Gran Premio di casa: 13 piloti di F1 che non lo hanno mai vinto

13 Piloti di F1 che non hanno mai vinto il loro Gran Premio di casa

Il Gran Premio di casa: la “balena bianca” di ogni pilota di Formula Uno 

Consacrare il proprio nome in Formula Uno e affidarlo ai libri di storia non è affatto facile, questioni di attimi, di congiunzioni astrali, di incastri perfetti, che portano le stelle del talento, della fortuna e dell’efficienza allinearsi l’un l’altra. In mezzo a tutte queste stelle ce n’è una ancora più difficile da cogliere, il sogno di qualsiasi pilota di F1, il tarlo di tutti quelli che sono riusciti a raggiungere la massima competizione automobilistica, una “balena bianca” che per tutta la carriera continua a sfuggire inesorabilmente, magari a causa di ritiri disastrosi, grandissime sfighe o errori. 
Un disegno astrale che non ha semplicemente avuto modo di compiersi.

Herman Melville scrisse: «Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu che insensato cerchi lei!».
Mai frase fu più vera, soprattutto per questi sfortunatissimi piloti, che aspettano ancora la loro chance per brillare, alla ricerca disperato del tanto agognato Gran Premio di casa!

13 Piloti di F1 che non hanno mai vinto il loro Gran Premio di casa

Jean Alesi 

In una competizione per chi sia stato il pilota più sfigato della Formula Uno, Jean Alesi si contenderebbe sicuramente le prime posizioni. Pur essendo stato un grandissimo pilota, dotato di un talento eccezionale che ha avuto una carriera di tutto rispetto, mettendosi al volante di grandissime vetture come la Ferrari, la Tyrrell e la Benetton il pilota di Montfavet è riuscito a raccogliere una sola vittoria in carriera e mai nel suo GP di casa, dove conta 5 ritiri e un solo podio in 11 presenze. 

John Surtees

L’eroe dei due mondi. Di sicuro Surtees è uno che sa come si vince, anzi lo sa benissimo, in quanto è riuscito a portare a casa sia il titolo di campione del mondo di Formula Uno che del Motomondiale. Un impresa che ha dell’eccezionale e che ancora oggi rimane impareggiabile. John però nonostante la sua carriera di successo, non fu mai capace di portare a casa il Gran Premio di Silverstone, dove è riuscito a giungere cinque volte sul podio, ma dove ha anche alzato bandiera bianca quattro volte.

Sergio Perez 

La carriera di Sergio Perez in Formula Uno non è di certo stata stellare, almeno fino agli ultimi anni, in cui un po’ la fortuna, un po’ i meriti sportivi e la grandissima costanza mostrata con la Racing Point, gli hanno permesso di ottenere il sedile della macchina più competitiva di tutto il circus: la Red Bull. Tuttavia, nonostante si sia mostrato molto competitivo a tratti, il messicano, che occupa il posto di gregario nella scuderia campione degli ultimi due anni di F1,  non è ancora riuscito a vincere il suo Gran Premio cittadino, dove negli ultimi due anni si è riuscito però a piazzare terzo, per la gioia di suo padre, il quale ha esultato lo stesso come un pazzo, regalando baci a tutti i passanti del paddock. 

Carlos Reutmann

Un pilota con l’animo d’artista, tanto talentuoso quanto incostante. Capace di alternare prestazioni superlative a gare davvero incolore. Tormentato  e tormentoso per dirla alla Enzo Ferrari, il pilota argentino e la fortuna si mancarono per tutta la sua carriera per questioni di millimetri. Carlos ebbe l’abilità di assicurarsi spesso il sedile di una scuderia competitiva, ma sempre l’anno prima o l’anno dopo che quest’ultima avesse vinto il titolo. In tutto questo marasma di sfighe nemmeno il suo Gran Premio cittadino fu un porto sicuro in cui rifugiarsi, dove raccolse quattro podi, ma anche tre miseri settimi posti e due ritiri.  Probabilmente il classico tipo che appena smette di frequentarsi con una persona, questa poi dopo di lui trova l’amore eterno. 

Jacky Ickx

Sicuramente un pilota leggendario, esempio di classe e sportività e che nella sua carriera ha dimostrato di saper vincere e di saperlo fare bene un po’ in tutte le categorie automobilistiche. Memorabili sono le sue vittorie nella celeberrima 24 Ore di Le Mans, dove in poco meno di tre lustri ha portato a casa sei vittorie. Considerato uno dei più grandi piloti a non aver mai vinto un mondiale, sfiorato solo nel 1970, anche a causa del misero risultato ottenuto nel Gran Premio di casa. Riuscì a salire sul podio in un’occasione, ma conta anche il record di ben quattro ritiri consecutivi e una non qualifica. 

Alboreto, Patrese e Fisichella gli altri piloti italiani a Monza 

La storia gloriosa della Formula Uno ha di sicuro una matrice italiana e tra gli elementi più iconici che la raffigurano c’è di sicuro il circuito di Monza, il tempio della velocità, che per anni è stata la casa e il terreno di battaglia preferito da tantissimi grandi piloti italiani, i quali dotati di un talento eccezionale e di macchine competitive portarono a casa diversi successi in quel di Monza. Col passare del tempo però la storia è cambiato e sia i ferraristi, sia i piloti italiani hanno vissuto sul circuito emiliano una serie di gare incolore e di sfighe inimmaginabili. Una vittoria italiana che manca da 47 anni, tantissime ombre e ogni tanto qualche luce, come quella accesa da Michele Alboreto, due volte secondo, da Patrese e Fisichella, entrambi terzi e poi nulla più. Un digiuno lunghissimo e che sembra, purtroppo, destinato a durare. 

Jacques Villeneuve

Fa specie vedere in questa lista così tanti campioni del mondo. Jacques fu uno di quelli, che nonostante l’aver raggiunto l’alloro mondiale, non riuscì mai ad aggiungere quest’ultimo tassello alla sua straordinaria carriera. Un campione astuto, irriverente e calcolatore, temprato dalla tragica scomparsa dell’amatissimo padre Gilles, capace di superare qualsiasi ostacolo gli si parasse contro durante la sua carriera, persino Micheal Schumacher, al quale strappò il titolo mondiale. Il Gran Premio di Montreal resta però l’unica gioia mancante di una carriera  ottima. Un rapporto quello tra Jacques e il suo Gran Premio di casa costellato da errori, come quello del 1997 in cui solo al secondo giro andò a sbattere contro il celeberrimo “Wall of Champions”. 

Mika Hawtorne

Mika è stato uno di quei piloti avanguardistici, che hanno segnato un epoca e hanno lasciato una grandissima eredità ai posteri. Un pilota che fece da apripista per la tradizione inglese in Formula Uno, riuscendo a diventare il primo britannico a ottenere l’alloro mondiale, dando il via a una vera e propria serie di campioni made in Gran Bretagna. Pur vincendo un solo GP, Hawtorne riuscì a laurearsi campione del mondo con la Ferrari nel 1958. In quell’anno eguagliò anche il suo miglior piazzamento di sempre al GP di Silverstone, un secondo posto, per giunta alle spalle del suo compagno di squadra.

Phill Hill

Insieme a Hawtorne, detiene il record di aver vinto il mondiale con il minor numero di vittorie all’attivo: 3, nessuna delle quali ottenute nel suo Gran Premio casalingo. Tradito dalla frizione e poi dal motore, poi ancora dalla pompa dell’olio, Phill ebbe difficoltà persino a prendere parte al GP statunitense, che portò a termine una sola volta, ottenendo un misero sesto posto che gli valse però almeno un punto. 

Graham Hill 

Il suo nome è nella leggenda, probabilmente più di qualsiasi altro pilota automobilistico della storia. Capace di dipingere in pista delle traiettorie mozzafiato, che gli sono valse ben tre titoli automobilistici leggendari (il campionato di F1, la 24 Ore di Le Mans e la 500 Miglia di Indianapolis) che compongono la cosiddetta “Triple Crown”.  A una carriera magnifica, che lo portò due volte sul tetto della massima competizione automobilistica, vanno aggiunti però una serie sterminata di ritiri e di incedenti, che non gli permisero mai di accaparrarsi il gradino più altro del suo Gp di casa, il Gran Premio di Silverstone. 

Charles Leclerc 

Protagonista di un dramma sportivo contemporaneo, Charles è l’emblema dell’eroe epico che combatte contro un fato titanico, con la speranza di poter rovesciare le sorti di un destino che sembra essersi accanito contro di lui. Un moderno Ulisse che spera di mettere fine al suo vagare, alle sue infinite peripezie e tornare finalmente a casa. Una casa che per Leclerc ha un sapore dolce amaro, accolto ogni volta come una superstar, travolto dall’affetto, dalle aspettative, ma anche dalla sfiga. Ciò che rende il tutto ancora più malinconico è il fatto che Charles, a Monaco, è velocissimo. Più volte il monegasco ha dimostrato di avere il talento necessario per districarsi alla perfezione tra le mura del circuito cittadino, ma la sorte ha dimostrato più volte di avere altri piani. Questa costellazione di sfighe inizia con un ritiro nel 2018 a causa di un tamponamento. Prosegue con un altro ritiro nella  gara frenetica del 2019, compromessa dagli errori del muretto di Maranello durante le qualifiche. Raggiunge dei brillantissimi apici di cattiva sorte nel 2021, quando Charles si guadagna un’inaspettata pole position anche a causa della bandiera rossa provocata da lui stesso. La macchina apparentemente intatta però, da forfait pochi attimi prima della partenza, a causa di problemi al semiasse e il numero 16 non poté neanche prendere parte alla gara. Nel 2022 Charles riconquista la pole position, questa volta con una prestazione maiuscola, esprimendo un velocità impressionante. La domenica però sarà segnata dalla scellerata strategia della scuderia Ferrari, che lo relegherà tristemente ai piedi del podio. Nel 2023 ancora una volta la sorte si accanisce nei suoi confronti e a causa di uno sfortunato impeding viene retrocesso di 3 posizioni in griglia di partenza, compromettendo così qualsiasi possibilità di vittoria o di podio nel Gran Premio di casa. 
Quella tra il monegasco e il circuito di Monaco sembra la storia di un matrimonio che non s’ha da fare, di una favola che fatica a regalare il giusto lieto fine a un ragazzo e un pilota straordinario. L’augurio è quello che Charles sia finito in questa classifica solo momentaneamente, che arrivino giorni migliori e gare migliori alla fine delle quali il numero 16 potrà sventolare la bandiera monegasca sul gradino più alto del podio. 

Fonte Immagine di Copertina: Wikimedia Commons

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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