Cortometraggio Abbasc’: intervista a Claudia Fiorito e Lorenzo Buongiovanni

Abbasc'

Il 27 aprile scorso è stato presentato, presso le sala de Al Blu di Prussia, a Napoli, il cortometraggio  scritto da Claudia Fiorito e diretto da Lorenzo Buongiovanni.

La trama è semplice, ma al tempo stesso intrigante: una donna alacre si prodiga con atti e gesti di utilità pubblica e senso civico nel quartiere in cui abita. Questi suoi comportamenti vengono recepiti in maniera contrastante dalle vicine, tra cui una in particolare che è convinta che la donna, dietro la sua solerzia, nasconda la necessità d’espiare un proprio senso di colpa.

Abbiamo intervistato Claudia Fiorito e Lorenzo Buongiovanni e abbiamo posto loro alcune domande a proposito del lavoro che hanno diretto.

Abbasc’: l’intervista

L’idea del cortometraggio, della sua trama e delle sue implicazioni sociali e psicologiche nasce a partire da un’esperienza vissuta da Claudia Fiorito. In che termini esperienza reale e filtro cinematografico si sono incontrati? Quali elementi sono stati modificati, sottolineati, rivoluzionati nella sceneggiatura?

Claudia Fiorito – Alcuni anni fa vidi un servizio al telegiornale che riportava di una donna che nel tempo libero si dedicava alla pulizia degli spazi pubblici nel vicinato. Agli intervistati, residenti del quartiere, la cosa sembrava far piacere: erano tutti ammirati dalla solerzia della signora, già un po’ avanti negli anni. E poi sentii la notizia della fontana di Monteoliveto, periodicamente imbrattata di graffiti, ripulita da un gruppo di volontari: il riscontro in questo caso non fu positivo e il gruppo venne segnalato alla soprintendenza da un comitato cittadino. È da questi fatti che nasce l’idea di Abbasc’, che ho scritto – più che nel tentativo di una denuncia sociale – partendo dal mio interesse per l’umano, dalla curiosità per come sarebbe andata se la polemica fosse nata dalle azioni della volenterosa signora, se tra gli intervistati si fosse instillato un sottile senso di colpa, un sentimento di invidia. Penso che sarebbe successo qualcosa di simile alla sceneggiatura che ho scritto.

La pellicola gira intorno a un dualismo: opera buona e senso di colpa. Quale l’intentio princeps dietro la regia e la sceneggiatura di Abbasc’?

Lorenzo Buongiovanni – È la coscienza delle tre donne che mi interessava. Una delle donne (Annamaria, interpretata da Liliana Palermo) spiega le sue ragioni, limpida, senza mezzi termini; però è quella che vediamo solo alla fine. L’altra è la protagonista (Tina, interpretata da Rosaria De Cicco); seguiamo la sua vita ma le sue intenzioni rimangono nell’ombra. Anche la sorella (Maria, interpretata da Maria Rosaria Virgili) sembra non conoscere questa intenzione. Però lei ha un’altra coscienza, è l’unica cosa che le distingue davvero.

Claudia Fiorito – Mi “solleticava” la creazione di una storia dai risvolti estremi ma anche probabili; per citare Paolo Sorrentino: “il cinema è eccezionale nel reale”. I personaggi di Abbasc’ hanno vite comuni: non sono eroi o “super cattivi” da film della Marvel, tuttavia riescono a creare dinamiche complesse facendo nascere da un gesto di bontà disinteressata una ragione per scatenare una guerra. È un tipo di situazione in cui chiunque potrebbe ritrovarsi, anche se speriamo che non accada mai.

L’uso della macchina da presa, delle inquadrature, del montaggio: in che modo le scelte di regia hanno enfatizzato e fermato l’attenzione su determinati momenti della narrazione?

Lorenzo Buongiovanni – Eravamo obbligati a essere degli ospiti indiscreti, lo spazio piccolo delle riprese ci costringeva a sedere con i protagonisti. A Napoli c’è una costante condivisione del vissuto, spesso purtroppo nel dolore, ma comunque una condivisione. E c’è sempre stata. A Napoli ti puoi sentire troppo vicino alle cose, troppo vicino alla morte e troppo vicino alla bellezza. È la stessa prospettiva del cortometraggio – troppo vicina e deformante.

Bene e male, sollievo e dolore, sospetto, angoscia, inquietudine e sollievo e tranquillità: quanto e come, nell’intenzione del montaggio della pellicola, sono interconnesse queste sensazioni e in che termini per sceneggiatrice e regista sono alla base dello scorrere delle vite dei personaggi di Abbasc’?

Lorenzo Buongiovanni –Tutte queste cose che hai detto le avremmo potute tirare fuori dal silenzio solamente. E il film doveva rispettare questi silenzi, che sono della vita prima che degli attori. E ci vuole un po’ di pazienza per tirare fuori questi sentimenti che hai detto. E per sentirli bisogna percepire il silenzio, che non esiste. Ma è necessario altrimenti certi dialoghi non avrebbero avuto senso.

Claudia Fiorito – È interessante come in un testo così ricco di dialoghi e povero di indicazioni di scena sia così importante il silenzio di cui parla Lorenzo. Non è un caso che il più importante turning point della vicenda avvenga nel corso della scena più silenziosa di tutte, in cui Tina e la sorella Maria parlano sole, sedute al tavolo, intervallando le loro frasi con lunghe pause. Tutte queste sensazioni sono concentrate lì, nel non detto. Solo Annamaria prova con le parole ad esprimere la sua sofferenza, ma non viene capita.

Quali sono stati i modelli teatrali e cinematografici, gli spunti, le esperienze e le suggestioni del quotidiano che hanno ispirato la realizzazione della pellicola?

LB – Napoli è stata la sola ispirazione possibile, almeno per me. Tutti i film che sono stati fatti su Napoli, compreso questo, sono una pallida imitazione alla fine. Le storie su Napoli esistono solo in relazione a un romanticismo, che non regge il confronto con la realtà.

 CF – Personalmente sono una fan delle storie “al chiuso”, in cui le tensioni umane traspaiono unicamente attraverso i dialoghi. Questa è una prerogativa più del teatro che del cinema, tuttavia esistono dei film girati in un solo interno che sono dei veri capolavori: cito solo Carnage (di Roman Polanski, 2011) tra i drammatici e Cena tra amici (di Alexandre de La Patellière, 2012) tra le commedie – da cui è stato tratto un remake tutto italiano nel 2015 – ma la lista potrebbe continuare. Ovviamente Napoli la fa da padrona: non si può non pensare all’influenza dei grandi del teatro napoletano con cui chiunque aspiri a scrivere sulla nostra città in qualsiasi forma è portato a confrontarsi con rispetto.

Le luci, le ombre, i silenzi: in che modo e in che misura il “fuori” nell’intenzione degli autori del cortometraggio vuole rispecchiare il “dentro” dei protagonisti?

 LB – Beh, ognuno si rispecchia come vuole, nel silenzio.

Ringraziamo Lorenzo Buongiovanni e Claudia Fiorito.

Abbasc’: il cortometraggio

Abbasc’ (durata 17 minuti), Napoli

Claudia Fiorito, sceneggiatrice

Lorenzo Buongiovanni, regista

Interpreti: Rosaria De Cicco, Maria Rosaria Virgili, Lino Di Benedictis, Liliana Palermo, Giovanni Caso, Carlo Musella.

A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Contatti: [email protected] [email protected]

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