Fiabe dei fratelli Grimm: le 5 meno conosciute

Fiabe dei fratelli Grimm: le 5 meno conosciute

Tra orchi e nani, streghe e maghi, principi e principesse, le fiabe dei fratelli Grimm accompagnano i bambini da generazioni. Le storie hanno spesso un’ambientazione tenebrosa, fatta di fitte foreste popolate da nani, lupi e streghe e in cui spesso accadono fatti strani, a volte anche macabri ma, infondo, è quello che ci si aspetta dalla tradizione tedesca. Jacob e Wilhelm Grimm, infatti, sono conosciuti per aver raccolto e rielaborato le fiabe della tradizione popolare tedesca. Le ragioni che li spinsero alla riscrittura e alla modifica incessante delle fiabe erano di natura prettamente filologica in quanto il loro intento era quello di riportare a galla lo spirito del popolo tedesco, la sua tradizione originaria che per i fratelli Grimm era il collante essenziale di ogni popolo.

Una delle loro opere più famose è intitolata Le fiabe del focolare, in tedesco Kinderund Hausmärchen. In questa raccolta ci sono alcune delle fiabe più conosciute al mondo, grazie anche ai loro adattamenti a cartone e alle varie modifiche subite durante gli anni come, ad esempio, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, Cappuccetto Rosso e Hänsel e Gretel. Tuttavia, è bene notare che altre fiabe contenute in questa raccolta sono a molti sconosciute.

Scopriamo quali sono le 5 fiabe dei fratelli Grimm che non tutti conoscono!

  1. Fratellino e Sorellina, Brüderchen und Schwesterchen

Fratellino e Sorellina è sicuramente una tra le fiabe dei fratelli Grimm meno conosciute. Essa narra di un fratellino e una sorellina che, stanchi dei maltrattamenti subiti dalla loro matrigna, decisero di scappare. Ciò che però non sapevano era che la loro matrigna in realtà fosse una strega. Infatti, quando quest’ultima scoprì l’accaduto fece un incantesimo per il quale nel momento in cui uno dei due bambini si fosse recato a bere presso una fonte d’acqua, si sarebbe trasformato in un animale (prima una tigre, poi un lupo e infine un capriolo). Se le prime due volte Sorellina era riuscita a tenere Fratellino lontano dalla fonte, la terza volta, purtroppo, il bambino venne trasformato in capriolo. Tuttavia, i due fratelli non demorsero, Sorellina legò la sua catenina d’oro al collo del Fratellino per non farlo fuggire, trovarono una piccola casetta abbandonata e iniziarono a vivere lì, riuscendo a condurre una vita felice per un po’ di tempo. Dopo un periodo di tranquillità, iniziò la stagione della caccia per il re e il bosco si riempì di cani e cacciatori; a quel punto il capriolo iniziò a scalpitare per uscire fuori e andare a vedere e, dopo aver convinto sua sorella, concordò con lei una specie di parola d’ordine così da farsi aprire la porta al suo ritorno: dovrà bussare e dire «Sorellina mia, lasciami entrare», solo così potrà tornare in casa. Il primo giorno andò tutto liscio, il secondo giorno venne ferito ma riuscì ugualmente a tornare a casa stavolta, però, un cacciatore lo seguì e assistette al momento in cui il Fratellino bussò alla porta e chiese alla Sorellina di farlo entrare. Il cacciatore riferì tutto al re e il giorno dopo seguirono nuovamente il capriolo ma, anziché restare a guardare, il re andò alla porta fingendosi il Fratellino. Quando Sorellina aprì la porta il re se ne innamorò perdutamente, le chiese di sposarlo e la fanciulla accettò a patto che il capriolo/Fratellino potesse stare con loro, così i tre andarono al castello.

Dopo le nozze, Sorellina, Fratellino e il re vissero felici per molto tempo finché la matrigna non scoprì che i due erano ancora vivi; così la donna malvagia andò al castello e con un inganno rinchiuse Sorellina, che aveva appena partorito un bambino, nel bagno e la fece soffocare con il fumo per poi mettere al suo posto sua figlia a cui, nel frattempo, aveva dato l’aspetto della regina. Nonostante il re volesse vedere subito suo figlio, la strega, travestita da cameriera, fece di tutto per impedirglielo. Nel frattempo, la regina/Sorellina tornò in veste di fantasma ogni notte per allattare il bambino e dare una carezza al capriolo/Fratellino, noncurante della presenza della bambinaia. Quest’ultima, però, dopo alcune notti decise di comunicare tutto al re che, per due notti di seguito assistette alla scena; egli decise poi di farsi avanti e andare dalla sua sposa che dopo essere stata riconosciuta come per magia tornò in vita. A quel punto la matrigna e la sorellastra vennero condannate: la prima fu bruciata sul rogo, la seconda divorata dagli animali selvatici nel bosco; in più, non appena la strega morì, Fratellino riprese sembianze umane e così vissero tutti felici.

  1. L’oca d’oro, Die Goldene Gans

Una delle fiabe dei fratelli Grimm sicuramente poco conosciuta è L’oca d’oro che racconta la storia di Stupidello, l’ultimo di tre figli in una famiglia di taglialegna e, come si può evincere dal suo soprannome, era considerato il più sciocco di tutti e veniva spesso trattato male sia dai genitori che dai fratelli. Un giorno il padre mandò il primo figlio nel bosco a prendere della legna; la madre gli preparò una ricca colazione al sacco, composta da una focaccia e del buon vino, e il ragazzo si avviò. Sulla strada incontrò un vecchio omino che gli chiese cortesemente un pezzo di focaccia e un sorso di vino ma il ragazzo rifiutò in malo modo, poi andò a tagliare un albero e si ferì alla gamba. La stessa cosa successe il giorno dopo al secondo figlio, al che Stupidello, nonostante i genitori non credessero in lui, decise di fare un tentativo e si addentrò nel bosco con una misera merenda: una galletta cotta nella cenere e della birra acida. Quando anche lui incontrò il vecchio omino e gli venne posta la stessa richiesta, Stupidello acconsentì senza esitare ma fece presente al vecchino che non aveva molto da offrirgli. Tuttavia, quando Stupidello fece per tirar fuori la galletta e la birra acida, trovò al loro posto un’ottima focaccia e del buon vino, così i due mangiarono assieme. Subito dopo, il vecchio omino raccomandò a Stupidello di abbattere un determinato albero perché lì avrebbe trovato qualcosa che gli avrebbe portato fortuna e Stupidello così fece. Abbattuto l’albero, infatti, Stupidello trovò un’oca dalle piume d’oro, la prese e si diresse verso una locanda per passare la notte: lì catturò l’attenzione di tutti, soprattutto di tre sorelle che nel tentativo di prendergli l’oca mentre Stupidello dormiva, le restarono attaccate

Le tre sorelle non furono però le uniche: il giorno dopo Stupidello si ritrovò con un corteo di persone tutte attaccate le une alle altre a girare per la città finché non venne a sapere che poco distante un re, con una figlia che non rideva mai, aveva decretato che chiunque fosse riuscito a farla ridere l’avrebbe avuta in sposa. Stupidello allora si presentò al cospetto della fanciulla, la quale, non appena vide il corteo di persone in fila indiana, scoppiò in una sana e grassa risata. Il ragazzo a quel punto la pretese in moglie ma al re non andò a genio e lo pose davanti a tre sfide impossibili che, tuttavia, Stupidello riuscì a superare grazie all’aiuto del vecchio omino. Alla fine, il re non poté più negargli la mano della figlia, i due si sposarono su una nave e vissero a lungo e contenti.

  1. I musicanti di Brema, Die Bremer Stadtmusikanten

I musicanti di Brema è una delle fiabe dei fratelli Grimm che, a differenza delle altre, potrebbe essere più conosciuta. Narra la storia di un asino, un cane, un gatto e un gallo vissuti in quattro diverse fattorie e che a breve avrebbero fatto una brutta fine. I quattro decisero allora di recarsi a Brema per diventare musicisti ma lungo la strada notarono una casa in lontananza e decisero di andare in avanscoperta. Nella casa c’erano dei ladroni a banchettare così l’asino, il cane, il gatto e il gallo, affamati, decisero di spaventare i ladroni e scacciarli via. Dopo aver udito uno stridulo canto, infatti, i briganti andarono via e i quattro presero il loro posto, decidendo di fermarsi anche a dormire. Più tardi, i ladroni, vedendo le luci della casa spente, decisero di andare a perlustrare la zona. Tuttavia, gli animali, sparsi per la casa, seppur involontariamente misero nuovamente in fuga uno dei ladroni che tornò dai suoi compagni a raccontare che una strega gli aveva soffiato addosso del veleno e che con le sue unghie affilate gli aveva graffiato la faccia, che sulla porta c’era un uomo con un coltello che gli aveva ferito una gamba, che nel cortile un mostro nero lo aveva percosso con un randello e, infine, che sul tetto c’era un giudice che aveva urlato «Portatemi quel furfante!». I ladroni non tornarono più in quella casa, mentre i quattro animali, contenti, decisero di stabilirvisi permanentemente rinunciando ad andare a Brema.

  1. Rosabianca e Rosarossa, Schneeweißchen und Rosenrot

Tra le fiabe dei fratelli Grimm c’è Rosabianca e Rosarossa, conosciuta anche come Biancaneve e Rosarossa. Probabilmente questa rientra a pieno titolo tra le fiabe meno conosciute dei due fratelli. Questa è la storia di una povera vedova e delle sue figlie, Rosabianca e Rosarossa, i cui nomi derivano dai due cespugli di rose presenti nel giardino di casa: uno con delle meravigliose rose bianche e l’altro con delle splendide rose rosse. Le due sorelle erano molto laboriose e gentili ma, soprattutto, estremamente legate l’una all’altra. Un giorno, alla loro porta bussò un orso in cerca di aiuto: fuori era inverno e l’animale, ricoperto di neve, aveva tanto freddo; se in un primo momento le due ragazze si spaventarono tanto, dopo le dolci parole della madre decisero di prendersi cura dell’orso. Ciò andò avanti fino all’arrivo della primavera, quando l’orso dovette andare via per difendere i suoi tesori dai nani cattivi che con il caldo uscivano dai loro rifugi e iniziavano a rubare tutto ciò che trovavano. Dopo qualche tempo, la mamma mandò le due sorelle nel bosco a prendere della legna, lì le due incontrarono un nano che si dimenava perché la sua barba era rimasta impigliata in un tronco; dopo vari tentativi di liberarlo, Rosabianca prese la sua forbicina e tagliò un pezzetto della barba del nano il quale, infuriato, le cacciò via in malo modo e se ne andò con un sacco pieno d’oro. Giorni dopo, Rosabianca e Rosarossa ritrovarono il nano, questa volta con la barba impigliata in una lenza con cui stava pescando un pesce che lo stava tirando sempre più giù, ma la soluzione fu sempre la stessa: tagliare la barba del nano; tuttavia, anche stavolta quest’ultimo, ingrato, andò via sbraitando con un sacco pieno di perle. Qualche giorno più tardi, sul cammino per andare in città, le due sorelle si imbatterono nel nano, catturato da una grossa aquila ma, nonostante Rosabianca e Rosarossa gli avessero nuovamente salvato la vita, il nano iniziò a lamentarsi per la giacca sgualcita, prese poi un sacco pieno di pietre preziose e andò via. Sulla strada del ritorno le due fanciulle videro il nano spargere per terra i suoi tesori ma, ad un certo punto, un grosso orso sbucò dalla foresta e afferrò il nano che dimenandosi cercava di convincere l’animale a sbranare le due ragazze al posto suo; tuttavia, l’orso, senza dargli ascolto, con una zampata lo scaraventò via. Inizialmente Rosabianca e Rosarossa erano pronte a scappare ma poi l’orso si fece riconoscere: era il loro vecchio amico che, all’improvviso, si trasformò in un aitante giovane vestito d’oro e confessò loro di essere il figlio del re, trasformato in orso da quel nano cattivo che gli aveva rubato tutti i tesori. Alla fine della storia Rosabianca sposò il principe mentre sua sorella, Rosarossa, sposò il fratello del principe e vissero tutti insieme felici per molti anni.

  1. Jorinda e Joringhello, Jorinde und Joringel

Come ultima, ma non per importanza, delle fiabe dei fratelli Grimm citeremo Jorinda e Joringhello. La storia narra di una vecchia potentissima strega che abitava sola in un vecchio castello nel cuore della foresta: di giorno la strega era un gatto o una civetta mentre di sera riprendeva il suo aspetto umano. Tutte le persone che arrivavano a cento passi dal castello si immobilizzavano senza riuscire più a muoversi finché la strega non decideva di liberarli. Tuttavia, se una vergine entrava in quel raggio, la vecchia la trasformava in un uccello e poi la rinchiudeva in una delle migliaia di gabbie che teneva in una stanza. Un giorno Jorinda, la più bella di tutte le creature, mentre passeggiava nel bosco assieme al suo promesso sposo Joringhello, si avvicinò troppo al castello e venne trasformata in un usignolo blu e la strega, nelle sembianze di una civetta, la catturò e Joringhello, che non riusciva a muoversi, non potette salvarla. Trascorso del tempo, l’inconsolabile ragazzo fece un sogno in cui trovava un fiore rosso sangue con al centro una grossa e meravigliosa perla: con quel fiore poteva andare al castello senza correre pericoli e liberare la sua amata dall’incantesimo. Il mattino seguente intraprese un viaggio per trovare il fiore e dopo nove giorni ci riuscì. Allora si affrettò ad andare al castello e il suo sogno iniziò a corrispondere alla realtà: Joringhello era a cento passi dal castello e poteva ancora camminare, con il tocco del fiore aprì il portone e iniziò a cercare Jorinda ma quando arrivò alla sala dove erano contenute le gabbie con i settemila uccelli, la strega lo vide e si infuriò cercando in tutti i modi di fermarlo. Tuttavia, il potere del fiore era molto più forte e mentre Joringhello cercava tra i vari uccelli il suo usignolo, vide la strega cercare di portare via di nascosto una delle gabbie, allora Joringhello le saltò addosso e con il fiore toccò la gabbietta e la vecchia, che perse così ogni potere. Jorinda aveva riacquisito sembianze umane e con lei anche tutte le altre fanciulle intrappolate. I due amanti tornarono così a casa e vissero a lungo felici e contenti.

Queste sono solo 5 delle 200 fiabe dei fratelli Grimm contenute nel Kinderund Hausmärchen e, nonostante alcune siano ben note, altre sono tutte da scoprire!

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Di Costanzo Mariachiara

Mariachiara Di Costanzo, classe 2000. Prossimamente laureata in Lingue e Culture Comparate all'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Appassionata di moda, musica e poesia, il suo più grande sogno è diventare redattrice di Vogue.

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