Serie tv anni 90: le migliori e il loro rapporto con la musica
Il mondo delle serie tv è cambiato negli ultimi venti anni, dal 2000 in poi. È un dato di fatto questo se si comparano vecchie pellicole degli anni ‘80/’90 con qualcosa di più recente. Il decennio precedente a quello delle serie tv anni 90, ovvero gli anni 80, ha infatti visto nascere e svilupparsi telefilm di grande successo, che hanno fatto da apripista a quelli successivi. Si pensi a serie come A-Team, Beautiful o Miami Vice. Però al di là dell’ottimizzazione visuale, anche le trame sembrano essere più complesse oggi, più “cervellotiche”. Basti pensare a Dark, serie televisiva tedesca del 2017 targata Netflix, o a Game of Thrones, prodotta da HBO. Ma come erano strutturate le serie tv anni 90? Quali sono le migliori serie tv anni 90? E che rapporto hanno con la musica?
Serie tv anni 90 e anni 80: differenze
Le serie tv anni 90 si distinguono da quelle degli anni 80 per una maggiore complessità delle trame e una maggiore attenzione alla psicologia dei personaggi. Se negli anni 80 dominavano le soap opera, come Beautiful, o serie d’azione come A-Team e Miami Vice, negli anni 90 si affermano serie come Twin Peaks, che rivoluzionano il linguaggio televisivo e aprono la strada a nuove forme di narrazione. Anche la durata delle serie tv anni 90 è un elemento di distinzione: molte di esse sono diventate dei veri e propri cult, con personaggi e storie che sono rimasti impressi nella memoria del pubblico per anni. Le serie tv anni 90 hanno contribuito a creare una vera e propria cultura pop, influenzando il linguaggio, la moda e i gusti di un’intera generazione. Il fandom, ovvero la comunità di fan, ha avuto un ruolo sempre più importante, e le serie tv sono state sempre più apprezzate dalla critica, che ha iniziato ad assegnare loro premi importanti, come i Golden Globe e gli Emmy Award.
Twin Peaks: una serie tv anni 90 cult
Nella serie tv anni 90 di casa HBO, Twin Peaks, ad esempio, la trama si sfila e si annoda continuamente su un filo più sottile e complesso, quasi invisibile: la musica. Ogni personaggio o situazione, infatti, ha un suo pezzo che si lega ad una stratificazione di trame non casuali con effetti speciali altrettanto impeccabili. Ecco un altro elemento che rende una serie tv odierna molto più “dinamica”. Un dinamismo già presente, però, nell’universo allucinato e inquietante di David Lynch e Mark Frost in I segreti di Twin Peaks. La serie televisiva statunitense, trasmessa dall’8 aprile 1990, tocca i vertici dell’assurdo e del paradossale e ha segnato profondamente i caratteri delle serie televisive successive, grazie a una sceneggiatura complessa e una regia innovativa. Un gran salto dopo l’interminabile Beautiful di fine anni ‘80 con i suoi caratteri stilizzati e “finzionali” e una struttura che si sviluppa attraverso le relazioni dei vari personaggi, o le loro complicazioni.
In Twin Peaks, invece, nulla è mai dato come “ovvio”. Anzi la serie sembra seguire in superficie le vicende intorno la morte di Laura Palmer, mentre accade tutt’altro. La sua costruzione può avvenire su due piani: uno psicologico e uno indiziario. Infatti non esistono solo i segni che l’agente Dale Cooper deve decifrare come un detective letterato, alla maniera di E.A. Poe. La stratificazione della dimensione psicologica è così profonda per ogni personaggio che ogni traccia/indizio sulla scena serve allo spettatore a rintracciarne i segni di una follia condivisa.
La musica in Twin Peaks
I segni sono rintracciabili anche nella musica, sia quando manca sia quando aderisce alla situazione corrente. La musica è una presenza fondamentale all’interno della serie proprio perché ne aggrava il clima dell’assurdo. La sigla, in particolare, è diventata iconica. Da questo punto di vista un esempio lampante sono le canzoni Mairzy Doats, Get Happy di Frank Sinatra, e ancora Getting to Know You, Singin’ in the Rain, e The Surrey with the Fringe on Top cantate o ballate da Leland Palmer. La colonna sonora creata da Angelo Badalamenti, inoltre, aumenta il “perturbante” e l’agghiacciante sensazione di una verità sempre incerta, sempre più improbabile, peggio degli inspiegabili capelli bianchi di Leland Palmer, o i gufi, o la scritta fluo del titolo che fa un po’ ricordare quella di Miami Vice di fine anni ‘80.
Serie tv anni 90: Buffy, Dawson’s Creek e Roswell
Chi non ricorda, ad esempio, la chioma di James “Sonny” Crockett (Don Johnson) in Miami Vice e il suo collega Ricardo “Rico” Tubbs? E ancora la chioma bionda di Don Johnson in Nash Bridges sulla sgargiante macchina gialla con il collega Joe Dominguez (Cheeh Marin). Al di là dello scontro tra serie tv anni 90 cult e non cult, Nash Bridges su Rete 4 faceva sorridere, perché era una di quelle serie poliziesche assolutamente stravaganti, alla Baywatch (per intenderci), ma mai quanto A-Team degli anni ‘80. In ogni caso è il tipico poliziesco americano d’azione, distante anni luce dalle modalità misteriose/intellettive dell’inspiegabile morte di Laura Palmer. Certamente da Twin Peaks divergono serie come Buffy l’ammazzavampiri di Joss Whedon con una giovanissima Sara Michelle Gellar insieme all’antipatia per Cordelia Chase (Carisma Carpenter), o l’amore platonico per Spike (James Marsters) o Angel (David Boreanaz). E ancora le “snervanti” situazioni amorose in Dawson’s Creek e la sigla ripetuta in modo inopportuno dai più. Per non parlare di Streghe, serie fantasy statunitense di fine anni ‘90.
Il senso di precarietà in Roswell
Eppure Roswell, altra serie fantasy, sembra trascinare quel senso di “precarietà” alla Twin Peaks. La trama segue le vicende di un gruppo di extraterrestri in Nuovo Messico, e anche qui la storia assume un sapore diverso considerando anche il fattore musicale, in questo caso la canzone di Dido: Here with me, usata come sigla.
X-Files: una serie tv anni 90 tra mistero e musica
X-Files, invece, serie cult del ‘93 creata da Chris Carter risente già del clima “Twin Peaks”. Appartenente al genere fantascientifico, complottistico, horror, drama, thriller, psicologico, e chi più ne ha più ne metta, X-Files si inserisce in quel solco di precarietà in cui le uniche verità possibili sono indicibili, non rintracciabili per via “scientifica”, per intenderci.
L’influenza di Twin Peaks su X-Files
Al pari di Twin Peaks, anche la serie di Carter ha affascinato il suo pubblico e l’ha impressionato con la base di Mark Snow, proprio come le tracce dell’italo-americano Angelo Badalamenti. Da questo punto di vista come non ricordare un più recente Fringe prodotto da J.J. Abrams, o il primo episodio pilota di Lost.
Serie tv anni 90: La signora in giallo, Beverly Hills 90210, Xena e Walker Texas Ranger
Il mondo delle serie tv, in sostanza, è vastissimo e i generi televisivi, come in ogni settore, servono a “contenere” questa grande varietà in cui incorre sia chi esacerba lavori più di nicchia sia chi non se ne avvicina. E ancora chi è cresciuto con la signora Fletcher (La signora in giallo) e chi con Beverly Hills 90210. Chi ha riso imitando Xena o Chuck Norris in Walker Texas Ranger – che ha fatto la sua storia con la sua barba minacciosa – e chi invece Dale Cooper, o tutti gli altri personaggi successivi.
Serie tv anni 90 cult e non cult
Le serie tv anni 90 hanno creato “stili” e figure di una certa persistenza nel tempo. Ecco una qualità delle serie tv anni 90: la loro durata nel tempo e nell’immaginario collettivo. Quindi la persistenza dei personaggi, dei motivi, o di un particolare modo di “pensare”. Che si tratti di serie tv anni 90 cult o di prodotti meno raffinati, di sitcom o di soap opera, di miniserie o di prodotti più lunghi, le serie tv anni 90 hanno lasciato un segno indelebile nella storia della televisione.
La persistenza delle serie tv anni 90
Spesso il “peso” di una serie dura anni e da anni, infatti, viene da chiedersi: “e allora, chi ha ucciso Laura Palmer?”. A questa domanda potranno rispondere solo i fan più accaniti, i veri membri del fandom di Twin Peaks. Le serie tv anni 90 hanno saputo creare un immaginario collettivo forte e duraturo, che continua a influenzare la produzione televisiva contemporanea e a essere apprezzato da un vasto pubblico, che ancora oggi le ricerca sulle piattaforme on demand, come Netflix.