Il finale della fantastica signora Maisel | Recensione

finale della fantastica signora maisel

Lenny BruceIl gran finale de La fantastica signora Maisel ci ha lasciati senza fiato, tristi se mai fosse davvero un addio, speranzosi che sia solo un lungo arrivederci!

Se la stagione 4 della comica più irriverente di New York ci aveva lasciati con l’amaro in bocca a causa di una certa stanchezza e lentezza nella narrazione, la quinta non ha assolutamente deluso le aspettative  del pubblico di una delle serie più divertenti degli ultimi anni, creata da Amy Sherman-Palladino e suo marito Daniel per Amazon Studios, distribuita dal 2017 al 2023 su Prime Video e vincitrice di numerosissimi riconoscimenti (tra cui 3 Golden Globe, 5 Critics’ Choice Awards e 17 Emmy).

Ma ripercorriamo brevemente la storia di Midge Maisel, una casalinga proveniente dall’ambiente ebraico della New York ultraborghese, nel 1958, e lasciata improvvisamente dal marito Joel (aspirante ma terribile cabarettista) per – clichè dei clichè – la segretaria Penny. Proprio al Gaslight Cafè, il Comedy Club dove l’ex si esibiva solitamente, Midge scopre, dopo qualche drink di troppo, un’innata propensione al palcoscenico e, soprattutto, alla comicità. Un talento che viene immediatamente notato da Susie, presto sua manager e amica, e dal comico Lenny Bruce, sottoposto continuamente ad arresti a causa del suo lavoro.

Nel corso delle stagioni, impariamo a conoscere la caparbietà di Midge (interpretata da Rachel Brosnahan) all’interno della sua famiglia, in particolare in rapporto ai genitori Rose e Abe Weissman (Marin Hinkle e Tony Shalhoub), costantemente in conflitto con la carriera intrapresa dalla loro figlia: una rocambolesca scalata al successo, fatta – ça va sans dire – di alti e bassi, disavventure, delusioni, trionfi e cadute, che conducono la protagonista da casalinga dell’Upper West Side a uno tra i nomi più importanti della stand-up comedy a livello internazionale.

Negli ultimi 9 episodi che riempiono il finale de La fantastica signora Maisel, infatti, scopriamo Midge a lavoro per il presentatore Gordon Ford, in qualità di autrice televisiva e in attesa di ottenere un suo spazio durante la trasmissione, tra le più seguite negli Stati Uniti. E proprio durante un’intervista in diretta – ottenuta con estrema difficoltà – Midge decide di giocarsi il tutto per tutto, sfruttando gli ultimi quattro minuti del programma per un colpo di scena, un monologo che cambierà per sempre la sua vita. Con il suo stile inconfondibile, battute, osservazioni e ironia pungenti, l’esibizione è un vero e proprio omaggio alla forza di una donna che è riuscita a sgomitare e farsi strada in un ambiente maschilista e in un’epoca non propriamente favorevole.

«Voglio una vita immensa… Alcuni dicono che l’ambizione rende le donne non attraenti. Può darsi. Sapete cosa non è affatto attraente? Stare ad aspettare che succeda qualcosa. Guardare dalla finestra pensando che la vita che dovresti vivere è lì fuori ma tu non riesci ad aprire la porta e andartela a prendere, e se ti dicono che puoi non ce la fai. I codardi fanno tenerezza solo nel Mago di Oz.»

Nel gran finale de La fantastica signora Maisel, ovviamente, non può mancare uno sguardo a Susie Myerson (interpretata da Alex Borsetein), con cui Midge compone la vera coppia della serie e che ritroviamo da anziane, nell’ultima puntata, dopo lunghi anni di separazione, ognuna nella propria casa, a commentare simultaneamente al telefono uno show in tv. Ma, soprattutto, ognuna sazia del successo che non avrebbe mai ottenuto senza la presenza dell’altra.

Allo stesso modo, non si può non citare Lenny Bruce, il grande comico realmente esistito, che – dopo aver fatto da apripista a una comicità più politica e libera negli Stati Uniti – è morto a soli 40 anni per un’overdose da morfina. Episodio, tuttavia, non citato nella serie, che vedrà interrompere l’intreccio tra Lenny e Midge semplicemente mostrandoci come la depressione e dipendenza di Lenny peggiorerà, rendendolo vittima di se stesso.

A proposito di Maria Laura Amendola

Nata a Potenza il 28 giugno 1993, madre australiana e papà Irpino. Impegnata, per diversi anni, in organizzazioni a carattere sociale e culturale, ho prediletto come ambito il femminismo e le battaglie contro le disuguaglianze di genere. Nel 2021, è nata la mia prima opera letteraria, "Una donna fragile", Guida Editori.

Vedi tutti gli articoli di Maria Laura Amendola

Commenta