Scrubs: 10 episodi che racchiudono l’anima della serie TV

Episodi di Scrubs

Correva l’anno 2001 quando l’emittente statunitense NBC ha trasmesso per la prima volta i primi episodi di Scrubs – Medici ai primi ferri, dramedy ideata dalla creativa mente di Bill Lawrence e destinata a diventare una delle serie televisive più amate e famose di sempre.

Ciò che ha reso questa serie televisiva un vero e proprio cult, oltre ai suoi iconici personaggi, è sicuramente la sua capacità di infrangere le regole di ogni genere in cui è collocata: fin dai primi episodi di Scrubs, è chiaro che ciò che si sta guardando non sia il classico medical drama alla E.R. Medici in prima linea, né una vera e propria sit-com in stile Friends, bensì un prodotto unico in grado di contenere elementi caratteristici di entrambi i generi e escluderne completamente altri.

L’aspetto poco convenzionale della serie risulta essere ben chiaro in ogni singola puntata delle sue 8 (o, se vogliamo, 9) stagioni, ma alcuni episodi di Scrubs risultano essere, in qualche modo, un cult nel cult, poiché sono quelli in cui si rivela maggiormente l’essenza della serie, mettendo in luce sia il suo umorismo pungente, sia il suo lato drammatico, in grado di far commuovere e riflettere il pubblico.

Ecco la nostra selezione dei 10 episodi di Scrubs più indimenticabili, che a distanza di più di vent’anni continuano a far ridere e piangere decine di migliaia di spettatori.

(Attenzione: questo articolo contiene spoiler su Scrubs – Medici ai primi ferri! Vi sconsigliamo di proseguire la lettura se non avete ultimato la visione della serie.)

10) Il mio momento migliore (4×12)

«Pivello, mai promettere a un paziente che guarirà.»

Episodi di Scrubs
Fonte immagine: screenshot dell’episodio 4×12

Se vi chiedessero qual è stato il momento migliore della vostra vita, quale sarebbe la vostra risposta? Probabilmente avreste bisogno di rifletterci, per poi pensare, come prima cosa, a un episodio che vi ha reso sereni, ma non particolarmente importante: questo è ciò che succede anche ai colleghi di J.D., che il giovane medico ha deciso di sottoporre a questo quesito in un normale giorno di lavoro all’ospedale del Sacro Cuore, circa 48 ore prima di Natale.

Proprio in quel giorno, però, arriva in ospedale un uomo, apparentemente in condizioni non critiche, accompagnato da suo figlio di 10 anni: J.D. promette ai due che l’uomo sarà dimesso entro Natale. Ovviamente, come previsto dal sempre lungimirante Dr. Perry Cox, le cose non filano in maniera così liscia. Ma, il desiderio di J.D. di tenere fede alla propria promessa riesce a ribaltare le carte in tavola e condurre a un lieto epilogo, che si rivela come l’effettivo momento migliore di tutti i protagonisti, poiché tutti hanno contribuito allo sviluppo di questo piccolo miracolo natalizio. Ciò che rende Il mio momento migliore uno degli episodi di Scrubs più importanti è sicuramente il fatto che la reazione dei personaggi ai risultati delle proprie azioni ci porti a scoprire qualcosa di più su di loro, anche alcuni lati decisamente nascosti: esempio emblematico è quello del cinico e materialista primario del Sacro Cuore, il dottor Kelso, che nel corso dell’episodio stringe un legame di amicizia con il figlio del paziente e che si sentirà incredibilmente appagato dall’idea di aver aiutato una persona bisognosa.  

9) La mia farfalla (3×16)

«Alla fine impari a far tesoro di quelle volte che va tutto bene e a consolare quelli che ami quando va male, e soprattutto ad accettare il fatto che certe cose non dipendono da te.»

Fonte immagine: screenshot dell’episodio 3×16

La locuzione effetto farfalla descrive l’idea che un minuscolo cambiamento all’interno di una serie di eventi può portare a un mutamento significativo nell’esito finale del corso degli stessi eventi. In Scrubs, questa idea viene ripresa in questo episodio per aprire le porte a una riflessione sul ruolo giocato dal caso all’interno della vita, su come a volte le cose vadano semplicemente come devono andare, a discapito dei nostri tentativi di cambiare le cose.

Una giornata al Sacro Cuore si apre con una farfalla che si posa su un uomo: da qui, ha origine una sfortunata serie di eventi a catena che girano intorno a un paziente di J.D., tormentato da dolori allo stomaco, e che culminano con la morte del paziente stesso. J.D. si chiede come sarebbero andate le cose se la giornata fosse iniziata diversamente, ed è così che vediamo la stessa giornata aprirsi con la farfalla che, stavolta, si posa su una donna. Effettivamente le cose sembrano proseguire per il meglio, ma il finale stravolge le carte in tavola e riesce a spiazzare lo spettatore, nonché il povero J.D.: il paziente, infatti, morirà lo stesso, facendo comprendere al protagonista che, per quanto lo stato d’animo con cui si affronta qualcosa possa avere un’influenza significativa sul risultato, ci sono cose che semplicemente non dipendono da noi, e bisogna imparare a fare i conti sul potere caotico del caso.

8) Le mie vanterie a letto e oltre (1×15)

«In buona sostanza, le coppie veramente giuste sguazzano in mezzo alla stessa merda di tutti gli altri, la grossa differenza è che non si lasciano sommergere: uno dei due si farà forza, e ogni volta che occorre, lotterà per quel rapporto. Se è giusto e se sono molto fortunati, uno dei due dirà qualcosa.»

Fonte immagine: screenshot dell’episodio 1×15

Quello in cui vengono mostrati i primi, disastrosi, tentativi di J.D. e Elliot nell’intraprendere una relazione sentimentale rientra sicuramente tra gli episodi di Scrubs più impressi nella mente dei fan della serie, soprattutto per gli spezzoni in cui lo staff dell’ospedale si ritrova a parlare con uno psicologo: i personaggi raccontano se stessi e le proprie idee sull’amore, attraverso quelle che sono ormai diventate citazioni indimenticabili della serie. Spicca in particolar modo il monologo di quello che probabilmente è il personaggio più amato e iconico di Scrubs, il Dr. Perry Cox, del quale emerge un animo inaspettatamente romantico che si avrà modo di approfondire meglio in seguito, nel corso della sua controversa relazione con l’ex moglie, Jordan.

 7) La mia strada verso casa (5×07)

«A volte arriva un mago e ti dice esattamente quello che hai bisogno di sentire.»

Fonte immagine: Wikipedia

Tra gli episodi più iconici di Scrubs non poteva non esservi il centesimo episodio della serie: questo è un omaggio al capolavoro di L. Frank Baum, Il meraviglioso mago di Oz, ed è stato diretto da Zach Braff, l’interprete del personaggio di J.D.

Ciascuno dei personaggi, infatti, si ritrova ad interpretare il ruolo di uno dei protagonisti del romanzo di Baum: Elliot ha il compito di tenere una lezione di endocrinologia, ma, temendo di non ricordare nulla si ritrova a dubitare del proprio cervello, creando un collegamento con lo Spaventapasseri. Turk, proprio come l’Uomo di Latta, ha bisogno di un cuore: in questo caso, si tratta del cuore di un paziente in coma, necessario per un trapianto, ma i genitori del paziente si rifiutano di firmare il consenso. Alla fine della giornata, proprio come la sua controparte nel romanzo, si renderà conto che un cuore lo ha sempre avuto, dato che il paziente era già registrato come donatore. Il ruolo del Leone che teme di aver perduto il suo coraggio spetta a Carla, che teme di non avere il coraggio necessario a diventare madre.

Chiaramente, la protagonista del romanzo, Dorothy, è rappresentata dallo stesso J.D.: questo si ritrova in ospedale durante il suo giorno libero per caso, ma desidera solo tornare a casa; l’inserviente ha colorato di rosso le scarpe del giovane medico per fargli un dispetto, mentre il richiamo a Toto, il cane di Dorothy, è presente nella playlist che J.D. ha scelto di inserire nel suo lettore Mp3 quel giorno: una compilation di brani dei Toto (appunto).

Come se ciò non bastasse, alla fine dell’episodio il dottor Cox si rivolge a J.D. chiamandolo, come di consueto, con un nome femminile, e il nome scelto in questo giorno è proprio Dorothy. Lo stesso Cox, assieme a J.D. e al dottor Kelso, si ritrova a interpretare il mago di Oz: i tre rassicurano rispettivamente Carla, Elliot e Turk, assicurando loro che hanno già quello di cui pensano di aver bisogno. Ciliegina sulla torta: le ricorrenti apparizioni di Jordan che, chiusa in una stanza molto calda, afferma ironicamente che si sta sciogliendo, citando la Malvagia Strega dell’Ovest.

6) Il mio avvenimento/Il mio eroe (1×22/1×23)

«Tu pensi che io abbia fatto un errore o speri che lo abbia fatto?»

Fonte immagine: screenshot dell’episodio 1×22

I due episodi di Scrubs che precedono il finale della prima stagione possono essere considerati come un unico episodio diviso in due parti: nel corso di questi, facciamo la conoscenza di Ben Sullivan, fratello di Jordan e migliore amico di Perry, che, con la sua simpatia e il suo ottimismo, è in grado di conquistare subito i cuori dei telespettatori, rendendo ben chiaro il motivo per cui si tratti dell’unica persona con cui il cinico Dr. Cox riesca a mostrare qualche barlume di spensieratezza. Ben riesce a conquistare rapidamente anche l’affetto di J.D., al punto che il ragazzo si rifiuta di accettare che l’uomo sia affetto da leucemia, rifugiandosi nella sua mente attraverso una fantasia che lo porta a ripercorrere tutti gli esami effettuati, fino a trovare l’errore che lo ha condotto a una diagnosi errata.

Il ventiduesimo episodio si conclude con un improvviso cambio di prospettiva, introdotto dallo stesso Ben, che riesce a riportare J.D. alla realtà: proprio così apprendiamo che ciò che J.D. ha vissuto fino a quel momento non è reale, che non vi è stato alcun errore di valutazione e che al ragazzo tocca accettare la diagnosi di Ben. Ma J.D. non è l’unico a dover fare i conti con una realtà inaccettabile: la scoperta della leucemia di Ben porta Perry, nel ventitreesimo episodio, a dover affrontare la paura di perdere il suo migliore amico, costringendolo a mettere in luce il suo lato più umano e facendo vacillare l’idea eroica e imperturbabile che J.D. ha di lui.

 5) Il mio pranzo (5×20)

«Purtroppo a volte il destino sceglie un giorno in cui rincarare la dose.»

Episodi di Scrubs
Fonte immagine: screenshot dell’episodio 5×20

Il mio pranzo è uno degli episodi di Scrubs più apprezzati dagli spettatori, e anche uno di quelli che maggiormente rivelano la componente drammatica e emotiva della serie. All’inizio dell’episodio, J.D. e Cox si imbattono nell’energica e logorroica Jill, personaggio ricorrente della serie e precedentemente ricoverata più volte al Sacro Cuore a causa dello stress e di un tentato suicidio. Poco dopo, la ragazza viene ricoverata nuovamente in ospedale, dove perde la vita a seguito di quella che sembra essere un’intossicazione da overdose: i due medici si attribuiscono la colpa di quanto accaduto, credendo di non essere stati in grado di cogliere qualche campanello d’allarme a indicare una ricaduta nella depressione.

Gli organi della ragazza vengono utilizzati per un trapianto su tre pazienti ricoverati, tra i quali vi è Dave Brentford, amico di Cox. Lo staff del Sacro Cuore dovrà ben presto, però, fare i conti con una drammatica scoperta: Jill non è morta di suicidio, bensì di rabbia, e i suoi organi rischiano di infettare i pazienti che hanno subito il trapianto, condannandoli alla stessa fine. Ha così inizio una delle sequenze più strazianti della serie: il Dottor Cox, sulle note di How to Save a Life dei The Fray, intraprende una corsa contro il tempo del disperato tentativo di salvare i suoi pazienti, senza però riuscirci.

Cox, distrutto dal senso di colpa e sentendo sulle spalle il peso del fallimento, si abbandona a uno stato di crisi interiore senza precedenti: un finale che sconvolge e incupisce lo spettatore, ma che permette di approfondire ulteriormente la complessa psiche del personaggio di Perry Cox, che da sempre vede il suo lavoro e i suoi pazienti come la cosa più importante della sua vita.

4) Le mie ultime parole (8×02)

«Forse alla fine l’unica cosa che puoi sperare è che il tuo ultimo pensiero sia piacevole… anche se si tratta solo di una lattina di birra bella fresca.»

Fonte immagine: screenshot dell’episodio 8×02

Attraverso la storia di George, un paziente terminale che cerca di accettare il proprio tragico destino, Scrubs tocca tematiche delicate quali la paura dell’ignoto e le difficoltà dell’uomo nell’accettare l’idea dell’inevitabilità della morte. All’inizio dell’episodio, George non mostra segni di timore, sostenendo di essere ormai abituato dall’idea della morte e di aver vissuto una vita serena e senza rimpianti.

J.D. e Turk prendono a cuore il paziente, aiutandolo ad aprirsi e rivelare le proprie fragilità, a comprendere quanto sia comune il senso di ingiustizia che si prova di fronte a un inevitabile destino che può travolgere per puro caso, e il fatto che, per quanto si possa provare a farsene una ragione, non si è mai abbastanza preparati al momento della fine della propria esistenza. I due medici decidono di rinunciare alla propria proverbiale Notte Bistecca per rimanere vicino all’uomo e condividere con lui ciò che gli rimane da vivere, per donare all’uomo un ultimo ricordo felice prima di andarsene: la scena in cui George, prima di chiudere gli occhi, sorride ripensando a quanto buono fosse il suo ultimo sorso di birra ghiacciata, è uno dei momenti più toccanti dell’intera serie.

3) Il mio finale (8×18/8×19)

«Non sono nemmeno sicuro del perché m’importi di come finirà tutto. Immagino che sia perché tutti crediamo che quello che facciamo sia molto importante, che le persone pendano dalle nostre labbra, che diano importanza a quello che pensiamo. La verità è che devi considerarti fortunato se anche solo di tanto in tanto fai sentire qualcuno, chiunque, un po’ meglio.»

Fonte immagine: Wikipedia

Oltre ad essere uno degli episodi più indimenticabili di Scrubs, il finale dell’ottava stagione (che molti fan affermano essere l’unico vero finale di Scrubs) della serie può essere considerato uno dei migliori episodi conclusivi della storia del piccolo schermo.

Sebbene il personaggio sia presente in alcuni episodi della stagione spin-off Scrubs: Med School, Il mio finale, questo può essere considerato la fine del percorso di J.D.: il diciottesimo episodio dell’ottava stagione si apre con l’ultimo giorno di lavoro del giovane medico al Sacro Cuore, cosa di cui non sembra assolutamente importare alla maggior parte dello staff dell’ospedale. J.D. si prefissa l’obiettivo di realizzare due dei suoi più grandi desideri: scoprire il vero nome dell’inserviente e abbracciare il dottor Cox.

Entrambi i suoi desideri vengono esauditi e, anzi, J.D. riesce anche con uno stratagemma a far manifestare a Perry la stima e l’affetto che nutre nei suoi confronti («John Dorian era il primo e unico dottore che abbia mai incontrato che si preoccupasse come me. E non è importante il fatto che lui fosse un medico eccezionale. La cosa importante è che era… che è una persona eccezionale. Per questo la gente lo adora. E anche io. Era mio amico.»).

Nell’uscire per l’ultima volta dall’ospedale, J.D. ripercorre con la sua fantasia tutti i momenti che ha vissuto lì, e immagina di incontrare, lungo il corridoio, tutti i personaggi che ha incontrato durante il suo (e il nostro!) percorso al Sacro Cuore, giunti lì per dargli il loro saluto. L’immaginazione di J.D. prosegue nel momento in cui il ragazzo oltrepassa la porta d’uscita: scene di un suo ipotetico futuro si susseguono davanti ai suoi occhi come sullo schermo di un cinema.

Quando la fantasia di J.D. finisce, il protagonista si accorge che nessuno, in realtà, è venuto a salutarlo; nonostante ciò, il ragazzo si mostra felice e fiducioso del fatto che le sue fantasie potrebbero un giorno realizzarsi, una dimostrazione di quanto J.D., da sempre bisognoso delle attenzioni e dell’approvazione degli altri, sia cresciuto e maturato durante gli anni trascorsi al Sacro Cuore. E forse tutto ciò che ha appreso ha contribuito nel premiarlo: in Scrubs: Med School, infatti, si apprende che buona parte del futuro che ha sognato nelle sequenze finali di questo episodio sia effettivamente divenuta realtà.

2) La mia vecchia signora (1×04)

«E così dicono che dei nostri pazienti uno su tre muore qui. Ma ci sono giorni in cui va anche peggio.»

Episodi di Scrubs
Fonte immagine: screenshot dell’episodio 1×04

Fin dai primi episodi di Scrubs, risulta chiaro quanto questa serie non sia esattamente una comedy da manuale: il primo momento in cui Scrubs riesce a sconvolgere le aspettative dello spettatore, assumendo un’identità propria, è probabilmente il quarto episodio della prima stagione.

All’inizio dell’episodio, J.D. apprende che statisticamente, in ogni ospedale, un paziente su tre muore prima di essere dimesso. Ciò crea aspettative su come proseguirà l’episodio, dato che al centro di esso vi sono esattamente tre pazienti: J.D. ha in cura la signora Tanner, un’anziana donna (o meglio, «una vecchietta molto ilare») affetta da insufficienza renale; Turk segue un giovane ragazzo di nome David che deve operarsi di ernia; Elliot deve occuparsi di una donna spagnola, la signora Guerrero, affetta da lupus e ricoverata a seguito di un attacco d’asma.

Pur sapendo che molto probabilmente uno dei tre pazienti morirà alla fine dell’episodio, lo spettatore tende a simpatizzare per tutti e tre, e così fanno i tre protagonisti: in particolare Turk, spinto da J.D. a creare un legame con David, dato che solitamente i chirurghi tendono a non familiarizzare con i pazienti per evitare che l’emotività comprometta i loro interventi. Il giovane chirurgo, seppur titubante, accetta di guardare una partita in TV assieme al ragazzo e gioca con lui nei corridoi dell’ospedale, coinvolgendo anche i colleghi. Elliot riesce a comunicare con la sua paziente, che parla solo spagnolo, grazie all’aiuto di Carla, stringendo così un legame con la diffidente infermiera. Infine, J.D. si affeziona parecchio alla signora Tanner, arrivando anche a fare amicizia con la sua famiglia.

Le condizioni di tutti e tre i pazienti si complicano, spingendoci a chiederci chi dei tre potrebbe non farcela; inaspettatamente, sembra trattarsi proprio della signora Tanner, che sceglie autonomamente di rifiutare di sottoporsi alla dialisi. Ma ecco che Scrubs, sul finire dell’episodio, ci fa la sua prima doccia ghiacciata: nessuno dei tre riuscirà a sopravvivere. Ciò segna il primo punto di svolta nel percorso dei tre giovani protagonisti, che da questa vicenda cercano di trarre qualcosa di positivo, avendo appreso di più su sé stessi grazie al legame con i tre pazienti.

1) Il mio disastro (3×14)

«Dove crede che siamo?»

Episodi di Scrubs
Fonte immagine: screenshot dell’episodio 3×14

Non sarà di certo una sorpresa vedere Il mio disastro in cima alla lista degli episodi di Scrubs più importanti: si tratta probabilmente di uno dei momenti più toccanti della serie TV, grazie soprattutto allo scioccante colpo di scena finale.

L’episodio si apre con l’annuncio dell’imminente compleanno di Jack, figlio del Dr. Cox e Jordan: per questa occasione, i due hanno organizzato una festa invitando tutta la famiglia, inclusi Danni, sorella di Jordan e ex fidanzata di J.D., e Ben, il migliore amico di Perry. Ben, negli ultimi due anni, ha trascurato i controlli medici preferendo andare in giro per il mondo, per cui Cox ordina a J.D., già alle prese con un anziano signore affetto da aritmia, di dargli un’occhiata; poco dopo, J.D. annuncia che un paziente è deceduto a causa di un infarto.

Riguardando l’episodio, il fatto che quel paziente sia proprio Ben risulta effettivamente abbastanza chiaro attraverso una serie di piccoli indizi: l’espressione sul volto di J.D. quando informa Cox della morte del paziente; la reazione del medico, così arrabbiato da non voler andare neanche al compleanno di suo figlio; il fatto che Ben nel corso dell’episodio interagisca esclusivamente con Cox; Ben che, vedendo Perry al parco durante quella che crediamo essere la festa di compleanno di Jack, lo ringrazia di essere lì… ma, soprattutto, la frase profetica dello stesso Ben che, alla domanda di Cox «Non ti sei ancora stancato di fare foto a qualsiasi cosa, eh?», risponde «Finché avrò vita!»

Pochi istanti prima, Ben afferma che avrebbe portato la sua macchina fotografica con sé finché avrebbe avuto vita; pochi istanti dopo, Ben appare sulla scena, ma senza la sua macchina fotografica, come a volerlo comunicare al suo migliore amico in maniera poetica: non è più in vita. È tutto davanti ai nostri occhi fin dal principio, eppure lo sconvolgimento che giunge sul finale sembra dimostrare ciò che Cristopher Nolan ha affermato (attraverso il personaggio di Alfred Borden) nell’incipit del film The Prestige: «Ora voi state cercando il segreto… ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati.». Il che vale tanto per il dottor Cox, quanto per noi spettatori: ed è così che Cox continua a vedere Ben al suo fianco lungo tutto il corso dell’episodio, e noi non notiamo nulla di strano in questo, nel fatto che non abbia la macchina fotografica con sé, nel fatto che nessuno a parte Cox sembri vederlo. Finché, per una volta, non è proprio J.D. a riportarci alla realtà, con una frase indimenticabile per chiunque abbia mai visto Scrubs: «Dove crede che siamo?». Ed è in quel parco, di fronte al giovane medico, che Cox realizza di non essere al compleanno di suo figlio, bensì al funerale del suo migliore amico.

Ciò che di questo episodio risulta straordinario è la sua costruzione, il modo in cui riesce a farci immedesimare con Cox, nascondendoci la realtà senza però fare nulla per negarla: quell’indimenticabile sguardo sconvolto di Perry è anche il nostro, non riusciamo a comprendere come tutto sia accaduto sotto i nostri occhi senza che ce ne accorgessimo. Eppure J.D. aveva provato a avvisarci, proprio nel momento in cui consegna a Cox il referto di Ben: «Il senso di colpa, a volte, porta alla negazione.».

Immagine in evidenza: foto promozionale della terza stagione di Scrubs – Medici ai primi ferri, Disney+

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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