Ithaka, il docufilm sul caso Assange alla Galleria Toledo

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Continua a riscuotere grande successo il tour italiano del film documentario Ithaka di Ben Lawrence. Il docufilm sul caso Assange, è arrivato finalmente a Napoli al Teatro Stabile d’innovazione Galleria Toledo.

Sabato, 16 settembre, Ithaka ha finalmente fatto tappa a Napoli, presso il Teatro Stabile d’innovazione Galleria Toledo. In una sala gremita di spettatori il docufilm Ithaka è stato introdotto dalla giornalista Stefania Maurizi, dall’attrice Laura Morante e in collegamento web dal direttore del giornale Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.

Il motivo della mobilitazione di FreeAssangeNapoli 

Il Movimento FreeAssangeNapoli sulla scia di una campagna di mobilitazione internazionale, portata avanti dai familiari di Assange, vuole tenere desta l’attenzione di tutti i cittadini in una fase cruciale per il famoso fondatore di WikiLeaks, perseguitato ormai da oltre dodici anni dalla CIA e dalla giustizia statunitense per aver rivelato scomode verità  sui crimini di guerra degli USA e dell’UK in Afghanistan e in Iraq. 

Il protagonista di Ithaka è detenuto ingiustamente da quattro anni, insieme ai criminali più pericolosi della Gran Bretagna, nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, la Guantanamo inglese. Julian Assange è in attesa che l’Alta Corte britannica si pronunci sulla sua ultima possibile richiesta di appello contro l’estradizione definitiva negli USA che lo condannerebbe al carcere a vita.

Un estratto dell’interessante dibattito sul caso Assange prima della proiezione di Ithaka

«Ho quasi paura di offendere Assange a chiamarlo giornalista – afferma Marco Travagliovisto come si è ridotta la nostra categoria, preferisco considerarlo un pirata. Ho una grande simpatia per i pirati e per i corsari a capo di una ciurma benefica, che ha insegnato anche ai giornalisti che hanno smarrito la coscienza di sé, la consapevolezza di sé, la ragione per cui fanno questo bellissimo mestiere, e che guarda fuori dalle nostre democrazie per cercare violazioni della libertà d’espressione, di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati sulle cose che il potere nasconde» e continuando sul protagonista di Ithaka: «Qualcuno ha pensato che lui volesse negare che Putin è un lupo, non lo voleva negare, voleva semplicemente negare che gli altri fossero Cappuccetto Rosso e la nonnina buona. Questa è una fiaba di Cappuccetto Rosso dove ci sono tanti lupi e manca la bambina e la nonnina buona; cosa c’è di più ipocrita nell’ indignarsi perché un autocrate fa l’autocrate e nel non indignarsi poi se le nostre democrazie si comportano come l’autocrate? Il tradimento dovrebbe preoccupare innanzitutto il tradito, ovvero noi, noi non siamo traditi da Putin, personalmente non ho mai votato Putin, io mi sento tradito dalla mia categoria e dal mio Parlamento che non hanno preso nessun tipo di posizione in difesa di Assange.»

«Sono in questa città che per me ha un significato particolare» spiega la giornalista Stefania Maurizi, autrice de Il potere segreto, il libro inchiesta sul caso Assange e vincitore del Premio Alessandro Leogrande 2022, «perché la prima volta che ho lavorato su un documento di Wikileaks è stato proprio qui a Napoli nel luglio del 2009, quando in qualità di giornalista d’inchiesta la redazione di WikiLeaks mi chiese di verificare l’autenticità di un file audio che volevano pubblicare sulla crisi dei rifiuti a Napoli e sulle presunte trattative Stato-camorra.»

«Una grandissima parte della nostra storia è segreta, è coperta dal segreto» continua la giornalista Stefania Maurizi parlando con fervore in merito ai documenti segreti pubblicati da WikiLeaks: «un segreto che non serve a proteggerci, a proteggere la nostra sicurezza, ma protegge i crimini di Stato. Vedete con Ustica, sono passati quarantatré anni e non se ne viene a capo e le famiglie continuano a cercare, vogliono una spiegazione, vogliono una verità e non hanno nessuna chance, perché il segreto,  quel grumo di segreti al cuore degli Stati è inscalfibile, almeno che qualcuno dall’interno, dal buio del segreto di Stato decida di far trapelare le informazioni all’esterno.»

«Perché questa vicenda non c’è sulla prima pagina di tutti i giornali? Perché manca? E così ho cominciato a cercare, per vedere qualcosa che io potessi fare – spiega l’attrice Laura Morante – e così con Stefania e altre persone abbiamo creato quest’associazione La mia voce per Assange raccogliendo molti video di persone anche comuni, del mondo dello spettacolo. Ho ricevuto anche dei no e mi sono resa conto di quello che è stato fatto ad Assange per alienargli il sostegno popolare e sono stati davvero abilissimi nel raccontare di lui cose totalmente false. Difendere Julian Assange significa difendere la nostra libertà, significa di rifiutarsi di lasciarci ingannare. Mi auguro che ci sia una sollevazione popolare talmente gigantesca da non essere più ignorata.»

Nella sala tra il pubblico per la visione di Ithaka figura anche il regista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Carlo Luglio: «sono contento che stasera la sala sia così piena di gente – afferma il regista – la serata è stata un vero  trionfo con un dibattito corposo e illuminante ed un film durissimo e toccante, nonostante l’oscurantismo della stampa italiota, in particolare del Tg3 regionale e de La Repubblica, nonostante i voltafaccia delle istituzioni amministrative e formative e la codardia di tutti quegli intellettuali che mostrano il loro servilismo al potere oscuro.»

Ithaka: l’Odissea straziante di una famiglia che lotta per la Verità e per la Giustizia

Ithaka non è il primo film su Julian Assange (basti ricordare Il quinto potere, 2013 o il docu Risk, 2016), probabilmente non sarà l’ultimo, ma senza dubbio Ithaka resterà quello più commovente, essendo un racconto intimo, intenso ed emozionante, narrato con il cuore, dal punto di vista della sua famiglia: di sua moglie e sua consulente legale Stella Morris Assange con i suoi due figli e di suo padre, John Shipton, che nonostante i suoi settant’anni, continua instancabilmente a girare il mondo per chiedere aiuto a presidenti, personaggi famosi e semplici cittadini per la liberazione di suo figlio Julian, per salvarlo da un destino crudele e soprattutto ingiusto.

Difficile, dopo la visione di Ithaka, per chi ama la giustizia, per chi crede nella libertà, continuare a far finta di niente, a girarsi dall’altra parte. La lotta per Assange è anche la nostra lotta per la libertà; Ithaka è anche la nostra isola, la nostra meta, la nostra unica strada percorribile contro una cultura imbavagliata, per il diritto di informazione, per una democrazia vera, autentica e non solo declamata, per il futuro delle giovani generazioni.

Ecco perché gli attivisti di tutto il mondo si stanno mobilitando, coordinati dai collaboratori di  Stella Morris Assange, per essere pronti a scendere in piazza, a protestare sotto le Ambasciate, per quello che è stato denominato X Day o giorno X, ovvero il giorno in cui l’Alta Corte britannica dovrà pronunciarsi in merito alla richiesta di appello di Julian Assange. L’evento di Ithaka è stato organizzato dagli attivisti di FreeAssangeNapoli in collaborazione con: Teatro Stabile d’innovazione Galleria Toledo, Festival Del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Imbavagliati – Festival Internazionale di Giornalismo Civile, Articolo21 Campania, Giustizia per Mario Paciolla, l’Asilo, CSOA Officina99, Santa Fede Liberata.

Siete pronti per il DAY-X? Unisciti alla chat Whatsapp e agli hashtag di Facebook #freeassangeNapoli e #FreeJulianAssangeNow per essere informato in tempo reale sugli sviluppi della vicenda e sui principali appuntamenti e scadenze napoletane.

Fonte immagine di copertina: in evidenza: Sito web del Ithaka

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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