Pret’ a mmare, l’intervista al regista del cortometraggio documentaristico dedicato a Rione Terra in programma al Napoli in Cinema-NiC
Pret’ a mmare è un cortometraggio documentaristico diretto da Francesco Guardascione e scritto da Matteo Biccari, Francesco Piciocchi, Alberto Costagliola e dallo stesso Guardascione.
Il regista, laureatosi in Cinema e Audiovisivo presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli (come riportato dalla biografia su FilmFreeway), è uno dei tanti giovani partecipanti del NiC- Napoli in Cinema, una rassegna cinematografica che coinvolge diverse proiezioni di opere di aspiranti registi presso il Cinema Vittoria di Napoli, il Cinema San Marco di Benevento e il Cine-Teatro Partenio di Avellino. Inoltre, grazie ad un accordo con l’Accademia delle Belle Arti e l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa, studenti e laureati in discipline come cinema o comunicazione possono prendere parte a tirocini e stage all’interno dell’Avamat School.
Guardascione, originario di Monte di Procida, ha già raccontato l’area puteolana all’interno della web-serie Phlegraean Tales del 2021, prima di dedicarsi al documentario Pret’ a mmare, in cui racconta il dramma dell’evacuazione del Rione Terra di Pozzuoli negli anni Settanta. La proiezione del cortometraggio è prevista giovedì 21 novembre al cinema Vittoria di Napoli.
Pret’ a mmare di Francesco Guardascione, il cinema documentaristico che racconta la vicenda del Rione Terra di Pozzuoli
Iniziamo la seguente intervista con il raccontare la genesi del cortometraggio Pret’ a mmare. Perché ha scelto di scrivere e dirigere un cortometraggio narrante la storia dell’evacuazione della popolazione di Rione Terra di Pozzuoli negli anni Settanta?
Avevo già realizzato una web-serie sui luoghi flegrei e le storie ad essi legate, e la storia del rione mi ricapitava sempre davanti. A Pozzuoli è una ferita ancora aperta per una buona parte della popolazione, e quindi spesso ci ritrovavamo a parlarne e la cosa suscitava sempre un grande trasporto ed emozione nelle persone che me la raccontavano, al punto che mi sono appassionato ed ho iniziato ad approfondirla. Il documentario poi è venuto quasi automaticamente.
In Pret’ a mmare è possibile ascoltare diversi punti di vista in merito alla (triste) vicenda del Rione Terra causata dal bradisismo flegreo: la giornalista Gemma Russo, l’attivista Antonio Isabettini, il direttore del restauro Giovanni Giannini e due ex-abitanti, ossia Angelo Mirelli e Marco Volpe. Perché ha deciso di usufruire di diverse voci narranti per ricostruire questa vicenda?
Si, non mi andava di realizzare un classico documentario con voce narrante, si perché non sono un amante di quel tipo di approccio e sia perché io mi sono appassionato al rione proprio attraverso i racconti delle persone e mi sembrava quindi il modo migliore per raccontarlo, anche considerando quanto le persone intervistate siano visceralmente legate a quella vicenda. Credo che poi alla fine il risultato sia un puzzle di voci e testimonianze che si intrecciano tra di loro proprio perché diverse. La prima cosa che mi saltò all’ occhio quando iniziai le ricerche, fu proprio come ognuno avesse la propria visione del tutto, magari corretta, magari errata, ma non mi andava di giudicare. Il protagonista del documentario non è il rione, ma la gente che lo ha popolato e studiato.
Il cortometraggio inizia con un breve filmato, in bianco e nero, che ci mostra un gruppo di bambini che giocano a calcio per i vicoli puteolani, e proprio uno di loro afferma che il rione è stato evacuato a causa dei “capricci di alcune persone”. Ritiene che dietro questo evento ci sia l’ombra della speculazione nel settore dell’edilizia che investì Napoli e la provincia negli anni Settanta-Ottanta?
Si, credo che sicuramente sia una vicenda con molte ombre, ho una mia idea su tutta la vicenda, ma la tengo per me, credo non sia importante, non mi andava di realizzare un inchiesta. Certamente poi dal quadro totale credo che emerga un po’ qual’ è la mia visione. La poesia non è mia ma è stata scritta da Alessandro Sommella, però posso dire che concordo con il concetto della poesia. Il “capriccio” in realtà può essere visto da diversi punti vista. Il rione in quegli anni era scomodo per diversi motivi: era sicuramente il punto più bello della città, quindi anche soggetto a speculazioni edilizie, si immaginava già che ci fossero dei reperti di epoca romana, cosa poi confermata dagli scavi archeologici, e oltretutto il rione versava in condizioni igieniche davvero allarmanti. Tutti questi fattori, oltre al rischio bradisismico, hanno contribuito a far si che si prendesse una decisione drastica come lo sgombero.
La realizzazione del cortometraggio fra influenze neorealiste e la collaborazione dell’Archivio del bradisismo flegreo
La scelta di introdurre lo spettatore alla visione di Pret’ a mmare con un incipit del genere potrebbe essere considerata una sorta di tributo al cinema neorealista italiano, soprattutto quello più orientato alla dimensione documentarista, come nel caso di Roberto Rossellini e Pier Paolo Pasolini?
Si, in parte si, non mi sento di definirlo tributo, non credo che abbiano bisogno di un mio tributo. Più che altro un’ influenza sicuramente. Questa impressione, che è assolutamente corretta, credo sia data dal fatto che, per una questione di naturalezza e per non inibire i bambini che hanno preso parte alla scena, ho deciso di non intervenire, li ho lasciati giocare la loro partita, limitandomi a riprenderli senza intralciare il gioco. Anche l’ inquadratura di loro affacciati alla terrazza del rione è venuta assolutamente in maniera naturale, loro erano lì, in una pausa tra una scena e l’ altra, che guardavano dalla terrazza, io mi sono limitato a rubargli questa inquadratura senza che se ne accorgessero. Credo che se mi fossi voluto imporre come “regista” programmando inquadrature e scene, il tutto avrebbe perso di naturalezza. Con il resto della troupe ci abbiamo ragionato e, sicuramente, abbiamo rischiato di portare a casa del materiale non utilizzabile, diciamo che ci è andata bene.
In che maniera l’Archivio del bradisismo flegreo ha collaborato alla realizzazione del cortometraggio Pret’ a mmare? Invece, come è riuscito a convincere Alberto Costagliola, Giovanna Borghese e Sem Marasco alla realizzazione delle musiche?
L’ Archivio del bradisismo flegreo è una bellissima realtà portata avanti dall’ associazione culturale Lux in Fabula di Claudio Correale. Il signor Correale ha davvero un vastissimo archivio fatto di foto, articoli di giornale, testimonianze video e documenti. L’ Archivio è accessibile a tutti grazie ad un sito web, quindi è davvero un ottimo servizio per chiunque volesse approfondire tutti i dettagli riguardanti il bradisismo. Dall’archivio in particolare ho ricevuto una scatola di negativi, scattati dal fotoreporter Aldo Grassi il giorno dello sgombero e donati all’ associazione di Correale dalla moglie di Grassi, una volta che questi è venuto a mancare. Ho provveduto a digitalizzare questi negativi, ed è quindi possibile vederli nel documentario. Devo dire che il signor Correale era abbastanza geloso di questo materiale, e ho dovuto un po’ convincerlo a prestarmeli per fare le scansioni, d’ altronde si tratta di materiale davvero prezioso, non credo esistano altri reportage fotografici così corposi che raccontano lo sgombero. Proprio per questo mi è sembrato corretto menzionarlo in testa al documentario, anche per onorare il meraviglioso lavoro che da anni conduce con il suo archivio.
Per quanto riguarda la parte musicale; invece, è stato tutto molto naturale in realtà. Alberto ha lavorato attivamente alla realizzazione del documentario, tant’è che figura anche tra gli sceneggiatori. Lui si è occupato di comporre la musica e di suonarne i violini. La signora Borghese è in realtà la madre di Alberto e le abbiamo quindi chiesto di contribuire al piano. Sem invece è un caro amico, mi piaceva l’ idea di integrare una parte elettronica per accompagnare i racconti del periodo più decadente del rione, ne ho parlato con lui è secondo me ha trovato un’ ottima chiave per rendere quello che avevo in mente. La colonna sonora sarebbe dovuta essere composta anche da altri elementi, ma purtroppo per questione di tempistiche abbiamo dovuto ridurre un po’ il tutto. Abbiamo però registrato la canzone Pret’ a mmare di Salvatore Gatto, partendo da una vhs ritrovata nell’ archivio di Antonio Isabettini, nella quale hanno suonato anche Miriana Maione alla chitarra e Julia Primicile Carafa alle percussioni.
Quale sarà il futuro di Rione Terra? Un film che invita anche a porsi delle domande
Infine, dopo la realizzazione del cortometraggio Pret’ a mmare e secondo il suo punto di vista, quale potrebbe essere il futuro di Rione Terra?
Non lo so onestamente. Tante ne sono state dette sul futuro del rione, dalla volontà di farne un albergo diffuso, all’ idea di trasformarlo in una specie di piccolo centro con negozi e botteghe. Quello che mi auspico è che venga ridato alla popolazione, senza che diventi un luogo elitario, che ritorni a vivere, con la gente del popolo, che è la vera proprietaria del rione. Vederlo vuoto, utilizzato solo per la realizzazione di qualche manifestazione mi dispiace, spero che possa tornare al più presto ad essere abitato, da tutti.
Fonte immagine di copertina: si ringrazia Francesco Guardascione