Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone: recensione

Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone: recensione

È uscita per Einaudi Stile LiberoFiori”, la nuova avventura dei Bastardi di Pizzofalcone firmata da Maurizio De Giovanni. Il titolo dell’avvincente romanzo – tra l’altro il numero 10 della serie, a mo’ di garanzia del campione – suggerisce di leggerlo proprio come se fosse un fiore. Ecco la nostra recensione.

È una splendida mattina di primavera, la città è illuminata da una luce perfetta, nell’aria l’odore del mare si mescola al profumo del glicine, della ginestra, dell’anemone. Della rosa. Come può venire in mente di uccidere qualcuno in un giorno come questo, in un posto come questo?

La citazione prescelta per invitare alla lettura del nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, “Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone”, non potrebbe essere più perfetta. È una splendida mattina di primavera ed un omicidio violento scuote il quartiere di Pizzofalcone, delitto che si rivela subito esser stato compiuto prima dell’orario di apertura della maggior parte dei negozi ed in maniera particolarmente efferata. La vittima è Nicola Savio, un fioraio buono e delicato come i fiori che tanto ama e racconta ai suoi clienti, ai quali adora  narrare i come ed i perché delle piante che consigliava o, qualche volta, regala. Ucciso nel chiosco di fiori di sua proprietà, il cadavere dell’uomo viene ritrovato dal suo migliore amico, il signor Ciro Durante, il quale, per quanto sconvolto dall’accaduto, dà in qualche modo l’allarme in commissariato. Ad arrivare sul luogo dell’omicidio sono l’agente scelto Aragona ed il commissario Lojacono, personaggi letterari a cui ormai – dopo il successo dell’omonima e fortunatissima serie-tv – non si può non dare il volto di Antonio Folletto e Alessandro Gassmann.

Ma sono di nuovo presenti tutti gli agenti del commissariato dei “Bastardi” ai quali ci siamo via via affezionati grazie alla penna ritrattistica di De Giovanni. Giorgio Pisanelli, in particolar modo, che avevamo lasciato in balia di un serio problema di salute. O Francesco Romano, alle prese con un giovane amore. Alex Di Nardo, reduce dall’ipotesi di esser stata tradita. La coppia Palma-Ottavia, da cui l’intesa tra un superiore accurato, da tutti invocato per cognome, ed una materna poliziotta, che tutti chiamano per nome. Nuovi personaggi si aggiungono come petali ulteriori a quella che, nell’immaginario di Pizzofalcone, colloca nel commissariato la corolla portante di ogni singolo fiore.

Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone: la nostra recensione

Fiori. Fiori di ogni colore, gialli e rossi e azzurri e screziati. Fiori a gambo lungo e corto, a calice e a stella, a imbuto o a ruota. Fiori a pannocchia e a campana, a spiga e a sperone. Fiori come parole, fiori a migliaia, ognuno col suo peso e la sua forma, ognuno col suo significato.

Protagonisti del decimo romanzo sui Bastardi di Pizzofalcone sono i fiori. Vari piccoli capolavori della natura vengono nominati nel corso delle pagine scorrevolissime di De Giovanni: l’anemone, evocato per il senso di speranza che racchiude, o la rosa gialla, per quello del recondito, per finire con vari accenni ai fiori di potentille, avvicinati alla realtà della maternità ed anch’essi cruciali per le indagini sull’omicidio del povero Nicola Savio, “nonno civico” al quale tutto il quartiere era lieto di rivolgersi per qualsiasi esigenza botanica vi fosse.

È un romanzo contro gli stereotipi ed i luoghi comuni, “Fiori” di Maurizio De Giovanni. Una storia graffiante contro i pregiudizi. Quelli che rischiano di accusare un innocente solo perché non è italiano ma albanese. Quelli che si affollano nelle menti di chi si sente diverso, perché sono tanto radicati da impedire di vivere e di amare.

Un’avventura che non fa sconti nemmeno alla criminalità organizzata ma anzi la racconta nei suoi piccoli e grandi traffici, dalla tacita tassa del pizzo, data quasi per scontato, fino allo strozzinaggio dalle cambiali irricevibili e al vergognoso modus operandi camorristico. Una bella prova per i Bastardi di Pizzofalcone. Un nuovo successo per Maurizio de Giovanni. Un giallo più che mai profumato per tutti gli amanti del commissariato “Made in Naples”.

Per amore. Solo per un grande amore. Questi fiori, tutti: le rose rosse, le bougainvillee, le orchidee. Una declinazione dell’amore, nella lingua dei fiori. Non amore tenero, non una forte amicizia. Amore vero. Passione, travolgente passione. O il ricordo di essa.

 

Fonte immagine: https://www.facebook.com/MAURIZIODEGIOVANNIOFFICIALFANCLUB/photos/a.110538195704326/3512048515553260/

 

A proposito di Giulia Longo

Napolide di Napoli, Laurea in Filosofia "Federico II", PhD al "Søren Kierkegaard Research Centre" di Copenaghen. Traduttrice ed interprete danese/italiano. Amo scrivere e pensare (soprattutto in riva al mare); le mie passioni sono il cinema, l'arte e la filosofia. Abito tra Napoli e Copenaghen. Spazio dalla mafia alla poesia.

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