Sulle ali dell’onore ( J. D. Dillard) | La Recensione

Sulle ali dell'onore

Sulle ali dell’onore è il film bellico di J. D. Dillard con Glen Powell e Jonathan Majors, disponibile in streaming su Prime Video

Sulle ali dell’onore (il titolo originale è Devotion) è un film di guerra diretto dal regista afroamericano J. D. Dillard (il suo terzo lavoro dopo Sleight e Sweetheart), basato su una storia vera. I protagonisti sono Jonathan Majors (l’interprete del cattivo Kang il Conquistatore\Nathaniel Richards in Antman and the Wasp: Quantumania e nella serie tv Loki, nonché membro del cast di Hostiles- Ostili di Scott Cooper, Da 5 Bloods- Come fratelli di Spike Lee, The Harder They Fall di Jeymes Samuel e Creed III di Michael B. Jordan) nei panni di Jesse LeRoy “Mississippi” Brown, Glen Powell (Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski) in quelli di Tom Hudner, Joe Jonas (membro della boy band The Jonas Brothers), Christina Jackson, Thomas Sadoski, Daren Kagasoff, Thad Luckinbill, Joseph Cross e Serinda Swann (apparsa nella serie tv Smallville nei panni della supereroina magica Zatanna) in quelli dell’attrice Elizaberth “Liz” Taylor. La pellicola è stata realizzata da STX Entertainment, Stage 6 Film e Black Label Media, distribuita da Sony Pictures negli Stati Uniti a novembre 2022, in Italia è arrivata direttamente in streaming su Prime Video.

Sulle ali dell’onore, la trama del film di J. D. Dillard

La vicenda di Sulle ali dell’onore è ambientata negli anni Cinquanta. Jesse Brown è il primo pilota afroamericano del nuovo programma aereonautico promosso dalla Marina statunitense, invece Tom Hudner è un aspirante pilota che vorrebbe servire la patria. La nuova squadra d’élite deve addestrarsi nell’uso di un nuovo modello di aereo da combattimento (il Corsair) in una base del Rhode Island e poi su una portaerei nel Mediterraneo, ma la situazione geopolitica sta diventando sempre più critica. Mentre i due protagonisti (con i loro compagni d’armi) sono a Cannes a godersi un breve riposo, l’esercito nordcoreano supera il confine della Corea del Sud e inizia una massiccia invasione con l’appoggio politico sino-sovietico. Brown, Hudner e gli altri piloti sono chiamati al lavoro  per fermare i piani dei nordcoreani. Tra le battaglie aree e le lunghe attese in trincee innevate, la loro missione non si rivelerà per nulla facile… 

Sulle ali dell’onore: la spensieratezza bianca e i pregiudizi contro gli afroamericani, due facce della stessa medaglia nell’America degli anni Cinquanta

I titoli di testa del film presentano allo spettatore quella che viene definita una “guerra dimenticata dall’America”, ossia il conflitto asiatico che divise il mondo in due fazioni. Da una parte c’erano la Corea del Sud con l’appoggio degli USA e di molti paesi dell’ONU, invece dall’altra parte la Corea del Nord con l’ U.R.S.S. e la Cina.

Sulle ali dell’onore è divisibile in due parti. La prima parte del film ci mostra l’addestramento dei nuovi piloti nell’utilizzare aeroplani con motori più potenti e le diffidenze della comunità di Rhode Island nei confronti del primo pilota afroamericano. Se Brown è stimato dai colleghi marinai dello stesso colore, egli è oggetto di molestie, di beffe e di mobbing presso i militari caucasici (ad eccezione di Huder e del suo battaglione). Invece la seconda parte del film si concentra sulla guerra e sulla sofferenza dei nostri protagonisti nel partecipare ad un conflitto molto più sanguinoso rispetto alle loro aspettative. 

La pellicola diretta da J. D. Dillard riesce a riprodurre la società e la cultura degli anni Cinquanta. Il rock and roll suona in qualsiasi radio della pellicola, le automobili e le case sono ricostruite nei massimi dettagli, così anche le apparecchiature militari e gli aeroplani. Oltre al duo Brown-Hudner, c’è un terzo personaggio storico. Si tratta della diva hollywoodiana Elizabeth Taylor (la famosissima interprete di Cleopatra), la quale incontra casualmente Brown su una spiaggia a Cannes e lo invita a trascorrere la serata al casinò locale tra drink alcolici e la roulette. È la vita spensierata e felice dei bianchi, la quale si contrappone a quella di Brown e dei suoi “fratelli afrodiscendenti” costretti a dover sopportare i pregiudizi razziali e le regole della segregazione.

La fotografia ottima ma una colonna sonora poco incisiva e CGI debole

Dal punto di vista del comparto tecnico, la situazione è la seguente. Mentre il prodotto gode di un’ottima fotografia e di eccellentissime riprese aeree (che ricordano le scene delle battaglie in cielo del film Top Gun: Maverick, dal momento che sono state realizzato dallo stesso stunt coordinator Kevin LaRosa), purtroppo, la CGI pecca in alcune scene (come quella di un incidente aereo e la caduta di un velivolo tra i boschi delle montagne nei pressi del 38° parallelo) e la colonna sonora doveva essere più “potente e significativa” per raccontare le emozioni espresse dai protagonisti e le sofferenze patite. 

Un ottimo film sulla Guerra in Corea ma gli autori dovevano osare di più

Questo film bellico gode di una buona regia, ha ottimi interpreti (soprattutto il duo Majors-Powell che ci regala anche una scena struggente) e racconta una delle pagine poco note della storia dell’esercito americano, ossia l’identità del primo pilota di colore. Purtroppo nel racconto non c’è l’epicità delle gesta dei protagonisti  come quella del film Lawrence d’Arabia di David Lean e neppure l’eroismo che Steven Spielberg mette in scena in Salvate il soldato Ryan. Certamente lo spettatore non si trova davanti ad un’americanata come nel caso di Midway di Roland Emmerich oppure come Rambo II-La vendetta e Rambo III. Sulle ali dell’onore è un ottimo film di guerra con momenti drammatici come quello di Dillard, ma siamo lontani da capolavori con forte impatto emotivo come la pellicola di Spielberg già citata, quella di Lean,  1917 di Sam Mendes oppure Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger. 

Fonte immagine di copertina dell’articolo Sulle ali dell’onore di J. D. Dillard | La Recensione: si ringrazia Prime Video per la fotografia

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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