Bullet Train, il film di David Leitch | Recensione

Bullet Train

Bullet Train è il film d’azione di David Leitch con Brad Pitt, Joey King, Aaaron-Taylor Johnson disponibile dal 27 febbraio su Prime Video

Alla fine degli anni Novanta, l’attore statunitense Brad Pitt incontrò il giovane stuntman David Leitch sul set di Fight Club di David Fincher. Leitch era stato assunto come controfigura di Pitt per le scene di lotta di Tyler Durden. Nel 2020, la controfigura (diventato un regista di film d’azione) e il divo hollywoodiano si sono incontrati di nuovo per il film Bullet Train. Questa volta Leitch era dietro la cinepresa e Pitt sul set come protagonista.

Bullet Train è il film d’azione basato sul romanzo thriller I sette killer dello Shinkansen, del romanziere giapponese Kōtarō Isaka (autore anche de La vendetta del professor Suzuki). Il film era arrivato nelle sale italiana il 25 agosto  2022 ed è disponibile su Amazon Prime Video dal 27 febbraio.

Oltre a Brad Pitt, recitano nel film di Leitch anche Aaron-Taylor Johnson, Joey King, Brian Tyree Henry, Zazie Betz, Hiroyuki Sanada, Andrew Koji, Michael Shannon, Logan Lerman e il rapper Bad Bunny. 

La trama di Bullet Train, uno sfortunato assassino su un treno a levitazione magnetica

La vicenda si svolge in Giappone. Un ex-sicario perseguitato dalla sfortuna, al quale (ironicamente) è stato assegnato il nome in codice di Ladybug (cioè “coccinella”), riceve una nuova missione. Deve recuperare una misteriosa valigetta, contrassegnata con uno sticker di un trenino, durante il viaggio del treno a levitazione magnetica da Tokyo a Kyoto. In un primo momento sembra una missione facile, ma non sarà così. Ladybug deve vedersela con due sicari britannici (Tangerine e Lemon), un killer che sembra un’innocente ragazzina (Prince), un sicario messicano (The Wolf), un’assassina afroamericana (The Hornet) e un giovane membro della Yakuza (Yuichi Kimura). Stranamente tutto si collega alla presenza  sul treno del figlio della Morte Bianca, un boss russo che controlla la malavita nipponica, intento a riscattare il figlio da un rapimento.

David Leitch omaggia Quentin Tarantino e Guy Ritchie, Kill Bill incontra Snatch nel Paese del Sol Levante

Dopo la sua esperienza con l’ex-collega stuntman Chad Stahelski come co-regista di John Wick, pellicola d’azione con Keanu Reeves nei panni del protagonista (ironicamente, come nel caso di Bullet Train, anche Stahelski era la controfigura di Reeves durante le riprese di The Matrix), Leitch si è specializzato in pellicole d’azione come Atomica Bionda, Deadpool 2 e Fast & Furious-Hobbes and Shaw. Il romanzo I sette killer dello Shinkansen è stato definito dal quotidiano La Repubblica come l’incontro tra “Agatha Christie e Quentin Tarantino”, però l’adattamento cinematografico risente anche dello stile di Guy Ritchie. 

Tarantino e Ritchie sono i due registi con i quali Pitt ha collaborato in passato; con il primo ha recitato in Bastardi senza gloria e in C’era una volta a…  Hollywood, mentre con il britannico ha lavorato sul set di Snatch-Lo strappo. Il film di Leitch sembra voler citare lo stile di questi due registi (e sceneggiatori) diversi da loro: l’ex-stuntman riprende da Tarantino il suo amore per i film d’arti marziali e l’interesse per la cultura pop nipponica manifestata nei film Kill Bill: Volume 1 e Kill Bill: Volume 2; invece, recupera da Ritchie quel modello narrativo, che vede personaggi diversi legati al mondo della piccola criminalità incontrarsi e collaborare per sconfiggere gangster molto più potenti (come in Lock & Stock- Pazzi e scatenati, Snatch- Lo strappo e The Gentlemen,) e anche quell’ironia graffiante. 

I personaggi del film e la colonna sonora funk

Brad Pitt è il protagonista assoluto, un ex-sicario tremendamente sfortunato e vittima di situazioni che non riesce a controllare. Il duo Johnson-Henry ruba la scena al protagonista, si tratta di due assassini originari del Regno Unito che, grazie al loro temperamento e al carattere, riescono a far ridere il pubblico. Oltre a questi personaggi “divertenti”, con i quali lo spettatore familiarizza, ci sono anche personaggi più drammatici. Yuichi Kimura e suo padre sono i due personaggi tragici, membri della Yakuza che cercano di combattere lo strapotere del loro rivale la Morte Bianca. Quest’ultimo irrompe con feroce violenza nel terzo atto del film, un muscoloso omaccione con un gruppo di sgherri che indossano delle maschere Han’nya rosse. 

Molto importante per questo film è anche la colonna sonora. Il compositore Dominic Lewis ha inserito due cover di cantanti giapponesi di due pezzi funk-dance degli anni Settanta: Stayin’ Alive (dei Bee Gees) cantata da Avu-chanHolding Out for a Hero (di Bonnie Tyler) cantata da Miki Asakura. Il compisitore, musicista e cantante spagnolo Alejandro Sanz ha registrato la canzone La Despendida, usata per la scena flashback sulle origini del sicario  The Wolf. 

Un film leggero consapevole di ciò che vuole raccontare 

Bullet Train è uno spassoso film d’azione. Siamo lontani dallo stile serio di film come Atomica Bionda oppure la saga di John Wick, il film del duo Leitch-Pitt è molto più vicino allo stile di Deadpool 2 con elementi provenienti dal cinema di Tarantino e Ritchie.

Nonostante le premesse illustrate sopra, l’opera non è certamente un capolavoro del cinema ai livelli di Trappola di cristallo-Die Hard, Rambo (First Blood, 1982) e Atto di forza (Total Recall), dal momento che ci sono alcuni problemi  nella caratterizzazione dei personaggi e nella presenza di qualche scena troppo esagerata. 

Bullet Train può essere paragonato a film come Pirati dei Caraibi o Grosso guaio a Chinatown, pellicole che non si prendono troppo sul serio, ma vogliono divertire ed “essere leggere“. Insomma,  un film “spensierato” da godersi nel weekend dopo una pizza (o un panino con hamburger) e un boccale di birra.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Sony Pictures Italia per la foto 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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