L’avventura dell’immaginazione (mostra), l’intervista ad Aldo Severino

Giacomo Leopardi: L'avventura dell'immaginazione

L’avventura dell’immaginazione. Maestri, città e amori del Poeta dell’Infinito di Renaldo Fasanaro è una mostra dedicata al celebre poeta Giacomo Leopardi, la quale è stata inaugurata sabato 18 gennaio nel Castello Doria di Angri (in provincia di Salerno) e sarà visitabile fino a domenica 2 marzo.

Tale evento è stato allestito dall’Architetto Renaldo Fasanaro ed organizzato dalla Pro Loco di Angri con il patrocinio del Comune, dell’Assessorato alla cultura, dell’Assostampa Campania Valle del Sarno e dell’Unpli Provinciale di Salerno. A parlare della mostra Giacomo Leopardi: L’avventura dell’immaginazione è lo stesso presidente della Pro Loco locale Aldo Severino, il quale racconta la genesi e l’obiettivo dell’evento, illustrando il valore dei vari memorabilia esposti nelle sale della fortezza. 

Giacomo Leopardi: L'avventura dell'immaginazione

Giacomo Leopardi: L’avventura dell’immaginazione, il presidente della ProLoco di Angri illustra la genesi della mostra al Castello Doria

Presidente Severino, per iniziare questa intervista le chiedo di raccontare la genesi e l’allestimento della mostra “Giacomo Leopardi: L’ avventura dell’immaginazione. Maestri, città e amori del Poeta dell’Infinito di Renaldo Fasanaro”.

È un’idea che mi balenava da tempo nella mente, riuscire a portare nel territorio qualcosa di unico e che avesse tutte le fattezze di una mostra importante, come quelle che si ammirano nelle grandi città d’arte. Il rapporto che ho con il mio amico Renaldo Fasanaro, curatore e proprietario della mostra. Un anno intero a studiare come, quando e dove. Non è stato facile. Un anno prima per l’anno dopo. Accordi, incontri, specifiche tecniche e pratiche, insomma un lavoro che è durato molto tempo, ma credo che alla fine ne sia valsa la pena. Abbiamo portato ad Angri la mostra su uno dei più importanti scrittori e poeti che la letteratura italiana abbia mai avuto.

Il percorso  e i memorabilia esposti all’interno del castello salernitano: un viaggio nel tempo per scoprire la società e la cultura nell’Italia dei primi decenni del XIX secolo

Inoltre, il percorso presenta agli spettatori alcune opere di Giacomo Leopardi, come Le operette morali ed i Canti, nonché le epistole speditegli da amici e parenti. Uno degli obiettivi dell’esposizione è quello di offrirci non solo il punto di vista del letterato e filosofo recanatese ma anche quello dei suoi contemporanei. Perché l’architetto Fasanaro e gli altri curatori della mostra hanno optato per un duplice punto di vista alternandosi fra il protagonista e i comprimari di questa vicenda storico-letteraria?

L’iniziativa offre l’occasione per promuovere e valorizzare un importante corpus di documenti reperiti sul mercato internazionale librario dal curatore della mostra, con l’esposizione di edizioni originali a stampa di opere del poeta recanatese e della saggistica più autorevole uscita nell’arco di due secoli. L’esposizione dà modo di seguire l’intero percorso del poeta secondo un ordine principalmente cronologico, partendo da Recanati, per poi toccare Roma, Milano, Bologna, Pisa, Firenze e Napoli, città di importanti incontri nonché luoghi d’ispirazione della sua produzione letteraria. L’esposizione comprende circa sessanta pannelli con la presentazione di importanti reperti originali tra cui lettere inedite di Paolina Leopardi, dell’editore Antonio Fortunato Stella, Pietro Giordani, Giovan Pietro Vieusseux, Francesca Targioni Tozzetti detta Fanny, Antonio Ranieri ed altri nonché di un ricco apparato iconografico costituito da dipinti e da stampe che ritraggono luoghi, personaggi e momenti dell’Italia preunitaria dell’Ottocento. Inoltre una sezione della mostra è dedicata a illustrare il legame di Leopardi con gli intellettuali stranieri del tempo: Johann Wolfgang Goethe, Madame de Staël, Charlotte Bonaparte, Gabriel Rudolf Ludwig von Sinner ed altri. Reperto forse unico tra i ritratti esistenti è la maschera funebre in gesso dipinto di inizi novecento che rende visibile come per incanto il vero volto del Poeta dell’Infinito.

Una mostra per riscoprire un poeta e filosofo accusato di “pessimismo” dalla tradizione

La mostra “L’avventura dell’immaginazione. Maestri, città e amori del Poeta dell’Infinito di Renaldo Fasanaro” descrive al pubblico la società, i salotti culturali e l’architettura delle città italiane del XIX secolo offrendoci anche una prospettiva sulla psicologia, sul pensiero e sulla poetica di Leopardi. Credete che l’approccio scelto possa affascinare il pubblico nei confronti di un autore “marchiato come pessimista dalla tradizione scolastica dei precedenti anni”?

Assolutamente sì, Leopardi affascina. Partendo da una posizione di estremo pessimismo personale, causato dalla perdita della gioventù, egli approda a un pessimismo storico riguardante il continuo decadimento della società, e infine a un pessimismo cosmico. Ma poi viene fuori il suo mondo come per esempio la sua teoria del piacere quella enunciata all’interno dello Zibaldone. Desiderio infinito del piacere, impossibile da soddisfare. La riflessione di Leopardi parte da un’idea ben precisa: ogni uomo, nel suo agire, mira «al piacere, ossia alla felicità»; questa tendenza al piacere non conosce limiti perché connaturata all’esistenza; al contrario, i mezzi attraverso i quali l’uomo cerca di soddisfarla, i «piaceri», sono limitati, temporanei ed effimeri. Ne consegue la distanza incolmabile tra desiderio del piacere ed effettiva possibilità di soddisfarlo. Ma poi tante cose che una sola intervista non basterebbe.

Negli ultimi anni Giacomo Leopardi sembra aver conquistato il pubblico di lettori; dal momento che, è stato di ispirazione per lo scrittore Alessandro D’Avenia (autore del best-seller L’arte di essere fragile) ma anche il protagonista di un film (Il giovane favoloso di Mario Martone), di una miniserie della Rai (Leopardi. Il poeta dell’infinito di Sergio Rubini) e di alcune illustrazioni realizzate dall’artista Ernesto Anderle (assieme al pittore Vincent Van Gogh, al cantautore Fabrizio De André e alla sua creazione Roby il pettirosso). Come spiegherebbe questa “riscoperta odierna” di Giacomo Leopardi? Crede che i temi delle sue opere possano essere ritenuti attuali?

Anche in questo caso ci sarebbe tendo da dire. Credo che Leopardi come tutti coloro che hanno fatto la storia, attraverso l’arte, la cultura, la letteratura vadano in continuazione, sempre e per sempre ricordati, in qualsiasi modo.

Quali mostre ospiterà il Castello Doria di Angri dopo Giacomo Leopardi: L’avventura dell’immaginazione? 

Dopo l’esperienza con Leopardi, credete che il Castello Doria di Angri possa ospitare una futura mostra rivolta ad un altro poeta o romanziere. Se si, chi potrebbe essere il prossimo protagonista?

Questo non è un esperimento isolato, al Castello Doria abbiamo già ospitato la mostra su Ernest Hemingway, dello stesso autore. Abbiamo fatto già tanti percorsi culturali, teatrali e proposto eventi anche di spessore con ospiti anche di caratura importante. Nel dna di una ProLoco come in tante associazioni che fanno cultura c’è la promozione del territorio e la diffusione della cultura. Abbiamo in serbo tante sorprese. Spoileremo al più presto il protagonista della prossima mostra.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Pro Loco di Angri per la fotografia

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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