Rastafarianesimo, la religione afroamericana discendente del cristianesimo

Rastafarianesimo

Rastafarianesimo, alla scoperta della religione afroamericana discendente del cristianesimo e diffusa in Giamaica

Until the philosophy which holds one race
Superior and another inferior
Is finally and permanently discredited and abandoned
Everywhere is war, me say war
That until there are no longer first class
And second class citizens of any nation
Until the colour of a man’s skin
Is of no more significance than the colour of his eyes
Me say war

Questi famosi versi provengono dal brano War del cantautore reggae Bob Marley, pubblicato nell’album Rastaman Vibration (1976). Il singolo è un atto di accusa contro la discriminazione verso i neri e gli afrodiscendenti ed è il miglior esempio dei risultati della cultura rasta, la quale nacque in Giamaica e si diffuse in tutto il mondo tra gli anni Settanta e Ottanta. Tale cultura è riconducibile ad un qualcosa di più grande: il rastafarianesimo.

Il Ras Tafari, ovvero il negus d’Etiopia Hailé Selassié

Il movimento politico-religioso del rastafarianesimo prende il suo nome da Ras Tafari (dall’amarico Ras corrisponde a “capo” mentre Tafari a “terribile”), ossia il soprannome affibbiato al principe Tafari Maconnèn, conosciuto anche come Hailé Selassié. Si trattò dell’ultimo negus d’Etiopia, un sovrano che aveva cercato di ammodernare il paese e aveva attraversato tutte le vicende del Novecento: l’invasione italiana nel 1936 guidata dal generale Pietro Badoglio (su volere del re Vittorio Emanuele III e del duce Benito Mussolini), la Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta delle truppe italo-tedesche in Africa, il suo ritorno sul trono fino alla Rivoluzione degli anni Settanta e l’avvento della dittatura comunista di Menghistu Hailé Mariàm.

Come spiegato dalla voce dell’Enciclopedia di Storia del Dizionario Treccani in merito al rastafarianesimo, Selassié morì nel 1975, probabilmente ucciso per volere del nuovo regime instauratosi ad Addis Abeba. Nonostante le oscure vicende legate alla dittatura di Hailé Mariàm e alla misteriosa morte del sovrano, l’Etiopia continuava ad affascinare pensatori afrodiscendenti nelle Americhe. Infatti, quel piccolo regno situato al centro del Corno d’Africa, una delle regioni più povere del mondo, era riuscito a darsi una struttura politica amministrativa già nel I secolo a.C. con il regno di Axum. Dalla piccola città del Tigrè (nell’area settentrionale del paese), si creò un regno che si estendeva per tutta la Penisola somala e toccava le sponde dello Yemen; nel frattempo, aveva iniziato a cristianizzarsi già nel IV secolo d.C. La chiesa locale si distaccò da quella di Roma e di Costantinopoli, creando una propria organizzazione che sosteneva la monarchia. Dall’Età medievale fino a quella ottocentesca si dimostrò l’unico stato africano a non essere vittima di conquiste, mantenendo con fierezza la sua indipendenza (nonostante la breve conquista italiana negli anni Trenta).

Il Rastafarianesimo, la sua nascita nei Caraibi del secondo Novecento 

Da questi episodi storici e culturali, gli afroamericani e afrocaraibici reputarono l’Etiopia governata da Selassié una Terra promessa destinata ai neri. Come riportato dall’Enciclopedia dei Treccani, lo scrittore e sindacalista statunitense Marcus Garvey riteneva che il negus fosse il Messia tornato sulla Terra (reinterpretando l’Apocalisse di San Giovanni); così, il predicatore Leonard Howell (influenzato dalle tesi di Garvey) diede vita al movimento rastafariano.

Selassié divenne il difensore dell’Africa grazie ad un suo discorso contro la discriminazione, colui che avrebbe riportato tutti i neri nella propria terra natia e avrebbe decretato la fine del dominio dell’uomo bianco sui “fratelli oppressi”. Nel 1966 il monarca africano visitò la Giamaica e ciò contribuì alla diffusione e al rafforzamento del rastafarianesimo. Purtroppo questa religione non aveva una potente struttura organizzativa, la diffusione avveniva grazie a semplici predicatori che incitavano e convertivano le folle. Uno dei testi di riferimento era la Bibbia, riletta per le nuove necessità del neonato credo. I rastafariani sostenevano la necessità del consumo di marijuana, chiamata ganja, assumeva un significato spirituale e rituale. 

La fama di questo nuovo culto, il rastafarianesimo, è legata alle treccine (i dreadlocks o rasta) e alla musica reggae. Il reggae nasce dalla fusione di ritmi locali (il mento) combinatosi al jazz e al Rythm and Blues, nonché dalle antichissime musiche degli schiavi deportati nelle colonie dei Caraibi. Il vero successo di questo genere musicale fu dovuto a Bob Marley e la sua band The Wailers, egli  lanciava messaggi di pace e di fratellanza tra i popoli attraverso le sue canzoni e aveva aderito alle idee rastafariane. 

Fonte immagine: Public domain vectors 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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