Multiculturalismo culinario: come viene affrontato nei programmi tv

Programmi tv e multiculturalismo culinario

Oggi, molti programmi televisivi si fanno portavoce di multiculturalismo culinario, in particolar modo sarebbe interessante citare Masterchef Italia.
Lo chef e giudice Giorgio Locatelli, in una delle puntate di Masterchef 11 ha affermato: «le persone sono come gli ingredienti: crescono bene nel loro paese d’origine, ma anche portati altrove possono trovare un giusto habitat e svilupparsi in modo altrettanto armonioso, prendendo qualcosa dal nuovo ambiente e magari dando qualcosa»
Questo programma, seppur nel titolo sia affiancato dalla voce Italia, ha ospitato e ospita ancora giudici e concorrenti di diverse nazionalità che durante il programma narrano e presentano la loro cultura attraverso i piatti.
Primo tra tutti si può citare il giudice Joe Bastianich, ambasciatore della cucina italiana in America, che durante le stagioni ha raccontato la sua vita in America e in modo scherzoso ha paragonato spesso la cucina americana a quella italiana.
In realtà, il vero multiculturalismo culinario si manifesta principalmente tra i concorrenti e nelle loro sfide: nel corso delle stagioni sono stati molti i concorrenti di nazionalità straniera (che però vivono ormai in Italia da anni) che hanno partecipato al programma proponendo piatti tipici della loro cultura ed integrando variazioni italiane. Ricordiamo Rachida Karrati, nata e vissuta in Marocco, che dopo un lutto è arrivata in Italia: durante la sua permanenza a Masterchef ha presentato tanti piatti tipici marocchini, che generalmente ogni giorno cucina per i suoi parenti e amici italiani, partendo dal piatto che le ha fatto vincere le selezioni, Tajine di agnello in agrodolce.
Maradona Youssef, nato a Beirut, nel 2007 decide di trasferirsi a Triste per studiare la cucina italiana e un giorno riproporla in Libano. Il suo percorso è ricordato per la citazione di tanti proverbi libanesi che accompagnavano la spiegazione dei suoi piatti quasi sempre di tradizione italiana ai quali aggiungeva un tocco arabo, come ha fatto nelle selezioni di Masterchef in cui presentò un piatto tipico di Trieste, al quale aggiunse una cornice fatta con una pianta di mille e una notte che richiamava la superstizione.

Anche le prove che vengono proposte durante il reality sono un simbolo di come questi programmi televisivi portino con se un multiculturalismo culinario, molto spesso arrivano ospiti da tutte le parti mondo facendosi portavoce delle loro tradizioni culinarie, come Anissa Helou, studiosa di cucina islamistica e di cultura mediorientale, che propone come prova la replicazione di tre diversi tipi di pane che provengono da tre diverse culture di matrice islamica:
– il pane yufka: il pane del profeta;
– il Non: un tipo di pane uzbeko;
– il Rgaif: un pane marocchino.

L’ultimo esempio che è giusto riportare sempre a sostegno del multiculturalismo culinario di questo reality, è la mistery box straniera in cui 7 chef, che hanno ricevuto asilo politico in Italia, lavorando in ristoranti o catering creati da rifugiati, affiancano ciascun concorrente nella realizzazione di un piatto del loro paese d’origine, a dimostrazione di quanto il programma voglia rappresentare il fatto che il nostro paese sia a tutti gli effetti ricco di culture pienamente integrate ed accettate.

Fonte immagine: freepik

A proposito di Cardone Alessia

Vedi tutti gli articoli di Cardone Alessia

Commenta