Gli animali parlanti e la loro influenza nella cultura popolare

Gli animali parlanti e la loro influenza nella cultura popolare

La favola non è altro che il racconto, sia esso in versi o in prosa, di una breve vicenda che può avere come protagonisti non solamente le persone ma anche animali o cose parlanti. Ha uno scopo ben preciso: impartire in maniera semplice, quasi giocosa, affinché persino un bimbo lo comprenda, un insegnamento o una morale.

La favola ha avuto, sin dalle sue origini, un’ampia diffusione ed esercita, di generazione in generazione, una massiccia influenza nella cultura popolare, soprattutto grazie al suo linguaggio semplice, attraverso il quale, in maniera esplicita e diretta si rilascia una morale.

È impossibile negare la funzione positiva delle favole che, pur presentandosi come “racconti per bambini”, aiutano anche grazie ai suoi protagonisti (gli animali parlanti) nelle scelte e nelle decisioni, insegnando, sin dalla tenera età che c’è una distinzione netta tra il bene e il male, spesso riflessi nelle persone o negli animali che si incontrano. Mostrano le difficoltà che si possono incontrare lungo il cammino, come affrontarle e superarle.

Si potrebbe far risalire le origini della favola ad Esopo. Egli, in particolar modo, tendeva a far ricadere, nella maggior parte delle sue favole, la scelta dei protagonisti su degli “animali parlanti” dei quali si serviva per insegnare e ammaestrare.

Chiaramente, l’espediente degli animali parlanti non fa altro che rimarcare il carattere fittizio della vicenda narrata, smorzando i contenuti magari più difficili da comprendere per un bambino e anche, perché no, evitando che ne vengano eccessivamente colpiti.

Innegabile sottolinearne l’influenza su grandi e piccoli, basti pensare alla favola di Cappuccetto Rosso, nota in tutto il mondo. Chi potrebbe dire di non averla mai sentita? Nessuno, senza ombra di dubbio. Pur presentandosi come un semplice racconto, utile per far addormentare un figlio o per intrattenere i bambini con i suoi animali parlanti, nelle situazioni più disparate, impartisce, evidentemente, un insegnamento: diffidare dagli sconosciuti. Anche in questo caso, il narratore si rende portavoce di un messaggio servendosi di un animale antropomorfizzato, il noto lupo cattivo che tenta di nutrirsi dell’ingenua Cappuccetto Rosso e della nonna in attesa della nipotina.

L’ingenuità della fanciulla, che la porta a fidarsi dello sconosciuto, ha conseguenze disastrose che, senza l’intervento del buon cacciatore, si sarebbero rivelate irreversibili. Tuttavia, tutto è bene quel che finisce bene e il lieto fine non tarda a sopraggiungere ricordando, come monito continuo, a grandi e piccoli, di procedere sempre con cautela quando ci si approccia ad una persona sconosciuta. È sicuramente uno degli esempi più noti ma non si possono cifrare i narratori le cui storie hanno fatto ricorso agli animali parlanti per influenzare la cultura popolare.

Senza dubbio, gli animali parlanti hanno contribuito al successo della favola così come la conosciamo, portando questo genere letterario a diffondersi ad ampio raggio e a influenzare ciascuno sin da fanciullo.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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