Film tratti dai romanzi di King: i 5 da non perdere

Film tratti dai romanzi di King: i 5 da non perdere

Il rapporto tra la letteratura e il cinema non è mai stato semplice: se, infatti, molti dei film tratti dai romanzi di Stephen King si rivelano essere dei grandi capolavori, altri sono veri e propri insuccessi, non solo dal punto di vista oggettivo ma, specificamente, dal punto di vista dell’aderenza alla materia di partenza. Alcuni lungometraggi, come lo Shining di Stanley Kubrick, si trovano in una situazione ibrida: sono obiettivamente straordinari, ma poco fedeli al romanzo da cui sono tratti, tanto da configurarsi più come opere autonome e non come trasposizioni cinematografiche di un libro. Lo stesso King, infatti, non apprezzò lo Shining di Kubrick, proprio perché lontanissimo dalla sua idea e dalla sua visione per svariate ragioni. In questo articolo, dunque, ci concentreremo su pellicole che non solo risultano di qualità ottima, ma che hanno anche saputo catturare lo spirito delle opere kinghiane e tradurlo scrupolosamente nel linguaggio cinematografico.

Vediamo quali sono i 5 film tratti dai romanzi di Stephen King da non perdere:

1) Il miglio verde

Il primo film da citare è, senza alcun dubbio, Il miglio verde, del 1999. Prodotto, scritto e diretto dal regista Frank Darabont, Il miglio verde racconta la straordinaria storia di John Coffey, un uomo dai poteri eccezionali finito per errore nel braccio della morte e destinato, dunque, alla sedia elettrica. Riassumere la trama di questo capolavoro non è semplice: non si tratta solo di un’opera che King ha voluto scrivere contro la pena di morte ma, soprattutto, una storia emozionante e commovente, con personaggi memorabili che ci entreranno nel cuore e che non dimenticheremo mai. Il miglio verde è l’esempio più lampante del fatto che King non sia uno scrittore esclusivamente horror ma, anzi, un autore in grado anche di farci scendere più di una lacrima. Darabont ha saputo riproporre in maniera più che fedele la storia di John Coffey, quella di un uomo che non riesce a sopportare la cattiveria del mondo e tutto il male che gli esseri umani si provocano a vicenda. Una pellicola che, grazie anche ad un cast magnifico e nonostante la durata di quasi tre ore, coinvolge così tanto che si lascia guardare senza alcuna difficoltà.

2) Le ali della libertà

Tra i film di Frank Darabont tratti dai romanzi di Stephen King vi è anche Le ali della libertà, lungometraggio del 1994 con protagonisti Tim Robbins e Morgan Freeman e tratto dal racconto Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, contenuto nella raccolta Stagioni diverse. La vicenda segue Andy Dufresne, giovane banchiere accusato di aver ucciso sua moglie e il suo amante e, per questo, condannato a due ergastoli, nel suo disperato tentativo di dimostrarsi innocente. Anche con Le ali della libertà Darabont svolge un lavoro eccellente, trasponendo dalla carta allo schermo una storia toccante che ci insegna a non abbatterci, a non abbandonarci alla sfiducia e allo sconforto ma, anzi, a continuare a lottare e, soprattutto, a mai smettere di sognare e di sperare, che è il primo requisito per potercela fare e realizzare i propri propositi. Esattamente come accade con il racconto originale, dopo aver concluso il film ci sentiremo rinfrancati e rassicurati: King e Darabont ci danno una grande lezione di vita sulla speranza e sulla libertà, che ci rimane nel cuore e nell’anima.

3) Carrie – Lo sguardo di Satana

Passiamo, ora, ad un genere più squisitamente horror con Carrie – Lo sguardo di Satana, diretto da Brian de Palma ed uscito per la prima volta nelle sale americane nel 1976. Carrie è il primo film tratto da un romanzo di Stephen King e, sicuramente, uno dei più riusciti: è capace, difatti, non soltanto di replicare lo stesso senso di orrore e inquietudine grazie soprattutto all’eccellente interpretazione dell’attrice protagonista, Sissy Spacek, ma anche di trasmettere lo stesso senso di desolante disperazione di una ragazza sola e vittima di bullismo, che non sa come integrarsi e a cui non viene permesso di farlo. Una parte del merito è, però, da attribuire a Pino Donaggio, curatore della colonna sonora che, con le sue musiche, contribuisce a restituirci l’essenza di una storia che, più che terrificante, è profondamente malinconica e drammatica, esattamente come King l’aveva concepita: se la parte finale, infatti, può sicuramente spaventare e generare disagio, le parti precedenti provocano nello spettatore una forte empatia per una ragazza che voleva soltanto smettere di sentirsi costantemente denigrata ed esclusa.

4) Stand by me

Come già Le ali della libertà, anche Stand by me appartiene alla raccolta Stagioni Diverse ed è tratto dal racconto Il corpo. È un’opera del 1986 in cui il regista Rob Reiner ha saputo cogliere con cura e precisione il senso del racconto di partenza, trasportandolo in una pellicola che ha segnato una generazione e che ha gradualmente acquisito lo status di cult per la semplicità, la spontaneità e l’autenticità nella narrazione del trascorso personale e, soprattutto, dell’amicizia di quattro ragazzini tutti diversi tra loro. La premessa è proprio quella di quattro amici che, tramite il fratello di uno di loro, vengono a conoscenza della presenza, nei boschi, del cadavere di un ragazzino precedentemente scomparso, allontanatosi fuori città per raccogliere mirtilli. I ragazzi vanno dunque alla ricerca del corpo che, però, è solo un pretesto: ciò che davvero conta in Stand by me non è la meta, ma l’avventura e il viaggio che, ben presto, si trasforma in un vero e proprio viaggio di formazione e di crescita.

5) 1408

Concludiamo la nostra lista dei 5 film tratti dai romanzi di Stephen King da non perdere con 1408: qui siamo in una dimensione prevalentemente thriller, anche se non mancano elementi di matrice tipicamente horror e momenti di alta drammaticità; come in tutte le opere di King, infatti, anche 1408, racconto incluso nella raccolta Tutto è fatidico, presenta situazioni e vicende ibride che sanno andare oltre il mero orrore e il mero spavento, presentandoci la storia di uno scrittore che, ormai divenuto cinico e disilluso a causa di una tragedia familiare, accetta di soggiornare nella 1408, una stanza definita “infestata”, con lo scopo di sbugiardare il direttore dell’albergo e dimostrare che non vi è nulla di reale. La sua permanenza nella famigerata camera dell’hotel Dolphin si rivelerà più ardua del previsto, e lo costringerà a guardare in faccia i suoi demoni e affrontarli una volta per tutte. La trasposizione cinematografica di Mikael Håfström, distribuita nelle sale italiane nel 2007 e con protagonisti John Cusack e Samuel L. Jackson, ripropone con fedeltà e dovizia di particolari la storia di un uomo sofferente e afflitto che, nel tentativo di combattere i fantasmi della 1408, impara a fronteggiare i propri

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia, screenshot tratto dal film Le ali della libertà

A proposito di Claudia Troise

Laureanda in Lingue, Letterature e Culture dell'Europa e delle Americhe e appassionata di cinema, letteratura e musica.

Vedi tutti gli articoli di Claudia Troise

Commenta