Libri di Elena Ferrante, 5 da leggere

Libri di Elena Ferrante, 5 da leggere

Non l’abbiamo mai vista sulle copertine di libri o inserti giornalistici elogiatori, ma sappiamo per certo che Elena Ferrante figura l’immagine di una Napoli straordinaria, mescolando storie vicine a ciò che vivono i nuclei familiari da sempre. La cultura popolare meridionale, precisamente napoletana, riaffiora tra le strade dei rioni o di città ospitanti, così desiderate quanto odiate, covi di crisi identitarie e nostalgie irremovibili. I libri di Elena Ferrante sono ottimali per sdoganare stereotipi della società ed incoraggiare pensieri difficili da ammettere a se stessi: un’amicizia pervasa da incertezze, un rapporto genitoriale irrequieto, l’allontanamento e la maternità, topos celebre delle sue pagine. Una donna che porta avanti protagoniste percosse, sempre in bilico tra battaglie di genere e tradizioni inflessibili. Insomma, avete voglia di provare un turbine di emozioni e dubbi esistenziali?

Vediamo insieme i 5 libri di Elena Ferrante da non perdere!

1. L’Amica geniale (quadrilogia)

Con la prima edizione pubblicata nel 2011, La quadrilogia de L’Amica Geniale lancia il cosiddetto fenomeno “Ferrante’s Fever”, affermando il profilo della scrittrice anche in America. Il New York Times cita i suoi meriti, così come molti critici italiani, curiosi di chi si potrebbe celare dietro una scrittura così ammirevole. Uno dei libri di Elena Ferrante più amati, L’Amica Geniale ripercorre la vita di Lila e Lenù, la cui infanzia e maturazione sono interconnesse con i pregiudizi legati al processo di sviluppo identitario. La vita nel rione è dura, ma l’amicizia tra le due si dimostra più forte degli ostacoli che il sistema della comunità offre. L’ammirazione e l’invidia reciproca giocano su caratteri completamente diversi: Lenù più insicura, Lila più risoluta e testarda. La prima, infatti, diventa quasi un’ombra della sua amica geniale, sempre attenta al suo giudizio e a ciò che le frulla per la testa. Solitamente, l’amicizia simulata in opere artistiche ha sempre una chiave idealizzata, priva di crepe e confronti esistenziali. Vediamo, in questo caso, due donne che tentano di capirsi a vicenda, ma all’opposto, giocano con i punti deboli dell’altra. Il lettore fa fatica a capire il loro rapporto, portandolo a porsi una domanda precisa: «Amiche o nemiche?».

2. La Figlia Oscura 

Trai i libri di Elena Ferrante più subdoli ed enigmatici, La Figlia Oscura (2006) sottolinea la rivalsa di Leda, una donna di 50 anni in cerca di relax sulle spiagge della Grecia. Proprio lì, incontra Nina, una giovane madre e membro di una famiglia tumultuosa, la cui esuberanza attira e turba allo stesso tempo l’animo di Leda. Cosa infastidisce la donna? I flashback non fanno altro che delucidare le domande del lettore, il quale viene a conoscenza della difficile gestione materna di Leda verso figlie Martha e Bianca. Sicuramente non stiamo parlando di una madre modello, ma sradica quelle che sono le possibili conseguenze, per una donna, che impattano la quotidianità senza un minimo preavviso. Leda non prova più piacere nel giocare con le bambine, dare loro da mangiare e sacrificare il suo lavoro per restare a casa. Tale attitudine è normale per una madre? Il suo comportamento è automaticamente spregevole? Leda si ritrova tanto di sé in Nina, troppo giovane per vestire i panni di una donna al servizio di marito e figlia. La donna più grande, però, non fa altro che osservare le consuetudini della famiglia, ad un piccolo passo da ciò che si confidano. Sarà proprio lei, infatti, a compiere un azione che darà il via ad un vortice di eventi, essenziali per entrare nella vita della giovane Nina e di sua figlia Elena. Una bambola, in tal caso, farà da tramite tra le due, ma il come sta a voi scoprirlo!

3. L’Amore Molesto

Il romanzo è stata la prima opera, tra i libri di Elena Ferrante, pubblicata nel 1992. L’Amore Molesto ripercorre la vena investigatrice della protagonista Delia, la cui madre muore in circostanze ignote, trovata in mare. Le voci sospettano un suicidio da annegamento, ma Delia fatica a credere in un tale gesto inaspettato. Un legame turbolento l’ha legata alla madre, sempre dipinta come una donna ammirevole e nauseante allo stesso istante. Nonostante ciò, Delia è decisa ad indagare sulla questione della sua morte, a partire dagli uomini che l’hanno accompagnata nella quotidianità della vita. Violenze, soprusi, bugie: questo è il viaggio di introspezione e scoperte improvvise che sgomentano l’animo testardo della protagonista, sempre più incline a ripercorrere gli scenari velati della donna che credeva la più trasparente al mondo. La prosa incisiva e l’intensità emotiva stravolgono il lettore, proiettandolo quasi in una dimensione onirica, tale è il senso di spaesamento dell’opera. Secondo Jonathan Franzen, L’Amore Molesto è «Un capolavoro di narrazione psicologica. Il libro di Elena Ferrante cattura con maestria l’ambiguità e la complessità delle relazioni familiari, esponendo le oscure emozioni che risiedono nel cuore umano

4. La Frantumaglia

Il libro, pubblicato nel 2003, è una raccolta di lettere, interviste e riflessioni dell’autrice che apre una finestra nell’intimità del suo mondo creativo ed intellettuale. Rispetto agli altri libri di Elena Ferrante, questo si interroga sulle motivazioni e sui processi di scrittura, rivelando le fonti d’ispirazione dietro i suoi romanzi e le riflessioni che li distinguono. L’opera ci permette di entrare all’interno della mente di Elena Ferrante e di entrare a contatto con il suo punto di vista più personale. È un must-read se si vuole cogliere al meglio il suo mondo. Secondo Margaret Atwood, la celebre autrice de Il Racconto dell’ancella, La Frantumaglia rappresenta: «Un libro che delinea il rapporto tra l’autore, il suo mondo interiore e il processo creativo. Elena Ferrante rivela il suo io più profondo, trasmettendo al lettore la sua profonda connessione con l’arte della scrittura.»

5. I Giorni dell’Abbandono

L’ultimo dei libri di Elena Ferrante che consigliamo, pubblicato nel 2002, è I Giorni dell’Abbandono. Romanzo che indaga il tema del dolore e della perdita di persone amate, la trama si dispiega attraverso la storia di Olga, una donna abbandonata dal marito per il cuore di una giovane fanciulla. Il libro segue Olga nel suo viaggio emotivo, mentre cerca di affrontare la devastazione della sua vita familiare e il senso di abbandono che la attanaglia, insieme al sentore di non essere mai abbastanza. La donna si estranea completamente dalla realtà e la reazione all’abbandono si manifesta tramite depressione e auto commiserazione, per poi sfociare in una violenza verbale incontrollata. Olga arriva a toccare il fondo quando smette di provare emozioni, all’interno del quale il corpo diventa un contenitore vuoto, senza anima. Come tutti i libri di Elena Ferrante, anche questo ci offre una rappresentazione cruda e realistica di forti traumi, esplorando il tema universale della resilienza e della ricerca identitaria. Secondo Jhumpa Lahiri, vincitrice del Premio Pulitzer, I Giorni dell’Abbandono rappresenta: «Un romanzo potente e commovente che esplora la psiche di una donna ferita. Ferrante ci conduce in un viaggio attraverso il dolore e la disperazione, rivelando la forza e la vulnerabilità dell’animo umano. È un viaggio per la guarigione dal trauma dell’abbandono

Una volta entrati nell’universo dei libri di Elena Ferrante è alquanto complicato uscirne, poiché impegnati ad analizzare le dinamiche che legano i personaggi sullo sfondo di Napoli. La sua scrittura, così confortevole, accompagna i lettori a compiere un cammino esistenziale, forse condiviso da tanti. Il dialetto napoletano, inoltre, diventa un tratto originale nei suoi romanzi, sempre portavoce di una cultura popolare forte nelle sue radici. La lettura di tali capolavori equivale ad un salto in un lago di petrolio: quando ne esci, i sentimenti dei personaggi restano impressi nella mente per molto tempo, dandoti degli spunti riflessione sulla natura umana. L’impressione che tutti questi personaggi e le loro storie siano realmente accadute è sempre dietro l’angolo, tanto sono questi vividi e complessi e tanto che è forte l’empatia che si instaura nel lettore con loro; non ci si può non chiedere se l’autrice non abbia vissuto tutte le storie che racconta in prima persona. Tutto questo dimostra quanto sia profonda la sua conoscenza dell’animo umano.

Scritto da Sara Ciaraffa e Adele Frascione

 

Fonte Immagine in evidenza: Archivio personale

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