I Disinnamorati, un romanzo di Frank Iodice | Recensione

I disinnamorati

“I Disinnamorati” un romanzo di Frank Iodice edito ERETICA Edizioni è un libro che ha visto la prima pubblicazione in un’edizione francese su ‘Le Lys Bleu éditions’ nel 2018.

Antonino Bellofiore è un giovane agente di polizia. Indossa calzini spaiati, non si prende cura particolarmente del suo aspetto, e fa di un suo bottino le cose sequestrate ai malfattori. La sua vita è intrecciata a quella di Anisetta, una giovane ragazza di origini genovesi, con occhi grandi e spaventati come quelli dei gatti. Le indagini di lui circa alcune lettere arrivate con ritardo presso la sua abitazione, e l’attitudine di lei, ad interrogarsi sulle questioni della vita, complici i suoi studi in psicologia, porteranno i due protagonisti in una corsa ad ostacoli, dove più volte ci si chiederà se l’amore basta a salvare una relazione o si necessita di molto altro.

Il romanzo è incentrato per lo più su due grandi personaggi: Bellofiore ed Anisetta. Entrambi avranno modo e spazio di essere conosciuti dal lettore, si mostreranno senza maschere, talvolta rendendo i lettori partecipi dei loro dubbi e domande, portandoli dunque ad essere parte attiva della narrazione stessa.
Bellofiore è lo stereotipo del “poliziotto cattivo” quello che fuma le sigarette di contrabbando, che non attende gli ordini o il lascia passare dei suoi superiori. È un poliziotto autonomo, che confonde utilità pubblica con questioni prettamente personali. Nega a tutti di voler fare carriera, perché il suo status di poliziotto semplice sembra assicurargli una certa sicurezza quotidiana. Non ama particolarmente Nizza, e spesso sembra ricordare con nostalgia i sapori e i paesaggi italiani.

Gran parte delle vicende che lo riguarderanno saranno quelle riguardanti “le raccomandate” consegnategli con trent’anni di ritardo, a nome di suo padre. Spesso, l’uomo trascurerà le sue vicende personali a favore di indagini fuorvianti e senza grandi organizzazioni pratiche. Questo lo porterà a farsi sfuggire di mano molte delle sue questioni irrisolte, tra cui ciò che l’uomo ed Anisetta tentavano di ricucire da troppo tempo, senza buoni risultati.

Anisetta è un personaggio positivo, calmo e leggero. Le vicende che la riguarderanno saranno incentrate sul suo lavoro sodo circa la tesi di laurea, sul fatto che proverà in ogni modo ad avvicinarsi ad un uomo scostante e burbero. Anisetta è osservatrice, pedalatrice, sognatrice, tutto insieme, e tutto in modo ineccepibile. Dapprima sembrerà vergognarsi anche solo di un complimento a voce alta, per poi nel corso delle pagine, trasformarsi, e diventare una ragazza più forte, quasi sfrontata: un esempio chiaro è senz’altro quello della bicicletta. Anisetta infatti, inizierà ad indossare gonne corte, o camice trasparenti in sella ad una bici, senza il timore di essere guardata o apprezzata.
La sua trasformazione è piacevole alla vista quanto al pensiero. Anisetta dapprima curva sulle sue spalle, quasi intimidita dalla sua stessa voce, sembrerà darsi un tono, apprezzare di più le sue doti, e prendere scelte personali, che possano renderla davvero felice.

Verso la fine del romanzo, la giovane infatti, si porgerà delle domande. Si chiederà infatti se è davvero ciò che vuole restare con Bellofiore, se è giusto vivere una vita in ansia essendo legata alla pericolosità della sua carriera, e se avesse voluto davvero mettere al mondo dei figli insieme a lui. Anche a lei Nizza sembrerà stare stretta, e si troverà a compiere delle scelte, che stravolgeranno tutta la sua vita.

I tre personaggi di sfondo, ma non meno importanti, saranno quelli del Viceprefetto, del professore e del tipografo. Entrambi instilleranno dei dubbi nelle menti dei due personaggi principali. La Viceprefetto tenterà più volte Bellofiore con le sue doti ammaliatrici, permetterà all’uomo di farsi domande su che donna desidera avere al suo fianco. Al contempo il professore permetterà alla donna di prendere in considerazione nuove strade, e nuovi modi di essere guardate e desiderata.

Per ciò che concerne il tipografo, la questione è per lo più idealistica. L’anziano uomo si presenterà come un vecchietto solo che vive in una roulotte al freddo. Alla sua immagine ci si affeziona e ci si interroga. Intorno alla sua figura circoleranno molti dubbi e domande: è solo un anziano uomo o qualcuno che finge di non ricordare?
Bellofiore arriverà all’anziano uomo grazie alla dicitura “Miranda edizioni” su una delle cartoline consegnategli. L’uomo infatti era stato il proprietario di quell’azienda, fino alla bancarotta.

L’intero romanzo avrà da sfondo la consegna di queste raccomandate, in ritardo di trent’anni, destinate ad Antonio Bellofiore, padre quasi omonimo del poliziotto. Le cartoline raffiguranti la vecchia Parigi, con frasi particolari, saranno dapprima tre, fino ad arrivare a cinque. Le cartoline saranno motivo di indagini, domande e dubbi, ma anche punto di risoluzioni di vicende personali. Esse resteranno nella tasca del poliziotto tutto il tempo, rigirate nei suoi polpastrelli, e lasciate a giacere sotto una pietra per paura di essere lette e capite.
Gli antagonisti della storia sembreranno essere i due còrsi gemelli e malfattori, responsabili di un grande traffico di droga. Essi saranno soltanto uno specchietto per allodole però, infatti verso la fine si svelerà il “vero antagonista” della storia, con un effetto sorpresa che non delude.

Numerose saranno le descrizioni evocative, come l’immagine della porta, e di chi resta al di là di essa. Chi aspetta o chi apre, prova tristezza, rabbia, gioia o paura. Talvolta tutto insieme.
Nizza sarà esplorata in diversi momenti, con i suoi luoghi citati: (Rue Gambetta, Rue de France…) con i suoi bar luminosi, ma soprattutto con le sue piccole case da trenta metri quadri.

Curiosa è la questione dei metri quadri: Iodice infatti ricorda al lettore di come le case piccole siano adatte e confortanti per due che si amano o per una persona che vive senza problemi la sua solitudine, ma di come siano motivo di sofferenza queste piccole case per chi ha segreti o per chi semplicemente non si ama. Ogni metro quadro in meno sembra soffocare e reprimere ogni gioia. Bellofiore ed Anisetta non sembrano soffrire lo spazio ristretto, quanto piuttosto il loro reciproco ignorarsi a fasi alterne. Quando la ragazza dimostrerà affetto all’uomo, lui si ritrarrà, al contrario, quando l’uomo inizierà a capire i suoi errori, lei smetterà di esserci.

Il rapporto dei due giovani è piuttosto particolare. Incontrati mesi prima sulla Promenade quando lui era solo e lei era appena arrivata in Francia, sembreranno avere bisogno l’uno dell’altra, senza mai riuscire però a concretizzare il loro rapporto. I due si ameranno a fasi, a tempi alterni, poi arriveranno ad ignorarsi per giorni interi, l’uno che non comprende il mondo dell’altra, completamente persi nelle proprie questioni e nei propri interessi. Troppo diversi, e troppo incostanti.

I due però non perderanno la passione, spesso infatti, dopo giornate infinite di impegni, la giovane lascia cadere quasi come una consuetudine, l’accappatoio sul pavimento. Essi tornano in quei momenti ad amarsi in modo autentico e profondo. Passione che sembra durare il tempo di un amplesso, per instillare nuovi dubbi e domande, al sorgere del sole.
Il loro sarà un rapporto strano fino alla fine, entrambi nutrono la paura di salutarsi e cambiare vita, senza però trovare la chiave di volta per non perdersi, allontanandosi di fatto, sempre di più. Gli innamorati proprio per questo diventeranno a poco a poco i “disinnamorati” parola che da il titolo al romanzo, e anche alla tesi di Anisetta.
Il romanzo è a metà tra un poliziesco investigativo ed un romanzo di formazione. La scrittura di Iodice è chiara, perfetta in tutti i passaggi. Non confonde e non annoia. È un romanzo che abbraccia una parte di “pubblico rosa” e una di “pubblico giallo” senza mai dividere interamente le due cose, o mischiarle troppo. Esso è un romanzo che sa dosare i sentimenti e i colpi di scena. Sprona nel fare domande al proprio io, e a fare chiarezza sui gialli della nostra vita.

Immagine by: Frank Iodice

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