Una tomba per le lucciole | La prospettiva giapponese sulla guerra

Una tomba per le lucciole | la prospettiva giapponese sulla guerra

Il successo di Oppenheimer nei cinema ci riporta a riflettere sulle atroci conseguenze della Seconda guerra Mondiale. Tuttavia, mentre Oppenheimer offre una prospettiva americana, puntellata da una serie di successi, c’è un film giapponese che getta luce su un punto di vista totalmente diverso e altrettanto rivelatore. Stiamo parlando di  Una tomba per le lucciole (in giapponese: 火垂るの墓), un capolavoro prodotto dal celebre Studio Ghibli e tratto dal racconto semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka. In Italia, il film è stato distribuito da Yamato Video.

Contesto storico

Una tomba per le lucciole è ambientato durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, un periodo segnato dai devastanti raid aerei statunitensi sul suolo giapponese. L’obiettivo principale di questi bombardamenti era indebolire l’industrie bellica e l’economia del Giappone, e ciò ha portato ad una serie di attacchi su oltre 100 città giapponesi. Una di queste città fu Kobe (ambientazione del film), un importante centro industriale e portuale. Gli attacchi aerei, spesso condotti con l’uso di bomba al napalm, una sostanza altamente incendiaria, causarono una devastazione inimmaginabile soprattutto tra la popolazione civile. Un punto importante da sottolineare  è che i bombardamenti incendiari, come quello noto col nome di Operazione Meetinghouse su Tokyo tra il 9 e il 10  marzo ebbero conseguenze umanitarie sconvolgenti. In questa singola notte, l’attacco su Tokyo causò la morte di circa 100.000 persone. Questo evento tragico evidenzia l’ampia portata di sofferenza e distruzione causata dai bombardamenti incendiari. È altrettanto rilevante notare che, sebbene le bombe atomiche abbiano avuto un impatto devastante con circa 200.000 mila vittime, il numero totale di morti dirette e indirette dei bombardamenti incendiari può essere stato ancora più elevato. Questo contesto storico ci offre una comprensione più completa dell’entità della tragedia umana durante quegli anni terribili. 

Il punto di vista dei civili

L’intento di Isao Takahata, il regista di Una tomba per le lucciole, è di offrire una prospettiva unica sulla guerra, concentrandosi sugli aspetti umani e sulle difficoltà che la popolazione civile dovette affrontare per sopravvivere in un paese sull’orlo della povertà e della carestia

La trama di Una tomba per le lucciole

Una tomba per le lucciole è incentrata su due giovani fratelli, Seita e Setzuko. Il primo, di circa 14 anni, si ritrova a prendersi cura della sorellina di appena 4 anni dopo il bombardamento che ha distrutto il loro quartiere. Nell’incendio, la loro madre perde la vita a causa delle terribili ustioni, mentre il padre è stato inviato al fronte. Durante il corso del film, i due ragazzi lottano per la sopravvivenza in un mondo senza risorse e rifugi. Con il cibo che si fa sempre più scarso, Seita fa del suo meglio per prendersi cura della sorellina.

Una riflessione sulla guerra e sull’innocenza in Una tomba per le lucciole

Questo commovente film ci offre uno sguardo diretto sull’orrore della guerra e sull’innocenza, qui rappresentata dai giovani protagonisti. Questi due elementi si scontrano in modo toccante poiché il loro rapporto rapporto speciale si sfalda gradualmente di fronte alle durezze della vita durante quei terribili tempi. La visione del film suscita un senso di angoscia e spinge lo spettatore a riflettere sulla fragilità della vita  e sulla sua inestimabile preziosità. 

Una tomba per le lucciole è un’opera di neo-realismo che offre una prospettiva profonda e umana sulla Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista giapponese. Il film cattura in modo straordinario l’innocenza perduta dei giovani protagonisti e la crudezza della guerra, regalandoci una lezione di storia e un messaggio universale sull’importanza della compassione e della resilienza umana. Se non l’hai ancora visto, è un must per gli amanti del cinema d’animazione e per chiunque apprezzi una storia profondamente commovente. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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