Stereotipi sugli studenti universitari: 4 falsi miti da sfatare
L’impatto dei pregiudizi sul percorso accademico degli studenti
In Italia, gli stereotipi sugli studenti universitari sono ancora fortemente radicati e migliaia di ragazzi devono combatterli ogni giorno. Con circa 500.000 studenti che abbandonano l’università e un aumento dei casi di disagio psicologico, è evidente come questi luoghi comuni abbiano conseguenze concrete. Molti studenti arrivano a mentire sugli esami superati o, nei casi più drammatici, a compiere gesti estremi. Tra le cause di questi fenomeni ci sono proprio i molteplici stereotipi di cui gli studenti sono vittime, in una società che spesso giudica i giovani invece di sostenerli. Analizziamo alcuni dei più comuni.
Pregiudizio 1: gli studenti universitari non hanno voglia di lavorare
“I giovani scelgono di fare l’università perché non hanno voglia di lavorare”: si tratta di un pregiudizio purtroppo ancora diffuso, figlio di un sistema passato in cui si entrava molto prima nel mondo del lavoro. Questo pensiero nasce da una mancanza di comprensione delle sfide e dell’impegno richiesti da un percorso accademico. Inoltre, è un’affermazione ingiusta che non considera i tanti ragazzi che studiano e lavorano contemporaneamente per poter finanziare i propri studi e raggiungere i propri obiettivi.
Pregiudizio 2: l’Erasmus è solo una lunga vacanza
L’Erasmus è un’opportunità formativa unica per studiare all’estero. Molti credono erroneamente che sia una semplice vacanza, ma la realtà è ben diversa. È uno strumento di crescita personale e professionale importante per gli studenti, i quali devono affrontare in autonomia cambiamenti e difficoltà: vivere in un paese straniero, comunicare in una lingua diversa, convivere con persone di altre culture e, al contempo, studiare per superare gli esami. Nulla vieta di fare nuove amicizie e divertirsi, ma è un’esperienza ben più complessa e formativa del puro svago.
Pregiudizio 3: uno stereotipo dannoso per gli studenti, il mito dell’età e dei fuoricorso
Uno degli stereotipi sugli studenti universitari più radicati è che la laurea abbia valore solo se ottenuta entro una certa età. Di conseguenza, i ragazzi fuoricorso vengono etichettati come falliti. Questo è uno stereotipo davvero dannoso, che schiaccia gli studenti sotto il peso del senso di colpa e li pone in difficili condizioni psicologiche. La pressione sociale e le aspettative irrealistiche possono compromettere la salute mentale, trasformando l’università in un ambiente tossico invece che in un luogo di sviluppo personale.
Pregiudizio 4: la falsa distinzione tra facoltà di serie A e B
Chi non ha mai sentito l’espressione “scienze delle merendine”? Alcuni sostengono che esistano facoltà in cui lo studio è più leggero e che non offrono sbocchi lavorativi. Spesso sono i percorsi umanistici a essere denigrati, mentre vengono esaltate le facoltà scientifiche ed economiche. Non si considera che la scelta del corso di studi dovrebbe seguire passioni e attitudini personali. Impegnarsi in un percorso estraneo ai propri interessi aumenta il rischio di insuccesso e insoddisfazione.
Perché combattere gli stereotipi sugli studenti universitari è fondamentale
In conclusione, i pregiudizi sugli studenti universitari sono nocivi e pervasivi. Frenano i ragazzi che vorrebbero iniziare un percorso di studio e fanno sentire inadeguato chi lo sta già affrontando. Questi stereotipi influenzano negativamente la percezione della società, creando un clima di giudizio e incomprensione. È essenziale sfatare questi falsi miti per costruire un ambiente che valorizzi l’impegno di ogni studente e riconosca il valore della formazione in tutte le sue forme, supportando la crescita intellettuale e umana dei giovani.