I Loores de Nuestra Señora di Gonzalo de Berceo | Analisi

I Loores de Nuestra Señora di Gonzalo de Berceo | Analisi

I Loores de Nuestra Señora, un’opera mariana redatta intorno al 1236-1246, fanno parte della produzione letteraria di Gonzalo de Berceo, il primo autore castigliano di cui si ha conoscenza grazie al contributo diretto che egli stesso fornisce nella sua opera principale dei Milagros de Nuestra Señora.

Un compendium historiæ salutis

L’opera dei Loores de Nuestra Señora è stata considerata dalla critica come un’opera minore all’interno del filone mariano dell’attività di Berceo, sebbene nel corso degli ultimi anni siano stati compiuti svariati studi che hanno portato ad un’analisi strutturale e tematica di quest’ultima. È possibile definire i Loores come un poema religioso dedicato alla Vergine, più precisamente un compendium historiæ salutis, ovvero un compendio della storia della Salvezza a partire dalla caduta dell’uomo nel peccato fino alla Redenzione finale. In quest’opera, rispetto ad altre della sua produzione, Berceo si rivolge a un pubblico semicolto, in quanto vengono affrontate delle questioni pensate perlopiù per chi possiede determinate competenze religiose. Infatti, l’informazione che viene fornita è direttamente rintracciabile nei versi e non in un glossario, come invece era tipico nel Medioevo per facilitare la comprensione ai cosiddetti illitterati.

Struttura dei Loores de Nuestra Señora

I Loores de Nuestra Señora sono una complessa preghiera di lode e supplica composta da 233 coplas (strofe) e strutturata secondo il metro della cuaderna vía, ovvero il metro impiegato dal mester de clerecía di cui Berceo ne è il presentatore. La preghiera si compone di un macrotesto nel quale il poeta si rivolge alla Vergine e ne fa le lodi; le prime 3 strofe costituiscono l’esordio dell’opera in cui Berceo, oltre che presentare la materia narrativa e la finalità ultima del suo lavoro, rivela ciò che lo ha portato a redigere le lodi alla Vergine e, allo stesso tempo, sottolinea il primato che ha Maria nella storia della salvezza umana. Quest’ultima, infatti, è la prima ad essere stata redenta e, a sua volta, conferisce la redenzione all’uomo dal momento che Cristo è nato dal suo ventre immacolato. Infatti, è proprio grazie alla sua natura umana che sarà possibile la venuta del Messia sulla terra. Successivamente, incastrato nel macrotesto, si può individuare un micro discorso, definito narratio-argumentatio, in cui prevalgono maggiormente narrazioni ed eventi biblici, tutti finalizzati a chiarire la funzione della Vergine come corredentrice.

Per quanto riguarda la voce narrativa presente nei Loores de Nuestra Señora, seppure in tutti i livelli del testo si configuri come extradiegetica, quindi al di fuori della narrazione, si possono individuare due principali funzioni svolte dal locutore. La prima è quella dell’io-laudatorio, presente nell’esordio e nella conclusione della preghiera (strofe 1-3 e 195-233); la seconda, invece, è quella dell’io-riflessivo presente nella sequenza narrativa incastrata (strofe 4-194). Nell’esordio e nella conclusione, il locutore parla in prima persona singolare, rivolgendosi ad un allocutario-santo in seconda persona singolare. La scelta di rivolgersi a Maria con la seconda persona è dovuta sia al fatto che si vuole enfatizzare la sua figura e sia perché si vuole spezzare il ritmo monotono della preghiera. Avanzando lungo la sequenza narrativa incastrata, compare un altro allocutario; questa volta non più trascendentale bensì unicamente umano. Si tratta del lettore-ascoltatore dell’opera di Berceo che, in questo caso, si alterna maggiormente fra la prima e la seconda persona plurale.

Fonte immagine in evidenza: Linkgua Ediciones, copertina Loores de Nuestra Señora

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A proposito di Alessia Galante

Studentessa presso l'Università "L'Orientale" di Napoli

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