Gli animali parlanti e la loro influenza nella cultura popolare

Gli animali parlanti e la loro influenza nella cultura popolare

La favola è un genere letterario che affascina da secoli, un mondo di insegnamenti e animali parlanti che ha plasmato la cultura popolare. Ma cos’è esattamente una favola e quali sono le sue caratteristiche distintive?

Cos’è la favola e le sue caratteristiche

La favola non è altro che il racconto, sia esso in versi o in prosa, di una breve vicenda che può avere come protagonisti non solamente le persone, ma anche animali o cose parlanti. Ha uno scopo ben preciso: impartire in maniera semplice, quasi giocosa, affinché persino un bimbo lo comprenda, un insegnamento o una morale. Questo genere letterario, come definito anche da fonti autorevoli come l’Encyclopædia Britannica, si distingue per alcune caratteristiche peculiari.

  • Brevità: si tratta di racconti concisi, che vanno dritti al punto.
  • Semplicità: le favole utilizzano un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, proprio per facilitare la comprensione del messaggio.
  • La morale: a differenza della fiaba, la favola presenta sempre una morale esplicita o implicita. Questa può riguardare diversi aspetti della vita: l’importanza dell’onestà, del coraggio, della prudenza, del rispetto per gli altri. Attraverso le vicende dei personaggi, la favola offre spunti di riflessione e invita il lettore a compiere scelte sagge.

Le origini della favola: Esopo

È impossibile negare la funzione positiva delle favole che, pur presentandosi come “racconti per bambini”, insegnano sin dalla tenera età che c’è una distinzione netta tra il bene e il male. Si potrebbe far risalire le origini della favola ad Esopo, uno scrittore greco vissuto nel VI secolo a.C. Egli, in particolar modo, tendeva a far ricadere, nella maggior parte delle sue favole, la scelta dei protagonisti su “animali parlanti” dei quali si serviva per insegnare e ammaestrare. Le favole di Esopo, come “La volpe e l’uva” o “La cicala e la formica”, sono ancora oggi molto popolari e rappresentano un patrimonio universale di saggezza.

L’espediente degli animali parlanti non fa altro che rimarcare il carattere fittizio della vicenda, smorzando contenuti magari più difficili e anche, perché no, evitando che i bambini ne vengano eccessivamente colpiti. Gli animali, con le loro caratteristiche, diventano simboli di vizi e virtù umani, rendendo la morale più immediata e intuitiva.

Gli animali parlanti e il loro simbolismo

Nella tradizione della favola, molti animali sono stati “dotati di parola” per rappresentare archetipi e comportamenti umani. Qui di seguito una sintesi dei più comuni.

Animale Simbolismo principale (vizi e virtù)
La volpe Rappresenta l’astuzia, la scaltrezza e spesso l’inganno.
Il lupo Incarna la ferocia, la crudeltà e la prepotenza del più forte.
Il leone Simboleggia la forza e il coraggio, ma anche l’orgoglio e la superbia.
L’agnello È simbolo di innocenza, debolezza, purezza e vittima designata.

La volpe, il lupo, il leone e l’agnello

La volpe è protagonista di numerose favole dove utilizza la sua intelligenza per raggiungere i suoi obiettivi, spesso a spese degli altri. Il lupo è spesso associato all’inganno e lo troviamo in favole come “Cappuccetto Rosso” o “Il lupo e l’agnello”, dove incarna la figura del predatore. Il leone, re degli animali, incarna la forza ma anche l’orgoglio e impara a sue spese che anche i più potenti possono avere bisogno dell’aiuto dei più deboli. L’agnello, al contrario del lupo, rappresenta l’innocenza e la purezza ed è spesso vittima di ingiustizie e soprusi.

L’influenza culturale: l’esempio di Cappuccetto Rosso

È innegabile sottolineare l’influenza delle favole su grandi e piccoli, basti pensare a quella di Cappuccetto Rosso, nota in tutto il mondo. Chi potrebbe dire di non averla mai sentita? Nessuno, senza ombra di dubbio. Pur presentandosi come un semplice racconto, impartisce, evidentemente, un insegnamento: diffidare dagli sconosciuti. Anche in questo caso, il narratore si rende portavoce di un messaggio servendosi di un animale antropomorfizzato, il noto lupo cattivo.

L’ingenuità della fanciulla, che la porta a fidarsi dello sconosciuto, ha conseguenze disastrose che, senza l’intervento del buon cacciatore, si sarebbero rivelate irreversibili. Il lieto fine non tarda a sopraggiungere ricordando, come monito continuo, di procedere sempre con cautela. Senza dubbio, gli animali parlanti hanno contribuito al successo della favola così come la conosciamo, portando questo genere letterario a diffondersi ad ampio raggio e a influenzare ciascuno sin da fanciullo.

Fonte immagine: Pixabay

Articolo aggiornato il: 10/09/2025

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A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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