Quando la vita ti dà mandarini | Recensione

Quando la vita ti dà mandarini | Recensione

Quando la vita ti dà limoni ci fai una limonata, ma quando ti dà mandarini cosa fai?

Forse li sbucci piano, sperando non siano amari. O li mangi, lasciandoti sorprendere da una dolcezza inaspettata. Quando la vita ti dà mandarini è proprio questo: una serie che ci mostra che la vita, così come i mandarini, può essere amara, ma vi si può sempre trovare del dolce se ci si ferma ad assaporarne il gusto.

La serie sudcoreana da 16 episodi, è stata scritta da Lim Sang Choon, ed è andata in onda per la prima volta su Netflix il 7 marzo 2025, riscontrando un successo tale da restare per nove settimane consecutive nella Top 10 delle serie.

Trama

Quando la vita ti dà mandarini ci racconta la storia della ribelle Ae-sun (IU), che sogna di diventare poetessa, e del suo amore con il silenzioso e premuroso Gwan-sik (Park Bo-gum). La narrazione si sviluppa attraverso decine di anni (a partire dagli anni ’60), mostrandoci non solo le vicende della vita di Ae-sun da bambina insieme alla madre Gwang-Rye (Yum Hye-Ran) e da adolescente con Gwan-sik, ma anche da adulta e alle prese con tre figli ed una suocera non troppo accomodante. Viene posta una certa attenzione sul racconto della vita della primogenita Yang Geum-myeong, alle prese tra lo studio, gli amori e l’affetto e il senso di colpa nei confronti dei genitori. La serie esplora temi come l’amore duraturo, le difficoltà economiche e sociali, e la capacità di affrontare e superare periodi di difficoltà, nel caso di questa serie, mai da soli.

Un inno alle donne

Quando la vita ti dà mandarini non è solo il racconto di vite con una nota dolceamara, proprio come i mandarini, ma anche un inno alle donne, protagoniste principali della serie. Non urla femminismo ai quattro venti, ma celebra, in modo quasi affettuoso, quelle donne comuni che hanno sognato, resistito e cambiato il loro destino anche nei tempi più difficili. La serie, infatti, è ambientata in un periodo in cui le donne erano confinate a ruoli subordinati, quasi private del diritto di poter sognare qualcosa di diverso. Proprio per questo, Ae-sun viene considerata una ribelle: sogna di poter studiare e diventare una poetessa, di diventare capo del villaggio, di poter sposare chi vuole; e non ha paura di esprimere la propria opinione, in ogni caso, a chiunque sia l’interlocutore che ha davanti. Non manca, inoltre, la solidarietà tra donne. Vediamo personaggi femminili che, nonostante differenze sociali, di carattere o generazione, mostrano sempre il loro supporto, soprattutto nei momenti cruciali.

La narrazione, che rimane sempre delicata e rispettosa, non nasconde le difficoltà quotidiane di queste donne, mantenendo un certo realismo, e ci mostra il cambiamento possibile attraverso piccoli atti di coraggio quotidiani.

Quando la vita ti dà l’amore

Quando la vita ti dà mandarini ci racconta le vite dei personaggi in modo totalmente realistico. Così come i mandarini non possono essere tutti dolci, non tutte le vicende di una vita possono esserlo. Nonostante questo, però, non possiamo smettere di mangiare i mandarini o abbandonarci alla amarezza che la vita talvolta ci riserva. E proprio così, vediamo che ogni personaggio, nonostante tutto, va avanti. E, molto spesso, lo fa trainato dall’amore.

Gwang-Rye, la madre di Ae-sun, è disposta a sacrificare tutto per l’amatissima figlia.

Ae-sun non si lascia mai sopraffare dalla negatività perché al suo fianco c’è Gwan-sik, amore di una vita e per la vita.

Yang Geum-myeong è disposta a fare di tutto per i genitori, che vuole rendere fieri e a cui tiene più di qualsiasi altra cosa.

E così, tutte le storie sono collegate da un filo rosso che si origina dai cuori e che tiene insieme i personaggi: il filo dell’amore, che ha il profumo inebriante dei mandarini.

Fonte immagine: Netflix

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