Poesie sulle donne: le più belle scelte da noi

poesie sulle donne

Poesie sulle donne scelte dalla nostra redazione

Da sempre la poesia è lo strumento atto a concretizzare i sentimenti. Oltre a celebrare l’amore, in ogni tempo la poesia rende onore alla bellezza, in tutte le sue forme. Tema centrale di innumerevoli celebrazioni liriche è dunque la donna.

Descritta nelle sue fattezze, con occhi come stelle, guance associate ai fiori più belli, il suo splendore è pari a quello delle bellezze angeliche. Essa assurge a soggetto privilegiato delle rime di tutti i tempi. Il poeta celebra il suo amore o esorta l’amata a ricambiare il suo sentimento, e si scontra spesso con bellezze evanescenti e sdegnose.

Vi proponiamo di seguito alcune delle poesie sulle donne.

 

Dante Alighieri – Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core, 
che ’ntender no la può chi non la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

Come non citare Dante, il padre della lingua italiana, fondatore del Dolce stil novo. Con una delle sue poesie più belle, attribuisce alla sua donna i caratteri tipici di un angelo sceso in terra. Beatrice è infatti una sorta di concretizzazione terrena dell’ultraterreno, del divino. È lei infatti che, grazie alla sua bellezza sovrannaturale, avvicina l’uomo a Dio. Una donna enfatizzata in ogni sua peculiarità, aleatoria e idilliaca che, col solo sguardo e con un semplice cenno del volto reca salute al poeta, sebbene non contraccambi il suo sentimento amoroso.

Montale riprenderà il concetto dell’amore stilnovistico e della donna angelicata in una chiave differente. La donna è per lui angelo, in quanto lo allontana dalla crudele realtà storica, ferita dalla guerra e dal terrore, per condurlo verso una dimensione ultraterrena, che non è però la salvezza divina; semplicemente altro rispetto all’orrore. Nelle sue ultime raccolte, invece, si esplica la sua esigenza di un ritorno alla realtà e anche in questo caso il tramite sarà la donna, capace di leggere ciò che la circonda, vicinissima alla contingenza e alla realtà più di quanto il poeta sia mai riuscito ad essere, e dunque si incarnerà negli animali più improbabili; la moglie sarà infatti donna-mosca. Il poeta, in versi magistrali e impressi nella memoria di tutti, ci mostra la sua necessità di guardare il mondo solo attraverso le pupille offuscate dell’amore della sua vita. Il vuoto lasciato dalla donna amata è concretamente percepibile dalla lettura dei suoi versi.

Ho sceso dandoti il braccio – Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Petrarca – Quand’io movo i sospiri a chiamar voi
Quand’io movo i sospiri a chiamar voi,
e ‘l nome, che nel cor mi scrisse Amore,
LAUdando s’incomincia udir di fore
il suon de’ primi dolci accenti suoi. 
Vostro stato REAl, che ‘ncontro poi,
raddoppia all’alta impresa il mio valore;
ma, — TAci, — grida il fin: — che farle onore
è d’altri omeri soma, che da’ tuoi —. 
Così LAUdare, e REverire insegna
la voce stessa, pur ch’altri vi chiami,
o d’ogni reverenza, e d’onor degna; 
se non che forse Apollo si disdegna,
ch’a parlar de’ suoi sempre verdi rami
lingua morTAl presuntüosa vegna. 

Il sonetto di Petrarca, il quinto all’interno del suo Canzoniere, interamente dedicato al suo amore per Laura, ci propone una figura femminile ancora differente. Il nome della donna amata è intessuto nei versi del componimento in una sorta di enigma semi nascosto. Laura è per il poeta una donna inarrivabile, e dunque la fonte di ogni suo dolore. Ma al contempo è la più degna di lode, la più pura, nonché la più bella di tutte, con l’oro dei suoi capelli e le rose delle sue guance. Il sentimento di Petrarca per la donna è tra i più contrastanti di sempre; l’intero Canzoniere è intessuto delle lodi alla donna, nonché della sofferenza derivante dall’ atteggiamento sdegnoso che ella mostra nei confronti del poeta, e dalla sua conseguente frustrazione. Il nome stesso della donna “invoglia a lodarla”, e ciò si esplica in toto nell’identificazione della donna amata con il lauro, simbolo per eccellenza della gloria poetica.

Poesie sulle donne: la donna nella letteratura straniera

Il poeta francese Charles Baudelaire ha celebrato la donna in ogni sua sfaccettatura. Ella rappresenta per il poeta una sorta di mistero con una doppia faccia, che attrae e spaventa. La donna è sensuale, ma anche spaventosa, è un fulmine, un lampo, una sorta di idolo e al contempo un’ incantatrice che rapisce l’uomo attraverso la forza ammaliatrice del suo sguardo, detentrice delle più forti passioni e dei più bassi dolori. L’attrazione magnetica da essa suscitata nel poeta, nonché il fascino della sua tristezza e l’amarezza per la sua scomparsa sono rappresentati nella poesia seguente.

A una passante – Charles Baudelaire

La via assordante strepitava intorno a me.
 Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
 immenso, passò sollevando e agitando
 con mano fastosa il pizzo e l’orlo della gonna
 agile e nobile con la sua gamba di statua.

 Ed io, proteso come folle, bevevo
 la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
 nel suo occhio, livido cielo dove cova l’uragano.

Un lampo, poi la notte! – Bellezza fuggitiva
 dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
 ti rivedrò solo nell’eternità?

 Altrove, assai lontano di quì! Troppo tardi! Forse mai!
 Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
 tu che avrei amata, tu che lo sapevi!

Non solo i poeti celebrano le donne…

Come abbiamo visto, in ogni epoca e paese è prevalentemente IL poeta a celebrare la donna nelle sue composizioni. Le donne sono dunque oggetto delle liriche, e solo in rari casi assurgono a soggetto delle proprie poesie, a causa della poca rilevanza che viene loro attribuita da sempre. Sono recenti i nomi di poetesse che si impongono nel panorama letterario e che celebrano tale conquista anche nelle proprie opere. Caso esemplare è quello di Alda Merini, che con la poesia riesce a sopraffare la prigionia, anche quella privata. 

A tutte le donne – Alda Merini
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Con questa componimento, simbolo del grido di una donna contro la violenza e le imposizioni di un mondo che non le appartiene, chiudiamo questa breve rassegna di poesie sulle donne, nella speranza che la poesia compia il suo viaggio verso una realtà più giusta e nella quale ogni donna, seppur meno idealizzata, sia reale, tanto quanto ogni uomo.

Foto di Rondell Melling da Pixabay

A proposito di Carmen Alfano

Studio Filologia Moderna all'università degli studi di Napoli "Federico II". Scrivo per immergermi totalmente nella realtà, e leggo per vederci chiaro.

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