Professione influencer: intervista ad Alessio Mattarese

Alessio Mattarese

Professione influencer: la parola ad Alessio Mattarese.

Che cosa è davvero questa figura mitologica, che si aggira tra i meandri della rete, soprattutto su Instagram, e che cattura, a macchia d’olio l’attenzione dei più?
Se dovessimo trovare una parola che rimbomba miracolosamente sulla bocca di tutti, nella nostra epoca, è proprio “influencer“. Quella parola che si agita tra le labbra di tutti, e che in pochi riescono a definire. Tutti vogliono diventarlo: c’è chi li idolatra, chi vede in loro il male del secolo come quando, ai tempi della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si guardava alle invasioni barbariche, e c’è anche a chi serenamente non frega nulla di loro e continua la loro esistenza ignorandoli.
C’è chi li guarda con diffidenza, chi crede che il loro non sia un lavoro, chi invece dà dei vecchi bacucchi a chi li stigmatizza e afferma fieramente che tra le loro mani risplende il fuoco dei mestieri futuri. Quei mestieri con quei nomi inglesi, altisonanti, che dieci anni fa non esistevano e che passano sul filo del rasoio degli hashtag, delle sponsorizzazioni, dei likes, delle views e dei followers.
In quest’orda barbarica di concorrenza, in cui praticamente chiunque è portato ad aprirsi un profilo Instagram, comprarsi una manciata di migliaia di followers e mettere in mostra presunti (spesso inesistenti) talenti, c’è chi invece ha saputo sfruttare questo sistema ed è riuscito a costruirsi un vero e proprio mestiere di imprenditore digitale, con studio e passione: stiamo parlando di Alessio Mattarese.

Con Alessio Mattarese abbiamo parlato di questo mondo, a tutto tondo.
La verità è soltanto una, ed è sacrosanta: non ci si può improvvisare nulla, deve sempre esserci una discreta dose di lavoro dietro le quinte, perché è anche vero che gli influencer ormai sono trilioni, ma soltanto in pochi spiccano.
Per fortuna.

Alessio Mattarese, intervista

1) Come è iniziato il tuo percorso nel mondo dei social? Sapevi già che sarebbe diventato un lavoro o lo hai deciso in itinere?
Ciao Monica buon pomeriggio, il mio percorso sui social è nato nel lontano 2016 con il mio primo blog su Blogspot.

In quel periodo mi trovavo a Positano, una delle zone più belle della costiera amalfitana, ricordo ancora che scherzavo con i miei amici sugli influencer in generale al bar.
Non ti nego che sono sempre stato attratto da questo mondo e piano piano sono riuscito ad entrarci.
Ho capito che poteva diventare un lavoro durante questo percorso poichè vedevo che giorno dopo giorno ricevevo tantissimi feedback positivi e tantissime richieste di collaborazioni in tutt’Italia.

2) Molti faticano a capire, quindi ti chiedo: cosa è un influencer?
L’influencer è un individuo con un ampio seguito.
Viene pagato dalle aziende, che a loro volta guadagnano le interazioni dell’influencer in questione, con la speranza che queste interazioni che guadagnano possano trasformarsi in potenziali clienti.
L’influencer ha la capacità di spostare l’attenzione da una cosa ad un’altra.
Nel mio campo entrando nello specifico posso influenzare la tua scelta ad esempio da una giacca ad un’altra.

3) Come vivi il pregiudizio legato a chi pensa che il vostro non sia un lavoro?
Del pregiudizio in generale non me n’è mai importato nulla, io ho sempre pensato di andare avanti per la mia strada, credo molto nel fatto che raccogli quello che semini.

Molti di questi pregiudizi sono dovuti sicuramente al momento che sta vivendo la nostra società, troppe persone si etichettano “influencer” senza meriti e questo comporta proprio dei pregiudizi.
Addirittura molti individui creano per se stessi profili su Instagram solo per scrivere in bio la parola “ influencer “.
Infatti nell’ultimo periodo questa etichetta mi sta davvero molto stretta.
Preferisco essere etichettato come un imprenditore digitale per tutto quello che ho creato/realizzato in nemmeno 2 anni.

4) Credi che quello dell’influencer sia un mestiere che possano fare tutti?
Non mi va di infrangere nessun sogno pero posso dirti che oggi c’è una concorrenza davvero enorme.

L’influencer deve saper comunicar, deve saper arrivare alle persone, molti pensano che un influencer debba per forza essere un modello o una modella ma sbagliano.
L’influencer guadagna traffico e interazioni per com’è, per come si rapporta alle persone, “bello” o “brutto” che sia.
Per me diventare o essere etichettato come influencer non è stato assolutamente un punto d’arrivo ma un punto di partenza perchè grazie a questo mondo ho potuto realizzarmi creando la mia prima azienda online.

5) Quali sono i lati negativi del mestiere?
Onestamente di lati negativi non ne vedo fino a questo momento.

6) Cosa consigli a chi vuole cominciare?
Di essere se stessi, di capire su quale nicchia puntare e magari anche di farsi seguire da una persona esperta nel campo perchè oggi arrivare è ancora più dura rispetto a qualche anno fa ma non è impossibile.

A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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