Annabel Lee di Edgar A. Poe: quando l’amore incontra la morte

Annabel Lee di Edgar A. Poe: quando l’amore incontra la morte

Annabel Lee di Edgar Allan Poe è l’ultimo componimento poetico portato a termine dall’autore. La poesia narra la morte della giovane Annabel Lee, una bellissima fanciulla, e contemporaneamente dell’amore che c’era tra lei e il suo amante, un amore talmente forte da aver scatenato la gelosia e l’invidia degli angeli.

Chi era Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe, scrittore e poeta statunitense nato a Boston il 19 gennaio 1809 e morto a Baltimora il 7 ottobre 1849, riveste un’enorme importanza in quanto capostipite della letteratura horror e del giallo psicologico. La vita di Poe non è stata facile in quanto segnata da diverse tragedie familiari, problemi economici e psicologici che lo hanno portato ad abbandonare gli studi e successivamente l’accademia militare. Nel 1836 sposa Virginia Clemm, una sua cugina, che però muore pochi anni più tardi. Tutti questi eventi e queste sciagure hanno fortemente influenzato le sue opere, che spesso trattano appunto temi come quello della morte; le opere di Poe sono investite di una grande originalità e si differenziano molto dagli scritti dell’epoca per il ruolo che ha la psicologia umana all’interno di essi. Per quanto riguarda lo stile, esso mostra una particolare attenzione ai dettagli esaltando le capacità di Poe. Edgar Allan Poe è stato un vero genio e la sua influenza si è molto fatta sentire nella letteratura successiva.

Annabel Lee di Edgar Allan Poe: analisi

Or son molti e molti anni
che in un regno in riva al mare
viveva una fanciulla che col nome
chiamerete di Annabel Lee:
e viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d’amarmi e d’essere amata da me.

Io ero un bimbo e lei una bimba,
in questo regno in riva al mare;
ma ci amavamo d’un amore ch’era più che amore
io e la mia Annabel Lee
d’un amore che gli alati serafini in cielo
invidiavano a lei ed a me.

E fu per questo che -oh, molto tempo fa-
in questo regno in riva al mare
un vento soffiò da una nube, raggelando
la mia bella Annabel Lee;
così che vennero i suoi nobili parenti
e la portarono da me lontano
per rinchiuderla in un sepolcro
in questo regno in riva al mare.

Gli angeli, non così felici in cielo come noi,
a lei e a me portarono invidia –
oh sì! E fu per questo (e tutti ben lo sanno
in questo regno in riva al mare)
che quel vento irruppe una notte dalla nube
raggelando e uccidendo la mia bella Annabel Lee.

Ma molto era più forte il nostro amore
che l’amor d’altri di noi più grandi-
che l’amor d’altri di noi più savi-
e né gli angeli lassù nel cielo
né i demoni dentro il profondo mare
mai potran separare la mia anima dall’anima
della bella Annabel Lee:

giacché mai raggia la luna che non mi porti sogni
della bella Annabel Lee;
e mai stella si leva ch’io non senta i fulgenti occhi della bella Annabel Lee:
e così, nelle notti, al fianco io giaccio
del mio amore – mio amore – mia vita e mia sposa,
nel suo sepolcro lì in riva al mare,
nella sua tomba in riva al risonante mare.

Come menzionato precedentemente, Annabel Lee è l’ultima poesia composta da Edgar Allan Poe e tratta della morte di questa giovane donna e delle conseguenze che ciò ha sul suo amato. La poesia è proprio narrata da quest’ultimo che mostra tutto il suo dolore, ma soprattutto la sua rabbia per questa perdita così prematura. L’innamorato volge un’aspra critica in particolare agli angeli, affermando che siano stati proprio loro a portargli via la sua bella Annabel Lee, quasi per dispetto e solo perché erano così invidiosi del loro amore che non riuscivano a sopportare la felicità dei due. L’atmosfera è quasi fiabesca: ci viene descritto un regno in riva al mare, una storia d’amore ma c’è poi questa morte che si presenta come un elemento dirompente che spezza l’armonia e rende il tutto macabro e sinistro. Anche gli angeli che sono descritti nell’immaginario collettivo come figure benefiche, vengono qui descritti in chiave negativa, quasi come assassini.

La poesia si conclude con la forte affermazione che neanche la morte o la gelosia degli angeli saranno mai in grado di spezzare il legame profondo che c’è tra la coppia perché il giovane continuerà a ricordare e ad amare la sua Annabel Lee e la ricorderà ogni qual volta si troverà ad ammirare la luna e un cielo stellato. Niente può scogliere questo amore, e quei due bambini, che altro non dovevano fare se non amarsi l’un l’altro, vivranno in eterno nel cuore del ragazzo. Abbiamo quindi una contrapposizione tra il potere distruttivo della morte che ci porta via le persone a noi care, e la forza riparatrice dell’amore che nonostante tutto tiene in vita i nostri amati.

L’aria così tormentata ci fa sentire vicini al protagonista di questo componimento  e ci fa percepire pienamente tutto il suo dolore. Attraverso i suoi occhi siamo in grado di vivere questo trauma e avere un quadro chiaro della bella Annabel Lee, una fanciulla sottratta troppo presto alla vita e deturpata dell’amore della sua vita.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Giorgia Nasuto

Sono Giorgia, ho 20 e studio Lingue e Culture comparate all'università "L'Orientale" di Napoli. Sono una grande appassionata di musica, di letteratura e in generale di arte in ogni sua forma.

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