High-Rise di Ben Wheatley | Recensione

High-Rise di Ben Wheatley

High-Rise di Ben Wheatley, adattamento cinematografico del romanzo Il condominio di J.G. Ballard, dimostra come il Brutalismo inizi con l’architettura e si estenda fino alla società.

Ben Wheatley, nato il 18 novembre 1972, è un regista e sceneggiatore britannico conosciuto per le sue atmosfere oscure e surreali, in cui mescola violenza e umorismo nero. Alcune delle sue opere più celebri includono Kill List (2011) e l’adattamento di Rebecca (2020), tratto dal romanzo di Daphne Du Maurier. High-Rise di Ben Wheatley, pellicola del 2015, è un film artificioso e alienante che si focalizza su personaggi le cui scelte hanno più senso in termini metaforici piuttosto che osservati in un’ottica di realtà. In senso ampio, High-Rise segue la logica del capitalismo sociale: le persone in alto opprimono quelle in basso, quindi le classi più basse si ribellano e creano caos. Ma le uniche «classi più basse» nell’edificio sono quelle create artificialmente: il condominio in cui si svolgono le vicende è una torre costosa e prestigiosa e perfino i piani inferiori sono pieni di lavoratori della classe media con auto nuove e abiti eleganti. Le lamentele per i black-out si trasformano rapidamente in massacri su larga scala e i detriti si accumulano quasi magicamente durante la notte. Wheatley pervade il film di terrore e violenza grottesca, specialmente contro le donne.

Trama

High-Rise di Ben Wheatley vede Tom Hiddleston nel ruolo del Dr. Robert Laing. Egli vive al 27º piano di un grattacielo costruito per le persone più agiate. I benestanti vivono nei piani inferiori, i ricchi (come Laing) nel mezzo, i super-ricchi in cima. La vita, isolata e protetta, è idilliaca, finché la struttura di potere inizia a spostarsi. Luke Evans interpreta Richard Wilder, un residente dei piani inferiori che  inizia un’ascesa che porta a una visione distorta di quello che è il concetto di progressione di classe. È omicida e violento, ma incredibilmente ispirato, e questo conferisce un senso d’ordine al caos. Laing cavalca la confusione con facilità: la sua tendenza a sembrare distaccato funziona bene in un contesto in cui le regole sono state gettate al vento. In High-Rise di Ben Wheatley, la sceneggiatura di Amy Jump approfondisce il personaggio di Hiddleston, dipingendolo come il tipo di uomo più pericoloso di tutti: egli vede il mondo crollare intorno a lui e non fa altro che adeguarsi senza ricercare una soluzione.

Genesi dell’opera originale

Ballard, l’autore del romanzo da cui Ben Wheatley ha tratto il materiale principale per la pellicola, ebbe modo di assistere a come reagisce la società in tempi di crisi mentre era in un campo di internamento di Shanghai. La società è incredibilmente fragile. Eppure, sotto certi aspetti, la resa narrativa di High-Rise di Wheatley pare essere stranamente patinata, con la storia ambientata negli anni ’70 (il libro è stato pubblicato nel 1975); la combinazione delle scelte produttive a basso costo e del tono ironico impiegato a livello registico fa sembrare il film una parodia in molte sue scene.

High-Rise di Ben Wheatley

Le auto, i vestiti e l’architettura retrò pongono il film più in un passato remoto e pittoresco che in un futuro distopico, a differenza di come accadeva con il romanzo, creando un senso di irrealtà che aleggia sul film. Queste deviazioni rispetto al romanzo di Ballard nell’adattamento cinematografico di Wheatley contribuiscono a rendere lo stile visivo più kitch e manieristico, mescolando elementi di fantascienza e nostalgia retrò che modificano inevitabilmente il messaggio finale rispetto all’opera originaria.

Fonte immagine in evidenza: copertina ufficiale del film da Amazon

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