I 5 furti più eclatanti della storia

I 5 furti più eclatanti della storia

Rubare è sicuramente uno dei mestieri più antichi nella storia dell’umanità, e i furti eclatanti nella storia non sono affatto mancati. Anzi, i furti eclatanti hanno sempre affascinato il pubblico, tant’è vero che esistono numerose pellicole su di essi, tra le quali ovviamente alcune hanno preso esempio dagli eventi realmente accaduti. Altri, come quello della Gioconda, sono rimasti cristallizzati nella cultura mondiale

Ecco quali sono i 5 furti più eclatanti della storia

 

1. Il furto della Gioconda

Il furto della Gioconda si colloca, senza ombra di dubbio, al primo posto tra i 5 furti più eclatanti e famosi della storia. La Gioconda è la famosissima tela dipinta da Leonardo Da Vinci all’inizio del Cinquecento, una tela piccolissima (solo 77 x 53 cm), ma dal valore inestimabile. Questa tela, dipinta su una tavola di pioppo, non è solo l’opera più famosa della pittura mondiale, ma anche la protagonista di uno dei furti più strabilianti della storia, che ha accresciuto ancora di più la fama del dipinto
Conservata al Museo del Louvre di Parigi, La Gioconda fu rubata nella notte tra il 20 e 21 agosto del 1911, una data scelta con furbizia perché il giorno 21 il museo sarebbe stato chiuso, infatti solo il 22 agosto ci si accorse della sua mancanza all’interno del museo. Tra i primi a essere sospettati, vi furono due scrittori, Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso, accusati sulla base di calunnie, ma successivamente rilasciati. Perciò, per un lungo periodo, la polizia brancolò nel buio, e a un certo punto quasi si convinse che il quadro era ormai perduto per sempre. In realtà, La Gioconda era stata rubata da un ex-dipendente del museo, che si fece chiudere all’interno di uno sgabuzzino del museo per poter poi proseguire con furto e la mattina successiva scappare via col dipinto nascosto sotto la giacca. Il ladro era Vincenzo Peruggia, un italiano che per due anni conservò il quadro nella cucina di casa sua, a Luino, in Lombardia. Ma perché lo aveva rubato? Peruggia era convinto che La Gioconda appartenesse all’Italia, e per questo motivo decise di “riportarla a casa”. Due anni dopo il furto, nel tentativo di rivenderla, l’acquirente, che era l’antiquario fiorentino Alfredo Geri, si accorse che non era una delle tante copie, bensì la copia originale. Infine, Peruggia fu condannato a una condanna lunga poco più di un anno poiché considerato “mentalmente minorato”. Per quanto riguarda La Gioconda, invece, prima di ritornare al Museo del Louvre fu esposta in alcune delle gallerie d’arte più importanti dello stivale. 

 

2. Collection #1

Quando si parla di furti, bisogna ricordare che la società odierna ormai vive a strettissimo contatto con la tecnologia, e per questo motivo, tra i 5 furti più eclatanti ve ne è uno che riguarda proprio ciò. A partire dal 2004, sono cominciati dei grandi attacchi hacker che hanno portato al furto di più di 770 milioni di indirizzi email e 21 milioni password uniche, per un totale di più di 87GB di informazioni. Inoltre, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, tutte queste identità rubate online sono state pubblicate sul dark web, sotto il nome di Collection #1. Il nome a questo grandissimo furto, il più grande tra tutti i furti di informazioni sensibili online, gli è stato dato dall’informatico americano Troy Hunt che ha dato al mondo maggiori informazioni sull’accaduto e ha creato anche un sito sul quale poter controllare se la propria casella di posta personale sia stata soggetta a uno dei tantissimi attacchi di questi hacker. 

 

3. Il furto sul treno Glasgow-Londra

Tra i 5 furti più eclatanti della storia, quello sul treno Glasgow-Londra è sicuramente uno dei furti dal bottino più grande. Questo furto è avvenuto l’8 agosto del 1963 ed era stato organizzato nei minimi dettagli da Bruce Reynolds, che durante l’anno precedente reclutò ben quindici criminali che lo aiutassero. Il furto avvenne sul ponte ferroviario di Mentmore, un luogo strategico in piena campagna, e i criminali riuscirono a rubare un bottino di 2,6 milioni di sterline, che divisero tra di loro in un casolare non tanto lontano da lì. Successivamente, diedero fuoco a quest’ultimo per non lasciare tracce, senza sapere che invece il treno ne era pieno, e grazie a esse i rapinatori furono arrestati uno a uno. Soltanto due riuscirono ad avere la meglio sulla polizia: Ronnie Biggs e Bruce Reynolds. Il primo, Biggs, andò prima in Australia con la moglie dopo aver ricevuto un intervento di plastica facciale a Parigi, e successivamente scappò in Brasile, dove ingravidò una diciannovenne del posto per riuscire a sfuggire dall’estradizione nel Regno Unito. L’altro, Bruce Reynolds, scappò in Messico e vi rimase fino a che non ebbe finito la sua parte di soldi. Una volta tornato in Inghilterra, però, fu arrestato e condannato dapprima a 25 anni, ma ne scontò solo dieci, uscendo in libertà vigilata.

 

4. Il furto delle opere di Copernico e Galilei

Tra i 5 furti più eclatanti della storia, questo è avvenuto solo pochi anni fa, nel 2017. L’opera di Copernico De Revolutionibus orbium coelestium e alcune opere di Galileo Galilei, si trovavano in un deposito nella periferia di Londra, in attesa di essere portati in America per un’esposizione. Il furto è avvenuto proprio come in tutti i film di spionaggio che si rispettino, con i ladri che si calano, facendo una danza che è riuscita a evitare i sistemi di sicurezza tecnologici, sottraendo questo bottino dal valore di 2,5 milioni di euro. Tutte le opere rubate non erano proprietà di qualche museo, bensì di collezionisti privati che improvvisamente si sono ritrovati derubati delle loro proprietà. A oggi, non si ancora come sia stato possibile commettere il furto di queste opere che, nella maniera più riservata, erano tenute in quel deposito londinese, ma la teoria di un possibile attacco hacker è tra quelle più accreditate

 

5. Il furto del Blu di Francia

Il diamante blu, noto con il nome di Bleu de France, era un diamante portato presso la corte francese dal mercante Jean-Baptiste Tavernier. La storia di questo diamante è molto singolare, perché si è diffusa la credenza che esso portasse sfortuna perché il mercante lo aveva staccato direttamente dall’occhio di una divinità indiana e quest’ultima dunque lo aveva maledetto. Il diamante fu indossato da Luigi XIV, Luigi XV e sua moglie, che però sono morti a causa di malattie molto dolorose. Successivamente, passò nelle mani di Maria Antonietta e Luigi XVI, che vennero decapitati, e così i gioielli dovevano essere protetti dopo la morte dei sovrani, ma al contrario furono rubati da un ex-cameriere reale, e dopo essere stato arrestato lui furono rubati direttamente dalla Guardia Nazionale. A partire da questo momento, la storia di questo diamante è stata sempre più movimentata. Infatti, dopo la Rivoluzione francese, a differenza degli altri gioielli reali, questo non fu trovato. A sua volta, però, un altro diamante blu, che tutti spacciavano per una sorta di falso del Bleu de France, che prende il nome di “diamante Hope”, comincia a fare il giro del mondo, e infine capita nelle mani di un gioielliere americano, Harry Winston, che nel 1958 donò il diamante al museo Smithsonian di Washington
Per tantissimi anni si è pensato che il diamante Hope fosse solamente una sorta di “falso” del Blu di Francia, ma in realtà alcuni studi recenti sembrano dimostrare che in realtà potrebbe proprio essere quel diamante blu considerato ormai perduto.

 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Lucrezia Stefania Scoppetta

Ciao! Sono Lucrezia, ho 21 anni. Frequento l’università “L’Orientale” di Napoli, dove studio lingua e letteratura inglese, giapponese, e portoghese.

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