione per la spirale inizia a prendere piede in tutti gli abitanti della cittadina, cambiandoli nel carattere e nell’aspetto, in un grottesco viaggio verso la follia che, proprio come nella forma della Spirale, porterà verso l’origine di questo fenomeno, nelle viscere della Terra.

Che cosa vuole trasmettere Junji Itō nel suo racconto Uzumaki?

Uzumaki parla di tante cose nelle sue pagine, una tra queste, la più evidente, è proprio il concetto di metamorfosi, di trasformazione e cambiamento. Il concetto di metamorfosi di Itō è diverso da quello che pensiamo noi occidentali che, a causa del nostro bagaglio classico, ci prefiguriamo simile a una catarsi, a una rinascita; nelle pagine di Uzumaki, invece, la metamorfosi è un peggioramento della psiche e dell’aspetto umano, un ritorno a uno stato mentale aggressivo e avaro nel quale si è privati di ogni tipo di compassione e intelletto. Non solo le persone subiscono una metamorfosi per colpa della spirale, ma anche la città stessa, che da un piccolo luogo sperduto vicino al mare, diventa anch’essa una spirale: tutti le case e gli edifici vengono buttati giù e ricostruiti, uno accanto all’altro, per ricreare la forma della spirale, dove il centro di essa corrisponde al nocciolo della follia scatenatasi nelle vite degli abitanti.

Oltre al processo inverso di metamorfosi, la spirale di Uzumaki può significare qualcos’altro. La forma della spirale, nella cultura storica, ha un significato molto più positivo: è simbolo di rinascita e di rinnovo, ma anche simbolo di comunione con la natura, visto che ogni cosa del mondo naturale sembra muoversi in un modo spiraliforme, dalle piante, ai fiori, al nostro apparato uditivo, alle galassie. Anche nella matematica, con la successione di Fibonacci, con la somma dei numeri interi tracciata su carta, riproduce la forma di una spirale che continua verso l’infinito.

In Uzumaki di Junji Itō, proprio come si ritrova nelle pagine del manga, la spirale ha un significato del tutto opposto: quando gli occhi seguono la linea verso il centro, ha un effetto di controllo e di disorientamento, proprio quando si vuole ipnotizzare una persona. Più si fissa il centro, più si fissa la spirale, più si è catturati da una sensazione alienante che ci porta alla follia e alla regressione, condannando per sempre le persone di Kurozu-cho in questo ciclo maledetto fino alla fine dei tempi.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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