Inventori italiani da ricordare: la nostra top 10!
L’Italia è sempre stato un paese guida nel campo delle invenzioni. Leonardo Da Vinci, Alessandro Volta, Guglielmo Marconi sono solo alcuni dei nomi dei migliori inventori italiani di sempre. Alcuni di loro sono diventati vere e proprie celebrità, altri sono rimasti nell’ombra, regalando il proprio contributo al mondo da un angolo nascosto.
L’Italia è sempre stata all’avanguardia in questo campo. Si pensi che perfino la prima idea di brevetto nacque in Italia. Dal motore a scoppio alla penicillina, gli inventori italiani hanno sempre dato un grande contributo all’umanità.
I dieci inventori italiani che hanno fatto la storia
Bartolomeo Cristopori
Padovano, nato nel 1655, è l’inventore del “gravicembalo (o arpicembalo) che fa il piano e il forte”. Grazie a un sistema di martelletti che percuotevano le corde, piuttosto che pizzicarle, Cristopori diede vita all’antenato del pianoforte. Il nuovo strumento si diffuse in tutta Europa per la sua grande espressività, prima con il nome di forte piano, poi – dalla metà del ‘700 – come pianoforte.
Alessandro Volta
Egli, nel 1799, presentò un brevetto che illustrava come costruire il primo generatore statico di elettricità: la pila. Napoleone Bonaparte premiò Volta con una medaglia d’oro e, in suo onore, fu coniata una moneta, la 10.000 lire, in cui accanto al suo volto compare proprio una pila.
Eugenio Barsanti e Felice Matteucci
Si tratta degli inventori italiani del motore a combustione interna. Nel 1835 brevettarono questo motore che sarebbe stato migliorato qualche anno dopo, nel 1909, dall’ingegnere Giovanni Enrico per la Fiat.
Francesco Antonio Broccu
Quasi sconosciuto tra i nomi degli inventori italiani, fu l’ideatore della prima pistola. Appassionato fin da piccolo di meccanica, quando ideò il revolver a quattro colpi attrasse l’attenzione del re sabaudo Carlo Alberto che, incuriosito dall’arma, invitò più volte Broccu a Cagliari per tenere un corso sull’utilizzo della nuova pistola. Broccu rifiutò perché non voleva allontanarsi dal proprio paese. Tre anni dopo Samuel Colt brevettò la sua rivoltella e che ne fu riconosciuto l’assoluto inventore.
Giuseppe Ravizza
Il nome in questione appartiene all’inventore della macchina da scrivere. Ravizza, un novarese nato nel 1811, inventò una tastiera per scrivere a scopo filantropico: facilitare la scrittura ai non vedenti. La sua macchina da scrivere – o, come la chiamava lui, “cembalo scrivano” per somiglianza con i tasti del clavicembalo, fu progettata in 16 modelli. Le sue caratteristiche erano tastiera orizzontale, telaio mobile, nastro inchiostratore, campanello indicatore di fine riga. Il cembalo scrivano fu brevettato nel 1855. Nessuno dei modelli ebbe visibilità e Ravizza restò a molti uno sconosciuto. Intanto a New York la società Remington&Sons mise in commercio la prima macchina da scrivere che ebbe un enorme successo.
Antonio Meucci
Il fiorentino in questione inventò il telettrofono, l’antenato del moderno telefono. Emigrato a Cuba e poi negli Stati Uniti, Meucci aprì una fabbrica di candele che purtroppo – o per fortuna – dopo un successo iniziale chiuse per un incendio che la distrusse. La fortuna sta nel fatto che a Meucci allora non restò altro che dedicarsi alla passione per le invenzioni. Ideò così nell’anno 1871, il telettrofono. Il 1871 fu l’anno in cui Meucci mise a punto l’apparecchio ma rinunciò al brevetto per mancanza di denaro. L’anno dopo egli pensò di proporre il suo lavoro al vicepresidente dell’American District Telegraph di New York. In questa società lavorava anche Alexander Bell; egli depositò il suo brevetto per lo stesso prodotto nello stesso giorno di Meucci. Bell fu erroneamente considerato il primo inventore del telefono. La vera e propria guerra di brevetti si protrasse fino al 2002, anno in cui il Congresso degli Stati Uniti proclamò ufficialmente Meucci inventore del telefono.
Guglielmo Marconi
Il suo brevetto del 1986 consiste in un sistema destinato alla telegrafia senza fili; il brevetto, qualche anno dopo, verrà applicato per la produzione della prima radio. Marconi fu premiato nel 1909 con un premio Nobel per la fisica.
Corradino d’Ascanio
Fu lui a disegnare – per la Piaggio – la mitica Vespa. Il nuovo scooter si affermò in tutta Italia e nel mondo, riscontrando enorme successo. Dagli schermi cinematografici alle rivolte giovanili, la Vespa rimarrà sempre uno dei più famosi simboli dell’Italia. Siamo nel 1946.
Giulio Natta
Tra gli inventori italiani, Natta è colui che inventò nel 1954 il polipropilene isotattico, meglio noto come plastica. Quest’invenzione ha rivoluzionato il mondo della produzione industriale. Laureato in ingegneria chimica al Politecnico di Milano e docente di chimica industriale, Giulio Natta è stato il primo e l’unico italiano a vincere un premio Nobel per la chimica. I suoi studi si sono basati principalmente su un processo di sintesi del metanolo, un particolare combustibile, solvente e reagente in molti processi industriali. Le sue ricerche sui polimeri dopo molti anni arrivarono proprio all’invenzione del polipropilene isotattico. Questo materiale ebbe enorme successo e fu commercializzato con il nome di Moplen.
Federico Faggin
Nel 1971 il fisico vicentino, trasferitosi in America, fu capo progetto dello sviluppo di Intel 4004, il primo microprocessore al mondo. Questo nome non risulterà certo nuovo agli studiosi di elettronica.
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