Una lettura luminosa, perfetta per questi tempi bui. È uscito per Garzanti il nuovo romanzo di Rachel Wells, “Il gatto che amava la gentilezza”. Ecco la nostra recensione!
“A chi può mai venire in mente di prendere un cane, quando ha nei paraggi due gatti perfetti?”: è questo l’ingenuo interrogativo posto da Alfie, il gattino letterario che abbiamo tutti imparato ad amare grazie ai romanzi di Rachel Wells, l’autrice britannica che ha saputo combinare le sue più grandi passioni – la scrittura e i gatti – dando vita ad una fortunata serie di romanzi da 200.000 copie vendute.
“Il gatto che amava la gentilezza” è uscito a novembre tra le novità di Narrativa Straniera presso Garzanti, ed ha continuato a raccontare le vivaci avventure di Alfie, il gatto londinese stavolta alle prese con una vicenda che lascia rivivere un’atmosfera da “Lilli e il Vagabondo”. Laddove nel cartone disneyano a turbare la tranquilla esistenza dei cani di casa era un bambino, nel romanzo della Wells – tutto narrato in prima persona felina da Alfie -, è un nuovo cagnolino, acquistato dagli “umani” della villetta in Edgar Road, anch’essi pungolati da dubbi vari e preoccupazioni quotidiane.
Alfie è infatti, in tutto e per tutto, il “gatto di casa”. Un gattino adorabile che non perde occasione per mettere in pratica il principio semplicissimo di cui si rende portatore universale: “essere gentili”. Alfie è rocambolescamente diventato papà di George, gattino adorabile anch’esso impegnato a crescere a suon di domande e qualche dispetto. Non viene invece accolto con gran gioia l’arrivo di Cetriolino, cucciolo di cane di appena due mesi, che rende subito George geloso e diffidente, perché la novità che il cagnolino rappresenta, in una famiglia di umani che adorano i gattini, attira su di sé tutte le attenzioni, causando in George il tipico timore di vedersi “spodestato” dall’ultimo arrivato.
“Il gatto che amava la gentilezza”: una lettura luminosa
Cosa fare per essere gentili nei riguardi di chi è venuto per restare? È questo l’insegnamento che Alfie, questa volta, è chiamato delicatamente a tenere. È papà Alfie, infatti, a dare a George una lezione essenziale da incidere in grande nel cuore: “Ricordati quel che ti dico sempre. C’è abbastanza amore per tutti”. E qui i riferimenti letterari non possono non rimandare a Luis Sepúlveda e alla sua intramontabile “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Cetriolino inizialmente si diverte a giocare con una palla da tennis, “un gioco che i gatti considerano degno di loro”. Ci penserà George, allora, seguendo i consigli ed interpretando a modo suo gli ammonimenti di Alfie, ad insegnare al cagnolino quello che meglio sa fare: proverà a comunicare l’ebbrezza di essere un gatto, benché Cetriolino sia e resti inevitabilmente un cucciolo di cane!
È anche la storia di un’amicizia, quella raccontata così “dolcemente” in questo nuovo romanzo di Rachel Wells: quella della combriccola felina capitanata da Alfie e George che, piano piano, facendo tesoro delle differenze, accoglie il cucciolo canino con la gentilezza che merita. Ed è anche una storia d’amore, laddove è Alfie stesso, nella sua maturità ferita da una perdita passata che ancora fa fatica ad accettare, a “rincontrare” una splendida gattina di cui aveva perso le tracce prima di tanto immeritato soffrire.
“Meglio aver amato e perduto che non aver mai amato. E io ero d’accordissimo. Perché amore e perdita vanno mano nella mano ma significano anche che sei vivo, che il tuo cuore batte ancora”.
In questi tempi tanto bui in cui l’incertezza regna sovrana, la lettura de “Il gatto che amava la gentilezza” è un’occasione perfetta e luminosa per riflettere ed “auto- inocularsi” un’iniezione di positività e speranza. Chi non ha mai letto i libri di Rachel Wells che celebrano Alfie come protagonista irresistibile e saggio, con questo romanzo potrà incontrare un gattino maturo ed umanissimo in balia dei sentimenti che noi tutti proviamo. D’altronde, già le parole scelte per accompagnare l’immagine di copertina parlano chiaro: “Se cerchi un amico, affidati a me. So sempre come aiutarti”.
Una delle avventure di Alfie più riuscite è, a nostro parere, quella che nel lontano 2014 sancì il suo debutto nel mondo letterario italiano: “Il gatto che aggiustava i cuori”. E forse in quest’ultima vicenda, narrata in toni delicati e piacevolissimi nel corso di oltre trecento pagine, sarà proprio il cuoricino di Alfie, il gattino gentile e troppo buono con tutti, ad intravedere, finalmente, una possibilità felice per il suo povero cuore.
”E siamo rimasti seduti così in silenzio. In quel momento ho capito che si possono amare esseri diversi e distanti, perché mi sono reso conto che ero ancora assolutamente innamorato di lei”.
Una lettura luminosa, consigliata a chi brancola nel buio ed ha, suo malgrado, quasi del tutto smesso di avere fiducia nel prossimo: ✔️✔️✔️✔️
Fonte immagine: Garzanti Editore, Ufficio Stampa.