All the Beauty and the Bloodshed | Recensione

all the beauty and the boodshed recensione

Dal 25 al 30 ottobre, sotto la direzione di Antonella di Nocera e prodotta da Parallelo 41 è partita la XII edizione di Venezia a Napoli. Il Cinema esteso., che si è svolta in storici cinema della città partenopea, come il Modernissimo, il cinema Astra e il Vittoria e di diversi altri province campane, arrivando per la prima volta anche ad Avellino.
Per la kermesse sono stati invitati quaranta ospiti e selezionate trenta pellicole dalla 79° Mostra Internazionale D’arte Cinematrografica. La Biennale di Venezia, tra cui, in prima visione nelle sale al Cinema Astra, All the Beauty and the Bloodshed diretto dalla regista Laura Poitras e vincitore del Leone d’Oro, come Miglior Film.

All the beauty and the bloodshed: come il personale diventa politico

All the Beauty and the Bloodshed è il documentario che racconta la vita tormentata ed emozionante della celeberrima artista e attivista Nan Goldin.
Narrato attraverso la potenza delle immagini catturate dal suo obiettivo – estensione del suo sguardo – conversazioni, documenti e filmati rari, il documentario celebra la sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaci causate dalla dipendenza da oppiacei, intrecciandosi inevitabilmente con il suo incredibile vissuto.
Il film passa in rassegna fasi fondamentali della vita di Goldin: la sua attività da attivista esposta attraverso sua mostra sull’AIDS Witnesses: Against Our Vanishing del 1989, censurata dal National Endowment for the Arts e il gruppo da lei fondato P.A.I.N., che attraverso le proteste ha raggiunto l’obiettivo di eliminare da molti grandi musei, come il Louvre e il Guggenheim, il nome dei Sackler, rifiutando i loro fondi.
Al centro del film campeggiano le opere d’arte di Goldin: The Ballad of Sexual Dependency, The Other Side, Sisters, Saints and Sibyls e Memory Lost che prestano il proprio nome alle sezioni del documentario e rievocano i momenti terribili e suggestivi della vita di Nan Goldin, mostrando il suo talento nel condividere la straordinarietà della sua quotidianità che l’ha resa una delle più grandi fotografe.
Corpi, spazi, luci ed emozioni si alternano, scambiano e ricostruiscono la sua enorme dolorosa esperienza di vita, che ha incontrato il trauma e la perdita nelle sue sfaccettature più diverse e rimandano di continuo all’esegesi delle sue sofferenze: il suicidio di sua sorella Barbara.

A dirigere il film vincitore del Leone d’Oro è il premio Oscar per Citizenfour Laura Poitras, la documentarista ha lavorato al film per tre anni. Durante i suoi incontri intimi con Nan Goldi ha capito che “il nucleo del film è costituito dall’arte, dalla fotografia di Nan e dall’eredità dei suoi amici e della sorella Barbara. Un’eredità di persone in fuga dall’America.”
Laura Poitras riesce mostrare a delineare con chiarezza come nella vita di Nan Goldin il suo personale sia anche -e soprattutto- politico; la scelta delle immagini tratta da The Ballad of Sexual Dependency che offre agli occhi degli spettatori la fluidità degli anni ’70 e ’80 a New York, linfa vitale per la cultura queer e la rappresentazione della bellezza tragica, fil rouge delle sue opere.
D’altronde lo stesso titolo del documentario All the Beauty and the Bloodshed, richiama l’assioma tra l’incanto nel grottesco, citazione tratta da un referto psichiatrico di sua sorella Barbara, prima della sua morte precoce.
Con precisione, Laura Poitras restituisce allo spettatore la spinta celata dietro le scelte di Goldin, come tutta le sue scelte di vita ritornino sempre al trauma della perdita della sorella e come questo abbia generato la bellezza (the beauty) della sua arte e il bagno di sangue metaforico (the bloodshed) del suo attivismo.

 

Immagine a cura di la Biennale di Venezia

A proposito di Dana Cappiello

Classe 1991, laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione. Ho sempre sentito l’esigenza di esprimermi, impiastricciando colori sui fogli. Quando però i pensieri hanno superato le mie maldestre capacità artistiche, ho iniziato a consumare decine di agende. Parlo molto e nel frattempo guardo serie tv e leggo libri.

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