La storia che ha commosso Spresiano (TV), e non solo, prende forma attraverso il film 18 regali, in uscita nelle sale cinematografiche il 2 gennaio 2020.
Il film di Francesco Amato è ispirato alla vera storia di Elisa Girotto, una donna trevigiana morta nell’agosto 2017 a soli 40 anni per un carcinoma al seno, che, consapevole di essere alle soglie della morte, decide di lasciare alla figlia, nata nel 2016, un regalo per ogni suo compleanno fino al diciottesimo anno, cercando in questo modo di accompagnarla nella crescita e donandole tutto il suo immenso amore, seppur a distanza.
Prodotto e distribuito da Lucky Red, insieme a 3 Marys Entertainment, Rai Cinema, Vision Distribution e Sky Italia, il film viene realizzato grazie all’aiuto del marito di Elisa, Alessio Vicenzotto (collaboratore anche della sceneggiatura), che svela al regista il mondo interiore della moglie, insieme al coraggio e alla forza che l’hanno accompagnata fino alla fine.
18 regali si inserisce nel filone cinematografico che racconta una scomparsa prematura seguita da una testimonianza della persona defunta scandita nel tempo, si pensi a P.S. I Love You (2007).
18 regali: la trama
Impossibile trattenere le lacrime di fronte alla storia di Elisa (interpretata da una saggia ed emozionante Vittoria Puccini), che, consapevole di una sicura e straziante dipartita, pensa al futuro della sua figlioletta, che lascia all’età di appena un anno, cercando un modo per restare al suo fianco anche dopo la sua morte. Decide così di preparare un regalo per ogni compleanno di Anna (interpretata da un’intensa e straordinaria Benedetta Porcaroli), consegnatole dal padre Alessio (Edoardo Leo) per suo conto, fino al compimento del diciottesimo anno.
Attraverso questi diciotto regali Elisa dimostra tutto l’incommensurabile amore per sua figlia, che nemmeno la morte può arginare. Mamma Elisa ci sarà sempre per la figlia Anna, nonostante il fato avverso, cercando di trasmetterle coraggio, forza e determinazione, insieme a tutte le migliori qualità. Ma Anna ha sempre avuto un atteggiamento ribelle e scontroso, soprattutto nei confronti del padre e di quei regali che vede come un’ingombrante eredità, arrabbiata con la vita che le nega la possibilità di stringere e sentire davvero vicina sua madre. Così, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, Anna decide di disertare la festa organizzatale con premura dal padre Alessio e dai familiari, preferendo girovagare per le strade, straziandosi davanti a un boccale di birra, persa nel suo dolore. Totalmente presa da se stessa, Anna non percepisce l’arrivo di un’auto dritta verso lei, venendo pertanto investita. Accade qui qualcosa di straordinario; al suo risveglio, Anna si ritrova in una sorta di crasi spazio-temporale, torna improvvisamente indietro nel tempo ricevendo il suo più bel regalo di sempre: trovarsi faccia a faccia con sua madre Elisa, con la felice e rivelatrice occasione di conoscersi e confrontarsi, seppur in un rapporto un po’ dialettico, ma di amorevole conflittualità. Inizialmente due sconosciute che, col tempo, prendono consapevolezza dell’amore e del dolore che le lega.
18 regali. La storia di Elisa Girotto
18 regali si ispira alla vera e drammatica storia di Elisa Girotto. Una storia dolorosa, ma colma di speranza grazie all’amore che lega eternamente una madre a sua figlia, al di là di qualunque ostacolo insormontabile, come la stessa morte.
Nata a Maserada sul Piave e spostatasi poi a Spresiano, in provincia di Treviso, lavora come direttrice di una filiale di una banca di Treviso. Conosce suo marito Alessio Vicenzotto, sportivo e meno concreto di Elisa, dal cui amore nasce Anna nell’agosto 2016. Ma proprio durante la gravidanza Elisa, dopo un consueto controllo, scopre di essere affetta da un male incurabile, un cancro al seno triplo raramente aggressivo che, dopo quattro operazioni chirurgiche e sedute di chemioterapia, non sembra lasciar scampo ad una donna tanto forte quanto devastata. Elisa decide con Alessio di anticipare il matrimonio, non essendo certa di sopravvivere fino alla data fissata inizialmente, e di guardare concretamente al futuro della piccola, lasciandole in eredità diciotto regali, uno per ogni compleanno a cui il fato non le consentirà d’essere fisicamente presente: giocattoli, libri, vestiti, fino all’ultimo pensato per il raggiungimento della maggiore età, un mappamondo con l’indicazione dei luoghi che avrebbe voluto visitare con lei.
La collaborazione di Alessio, per la realizzazione del film, risulta davvero preziosa, permettendo al regista Amato di toccare con mano le abitudini e i pensieri di Elisa, e mandando un autentico messaggio di forza alle tante donne malate e piegate, che in Elisa possono ritrovare un valido e sano esempio. E con alcune di esse Elisa stringe forti legami, chiedendo anche aiuto e consiglio, a un gruppo di mamme, in merito ai regali da preparare ad Anna adolescente, e che riceverà tra tempo, avendo attualmente tre anni.
18 regali. Quando l’amore vince sul tempo e sulla morte
Il film di Amato vuole essere un inno alla vita. Un melodramma intriso d’amore e coraggio, servendosi del tempo come una sorta di finestra fantastica, che consente a madre e figlia di incontrarsi, conoscersi e confrontarsi, situazione resa impossibile nella realtà dalla battaglia contro il “cancroschifo” (così definito da Elisa), purtroppo fisicamente perduta. Ma ciò che il male non ha piegato è l’amore di una madre, che vince l’impossibile, travalicando i confini temporali, superando persino la morte. L’impegno del regista è un dono meraviglioso, concesso da Alessio che, dopo meno di un mese dalla morte di Elisa, gli apre le porte, mostrandogli un bagaglio dal forte impatto emotivo, le lettere e i regali lasciati per la piccola Anna.
E se l’amore riesce a beffare il tempo tiranno, i diciotto regali sono la metafora di un legame destinato ad alimentarsi e mai scomparire. Un legame indissolubile che, per sopravvivere, non ha certamente bisogno di pacchi da scartare, ma che attraverso questi potrà mostrare in futuro ad Anna la forza e l’affetto che hanno illuminato anche gli istanti più bui della vita di mamma Elisa, quando la speranza e la determinazione sembravano volersi arrendere. La volontà di lasciare qualcosa di sé attraverso questi regali, che accompagneranno la crescita della figlia, quando lei non potrà più farlo.
L’autentica rivelazione del film è senza dubbio la giovane Benedetta Porcaroli (Anna adolescente), già conosciuta nell’interpretazione in Baby, la serie tv Netflix incentrata sullo scandalo delle baby squillo dei Parioli.
Adolescente sfrontata e strafottente, incazzata con la vita che non è stata generosa con lei, sottraendole il bene più prezioso, sua madre. E grazie a questa crasi spazio-temporale il regista consente finalmente l’incontro della figlia con sua madre, attraverso i toni disincantati e ribelli della ragazza e di quelli tenaci, rigorosi, ma pacati della donna. Amato mette in scena la straordinarietà che si celebra nel rapporto conflittuale e tenero, amorevole e doloroso madre-figlia, finalmente insieme, anche se per un tempo limitato.
Ma l’intento del regista è quello di scavalcare la cronaca del lutto. Il film infatti non si presenta allo spettatore come racconto fedele della vicenda di Elisa, quanto come una storia in cui presente e passato si fondono per creare il miracolo straordinario di un incontro altrimenti impossibile tra madre e figlia. E la stessa Porcaroli tiene a sottolineare che 18 regali non vuole essere un film di solo pianto e disperazione, almeno non in chiave puramente tragica. Paradossalmente è semplice ricavare anche istanti comici e rilassanti, come le scene dei battibecchi tra Elisa ed Anna, con gusti, stili e pensieri irriverentemente dialettici, eppure prestati al perfetto incastro emotivo, come in un lungo e amorevole abbraccio.
Il pianto giunge, ed anche a profusione, ma sotteso da sorrisi complici e partecipativi verso cotanto amore/dolore venato da delicata dolcezza. Così si esprime Vittoria Puccini (Elisa) in una delle lettere scritte all’amatissima figlia: «Cara Anna, vorrei dirti tante cose, vorrei dirti com’è la vita e come va affrontata, vorrei trasferirti il mio modo di fare e di pensare! Vorrei esserci nei momenti di difficoltà, ma non si può! Il destino ha deciso così!».
Già! Un destino beffardo che cala un velo doloroso sulla vita di una donna/mamma, così come probabilmente sarà per Anna. Forse quando vedrà questo film, tutto quel dolore e quella rabbia, egregiamente interpretati da Benedetta, cederanno il posto ad un caldo abbraccio, che la giovane potrà percepire in tutta la sua autenticità, così come l’abbiamo percepito noi, provando emozioni che dallo stomaco giungono dritte al cuore, lasciando un senso di semplicità e gratitudine.
«Elisa vedeva la vita per quello che era e la affrontava sempre con il sorriso sulle labbra, non perdendosi mai d’animo e godendo di ogni secondo che le veniva concesso. Spero che la storia di mia moglie aiuti le persone a riflettere sull’importanza dell’amore verso la vita, che va sempre vissuta a pieno, anche nei momenti di difficoltà».
Alessio Vicenzotto