I 10 personaggi migliori dell’universo di Breaking Bad

Universo di Breaking Bad

Breaking Bad rientra sicuramente tra i titoli che hanno fatto la storia delle serie TV. La serie drammatica realizzata da Vince Gilligan – assieme a Peter Gould – è considerata tra le migliori di tutti i tempi, dal momento che ha collezionato una lunga serie di prestigiosi premi in ambito televisivo. Come se ciò non bastasse, Vince Gilligan ha rincarato la dose, approfondendo ulteriormente l’universo a cui ha dato vita attraverso due opere ad esso correlate: il lungometraggio El Camino e lo spin-off/midquel Better Call Saul. Se El Camino non ha riscosso particolare clamore da parte del pubblico, Better Call Saul si è dimostrato un capolavoro televisivo in grado di chiudere perfettamente il cerchio, approfondendo storie e personaggi già introdotti nella serie madre e introducendone di nuovi, perfettamente inseriti in un contesto che sembrava già perfettamente completo, arricchendo ancor di più l’universo di Breaking Bad e chiudendo il cerchio in maniera magistrale.

Sono proprio i personaggi uno dei motivi del grande successo ottenuto dal franchise di Breaking Bad: le storie delle persone che Gilligan ci presenta nelle sue serie sono curate nei minimi dettagli, la loro personalità è complessa e perfettamente costruita, oltre al fatto che ogni singolo personaggio, dai protagonisti a quelli più marginali, è assolutamente fondamentale ai fini della trama. Sono tutti tasselli di un enorme puzzle, tutti indispensabili al completamento di esso.

Tra tutti i personaggi clamorosi presenti nell’universo di Breaking Bad, è difficile stabilire quali siano i migliori in assoluto; noi ci abbiamo provato, selezionandone 10 e mettendoli in classifica.

Attenzione: da qui in poi troverete moltissimispoiler su Breaking Bad e Better Call Saul!

  1. Lalo Salamanca

Sicuramente l’universo di Breaking Bad non pullula di personaggi positivi dal punto di vista umano, ma tra questi Lalo Salamanca, nipote di Hector introdotto in Better Call Saul, risulta essere probabilmente quello più spietato e machiavellico. Lalo è ritenuto da molti fan il villain per eccellenza del franchise, sotto alcuni punti di vista addirittura più temibile di Gus Fring nella serie madre: Lalo è violento, spietato e non esita a uccidere chiunque ostacoli il suo cammino, inclusi innocenti che si ritrovano lì per caso, al solo scopo di non lasciare tracce. L’uomo si distingue, inoltre, dagli altri Salamanca per una personalità carismatica e una spiccata intelligenza. L’interpretazione dell’attore che presta il volto a questo personaggio, Tony Dalton (che ha avuto tantissima voce in capitolo nella costruzione del personaggio di Lalo), ha contribuito a dar vita a un antagonista costruito in maniera quasi perfetta. Quasi, perché nelle sue ultime apparizioni all’interno della serie le gesta di Lalo risultano essere un po’ troppo incredibili e impressionanti, togliendo al personaggio quel realismo e quella cura estrema dei dettagli che sono alla base di Breaking Bad e dei prodotti ad esso correlati. Certo, rimane un grande personaggio, ma senza questi eccessi sarebbe collocato indubbiamente qualche gradino più in alto all’interno di questa classifica.

  1. Jesse Pinkman

C’è chi lo ama, chi lo detesta e chi lo ritiene piuttosto insulso in confronto agli altri protagonisti, ma una cosa è certa: senza Jesse Pinkman non sarebbe mai esistito Walter White. Il giovane spacciatore, interpretato da Aaron Paul e co-protagonista in Breaking Bad, è un personaggio fondamentale, non tanto per la sua caratterizzazione come persona (che rimane comunque degna di nota), quanto per ciò che rappresenta: una figura più umana di quanto possa sembrare. Jesse è la spalla destra di Walt, ma ne è anche la prima vittima; ancor di più, il ragazzo è vittima di se stesso, del suo bisogno di affetto e di figure di riferimento, che lo ha portato a ritrovarsi in una situazione più grande di lui. Le persone a lui care ne hanno pagato le conseguenze, ma d’altro canto tutto ciò che è accaduto, è accaduto perché lui ha accettato di assecondare Walt, vedendo in lui la figura paterna che nella sua vita era sempre stata assente. All’interno dell’universo di Breaking Bad, Jesse è l’unico tra i personaggi principali ad essere riuscito a sfuggire sia alla morte, sia alla prigionia; ciò nonostante, il giovane non potrà mai essere completamente libero, condannato per sempre al senso di colpa e di vuoto provocato dal suo vissuto.

  1. Howard Hamlin

In un contesto in cui la corruzione e la criminalità fanno da padrone, è difficile trovare un personaggio che si possa definire come positivo a 360° e che funga da barlume di speranza all’interno della realtà che ci viene mostrata nell’universo di Breaking Bad. Una funzione simile l’aveva avuta Hank Schrader nella serie madre, ma purtroppo questo non era riuscito a slegarsi del tutto dal personaggio macchiettistico e non particolarmente brillante che era nelle prime stagioni. Caso sicuramente meglio riuscito è quello di Howard Hamlin, amministratore delegato dello studio legale HHM (Hamlin Hamlin & McGill) interpretato da Patrick Fabian, introdotto in Better Call Saul. Inizialmente, l’idea di Howard che si ha è quella che non sia un mostro di simpatia; egli sembra essere, infatti, l’ostacolo principale alla carriera da avvocato del protagonista, Jimmy McGill. Si viene a scoprire, poi, che l’uomo altro non è che una vittima, su cui Chuck, fratello di Jimmy, ha scaricato la responsabilità dei suoi tentativi per ostacolare il fratello, in modo che il suo rapporto con Jimmy rimanesse intatto. La confessione di Chuck e le scuse di Howard, però, non bastano a placare l’animo di Jimmy, che continuerà a vedere nell’uomo una figura rivale, complice anche il risentimento che la sua compagna, Kim, prova nei confronti di Howard, suo ex capo. Nonostante i tentativi, da parte di Jimmy e Kim, di sabotare la carriera di Howard si spingano sempre più all’estremo, l’uomo continua a cercare una conciliazione con i due colleghi, fino alla sua fine, che risulta essere completamente ingiusta. Così ingiusta da lasciare l’amaro in bocca e far arrabbiare gli spettatori: Howard più di tutti può essere considerato un martire, un uomo giusto vittima di un destino quanto mai ingiusto.

  1. Skyler White

La moglie di Walter White, interpretata da Anna Gunn, è uno dei personaggi più detestati dell’intero universo di Breaking Bad. E ciò può risultare assurdo, considerando che si tratta di una persona tutto sommato ordinaria (almeno all’inizio!) in un contesto di narcotrafficanti, criminali e professionisti corrotti. È proprio questo, però, a far comprendere quanto sia ben costruito il personaggio di Skyler e, in generale, quanto sia riuscito il tentativo di Gillian di caratterizzare i personaggi dal punto di vista psicologico, manipolando l’empatia dello spettatore. Skyler è una donna che si ritrova in una situazione difficile ed emotivamente distruttiva, motivo per cui compie degli errori che i fan della serie non le hanno mai perdonato: e ciò non perché non siano comprensibili da un punto di vista umano o razionale, ma perché appartengono ad una persona che ha spesso ostentato moralismo e bisogno di empatia. Ciò che infastidisce di Skyler, insomma, è una caratteristica estremamente umana, un difetto che per la nostra stessa natura risulta essere spesso inevitabile: l’ipocrisia. È proprio vero che i nostri difetti, visti negli altri, ci infastidiscono più del dovuto.  

  1. Nacho Varga

Con un’umanità, un’intelligenza e un desiderio di evasione che risaltano come una nota stonata all’interno della banda dei Salamanca – alla quale, inizialmente, era legato, non affezionarsi al personaggio di Nacho Varga, interpretato da Michael Mando, risulta essere praticamente impossibile. Il giovane criminale introdotto in Better Call Saul sembra essere condannato a vita a un triste destino: essere sottoposto agli ordini di persone crudeli e spietate (prima Hector Salamanca e la sua famiglia, poi Gus Fring), senza mai aver diritto ad una libera scelta, ad una propria autonomia. Il desiderio di evasione e quello di proteggere il proprio padre portano Nacho ad escogitare piani parecchio astuti per liberarsi dei suoi padroni e del suo ruolo di cane da guardia, ma il ragazzo è costantemente costretto a scontrarsi contro una crudele verità: che l’unica scelta che può compiere è da che parte stare, a chi essere sottoposto, quale sia il male minore. Non basta l’astuzia, non bastano i buoni principi, non basta il desiderio di redenzione. La tragica fine di Nacho è inevitabile ed ogni scena di cui è protagonista si accompagna ad una palpabile tensione verso la morte; ciò nonostante, non possiamo fare a meno di fare il tifo per lui fino alla fine, di sperare nella sua libertà, nella sua vittoria. Una vittoria che, probabilmente, Nacho riesce ad ottenere proprio nei suoi ultimi istanti di vita: il ragazzo riesce a morire per mano propria, senza dare a nessuno la soddisfazione di mettere fine alla sua vita, riuscendo ad essere, per la prima volta, l’unico padrone di se stesso.

  1. Kim Wexler

Il brillante avvocato Kim Wexler, introdotta in Better Call Saul, può essere considerato non solo il miglior personaggio femminile dell’universo di Breaking Bad, ma anche uno tra i personaggi femminili meglio costruiti del piccolo schermo. Dapprima amica, poi fidanzata e infine moglie di Jimmy, l’evoluzione del personaggio di Kim – magistralmente interpretato da Rhea Seehorn – avviene parallelamente a quella del protagonista: i due si influenzano a vicenda, contribuendo sia alla dannazione, sia alla redenzione dell’altro. Kim Wexler ci viene presentata come un avvocato professionale e moralmente ineccepibile, che lascia, poi, spazio a un animo ribelle, anarchico, con una celata propensione verso l’oscurità. A causa di Jimmy, la propensione della donna verso l’oscurità verrà sempre più alla luce, tant’è che a un certo punto è Kim stessa a condurre l’uomo oltre i propri – già traballanti – limiti morali. L’oscurità di Kim si manifesta in modo così irruento che Jimmy pare quasi rappresentare la bussola morale all’interno della coppia: la giovane donna mostra quanto devastante può essere reprimere la propria natura, e quanto forte è il rischio che questa si manifesti in maniera eccessiva e distruttiva nel momento in cui si arriva al punto di rottura. Il confronto tra ciò che Kim era nei primi episodi e ciò che è diventata nel corso della serie risulta agli occhi dello spettatore, nonché dello stesso Jim, scioccante e inaspettato; in realtà, altro non è che la prova che le persone non sono stereotipi, nessuno è completamente bianco o meno, e talvolta il tentativo di apparire come tali può portare a conseguenze disastrose.

  1. Gus Fring

Una compostezza e un’eleganza ineguagliabili, un’intelligenza incredibile e uno sguardo glaciale che dice più di mille parole: Gus Fring, interpretato da un eccezionale Giancarlo Esposito, non è solo il villain per eccellenza dell’universo di Breaking Bad, ma può essere considerato un’icona all’interno dell’intero panorama televisivo. Introdotto in Breaking Bad e ulteriormente approfondito in Better Call Saul, Gus è uno dei principali distributori di metanfetamina al mondo che, però, si nasconde in bella vista, mostrandosi al mondo come il rispettabile e sorridente proprietario di un’attività assolutamente legale (la catena di fast food Los Pollos Hermanos): effettivamente, per il modo in cui si mostra in pubblico Gus risulta essere assolutamente insospettabile. Ma le sue attività illecite non sono l’unica cosa che l’uomo è abile a nascondere: Gus risulta essere, in generale, una figura impenetrabile, dal passato misterioso e che non lascia trapelare un accenno delle sue emozioni. Eppure, in qualche modo, si riesce a provare un certo senso di empatia verso il personaggio, in particolare quando viene fuori che il suo odio e il suo desiderio di distruggere Salamanca non nascano da una semplice sete di potere e volontà di dominio del mercato della droga, bensì dal desiderio di vendetta per l’uccisione di una persona a lui cara. E se anche Gus Fring ha un cuore, è proprio vero che l’animo umano non può essere definito come bianco o nero.

  1. Walter White

Sul gradino più basso del podio si colloca il protagonista assoluto di Breaking Bad, l’ordinario insegnante di chimica che si trasforma nel criminale più famoso e misterioso d’America. Interpretato da Bryan Caston, Walter White – o, se vogliamo, Heisemberg – è uno dei personaggi meglio costruiti nella storia del piccolo schermo: non si tratta di un personaggio moralmente retto, e ciò diventa sempre più chiaro man mano che si va avanti con la storia, eppure lo spettatore è spinto ad empatizzare con lui e sperare nella sua vittoria. All’inizio di Breaking Bad, Walter White ci viene presentato come un uomo mediocre: un professore di chimica con una normale famiglia, uno stipendio insoddisfacente e un forte senso di invidia nei confronti dei suoi amici, con una carriera decisamente più brillante della sua. Come se non bastasse, il giorno del suo cinquantesimo compleanno Walt scopre di avere un cancro terminale ai polmoni: credendo di non avere più nulla da perdere, l’uomo inizia a pensare di prendere parte all’attività criminale, in modo da lasciare una cospicua somma di denaro ai suoi familiari al momento della sua morte. Nel corso della visione della serie, ci sembra di assistere ad una sorta di ascesa di Walter verso il male; crediamo che l’uomo si sia fatto prendere la mano e accecare dal potere che ha accumulato nel corso del tempo, ma che in lui sia comunque presente un barlume di umanità. Questo fino all’ammissione, da parte dello stesso personaggio, del fatto che in realtà lui sia sempre stato così: le scuse che ha raccontato alla moglie, a Jesse e, indirettamente, agli spettatori sono quelle che ha raccontato a se stesso, ma le motivazioni alla base di tutto ciò che ha fatto sono sempre state un forte senso di orgoglio, di egoismo e la consapevolezza di meritare più di una vita ordinaria. Heisemberg, insomma, inserito in un diverso contesto sarebbe considerato a tutti gli effetti un cattivo, eppure è riuscito a diventare uno dei protagonisti della storia delle serie TV più amati dal pubblico di sempre. È nella capacità di raccontare la storia dal punto di vista di Walt e di far vivere le sue emozioni che si mostra la grandezza di Vince Gilligan e quella del personaggio da lui creato.

  1. Saul Goodman/Jimmy McGill

Qualcuno lo ha definito come parecchio simile ad Heisemberg. Effettivamente Jimmy McGill, in arte Saul Goodman, interpretato da Bob Odenkirk, presenta vari punti in comune con il protagonista della serie madre: si tratta di un uomo insoddisfatto della propria carriera lavorativa, che decide di aumentare il suo prestigio sociale attraverso la truffa e l’inganno e che apparentemente ha perso la propria bussola morale lungo la strada, ma che in realtà ha sempre celato una buona componente di oscurità dentro di sé. Eppure Saul risulta essere, nel complesso, un personaggio forse ancora meglio riuscito e sfaccettato di Walter White: attraverso le sei stagioni di Better Call Saul, impariamo a conoscere a tutto tondo la figura dell’esuberante avvocato, che rispetto all’inarrivabile Heisemberg ci risulta – specie nelle vesti di Jimmy McGill – infinitamente più umano. Rispetto a Walter, in Saul il desiderio di farla franca, di trovare una vita d’uscita, di sopravvivere prepondera sulla sete di potere e di denaro. Saul non è così sicuro del successo delle sue azioni, anzi, si mostra spesso in uno stato di ansia e di paura; riconosce i suoi difetti e la spregiudicatezza delle sue azioni, e talvolta cerca di mettere una pezza alle conseguenze da esse prodotte. A differenza di quanto accade con Walter, non è il vedere la storia dal suo punto di vista che porta lo spettatore ad empatizzare con un personaggio non prettamente positivo, bensì la sua ambiguità etica, che spesso porta a dimenticare che si tratti di un vero e proprio criminale e considerarlo, piuttosto, come uno strampalato mattacchione. Oltre a questo, Saul si colloca – in questa selezione – in un gradino più in alto rispetto a Walt poiché è un personaggio ben presente in entrambe le serie televisive, ma preferire l’uno o l’altro è strettamente selettivo: indubbiamente entrambi rientrano a pieno titolo tra i migliori personaggi dell’universo di Breaking Bad.  

  1. Mike Ehrmantraut

Taciturno, sarcastico e imperscrutabile, Mike Ehrmantraut, interpretato da Jonathan Banks, è uno dei personaggi più enigmatici nell’universo di Breaking Bad, nonché quello probabilmente più preponderante in assoluto, poiché rientra tra i personaggi principali sia della serie madre, sia di Better Call Saul. Mike può essere definito come la rappresentazione del concetto di banalità del male: in Breaking Bad, l’uomo ci viene presentato come un sicario, pronto ad uccidere senza farsi troppi scrupoli in caso gli venga ordinato di farlo; egli, però, non prova alcun piacere né senso di soddisfazione nell’uccidere, anzi, ripudia la violenza non necessaria, e agisce così solo per rispetto degli ordini che gli vengono imposti. Nonostante il suo coinvolgimento in svariate attività illecite, dal punto di vista umano Mike non si può affatto considerare una persona deplorevole: è, anzi, estremamente leale e corretto, si mostra spesso comprensivo ed è estremamente protettivo nei confronti della nuora e dell’adorata nipotina Kaylee, l’unica in grado di accendere lo sguardo solitamente spento e impenetrabile dell’uomo, a cui riserva gran parte dei compensi riscossi dalle sue attività malavitose. La duplicità del suo atteggiamento fanno sì che, laddove altri personaggi, per quanto ben costruiti, possono risultare comunque in qualche modo prevedibili, Mike sia sempre in grado di sorprendere con le sue decisioni e con i tasselli che vengono aggiunti alla sua storia e al suo background; del resto, la sua stessa fine è avvenuta in maniera completamente inaspettata – e probabilmente troppo precoce per un personaggio del suo calibro!

Immagini da Wikipedia

 

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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