L’albero dello zenzero, il romanzo di Oswald Wynd

Albero dello zenzero Oswald Wynd

Il Giappone perduto e misterioso di Oswald Wynd ne “L’albero dello zenzero”. Recensione del romanzo.

L’albero dello zenzero è un grande classico della letteratura scozzese, pubblicato nel 1977 ma inedito in Italia fino alla recente traduzione di Valeria Bastia per Garzanti. Dal romanzo di Oswald Wynd è stata tratta l’omonima serie The Ginger tree, prodotta dalla BBC nel 1989. Nel romanzo, Oswald Wynd dipinge un Giappone ormai lontano, chiuso nella propria cultura e nelle proprie tradizioni e sospettoso verso lo straniero, prima che la globalizzazione rendesse simili  a quelli occidentali i suoi usi, il Giappone di chi quella terra l’ha vissuta e conosciuta come terra natìa negli anni in cui il libro è ambientato, immediatamente prima che lo straniero, in quanto tale, divenisse un nemico: Oswald Wynd è infatti nato a Tokyo nel 1913, città nella quale i genitori si sono trasferiti dalla Scozia per una missione diplomatica.

Alla volta del marito diplomatico si trasferisce in Cina, nel 1903, Mary Mackenzie, la giovane della quale il lettore segue le vicende in questo romanzo, composto dalle pagine di diario della donna, che coprono un periodo che va dal 1903 al 1942: dal lungo viaggio verso la Cina, che la condurrà sposa al futuro marito, uno stimato diplomatico scozzese che appena conosce, al trasferimento della donna in Giappone, in seguito a molte peripezie che la condurranno a vivere la gran parte della sua vita in Oriente, al punto da arrivare a considerarlo casa, abbracciarne gli usi e le credenze, restando comunque pur sempre una straniera agli occhi degli orientali. Il romanzo si compone di sezioni molto particolareggiate, nelle quali gli eventi narrati sono descritti con minuzia, e sezioni che fungono da sommario e ricapitolano in poche righe o poche pagine anni densi di eventi dal punto di vista sia personale che storico: il focus della narrazione è sempre l’evoluzione psicologica e la maturazione della donna, che da giovane di buona famiglia sprovveduta ed ignara del mondo arriva a sfidare, attraverso le insidie e le sofferenze, i limiti delle proprie capacità personali, del proprio ingegno e finanche del proprio genere, se si considera quelle che erano le modeste possibilità offerte nei primi decenni del Novecento ad una donna sola, per giunta in un paese straniero. Si tratta di un vero e proprio romanzo di formazione, che si avvale di uno stile impeccabile e della potenza narrativa di un classico, in cui è un uomo a tratteggiare carattere, scelte e psicologia di una donna, operazione per nulla scontata e con ottimi effetti di realismo. La donna, che affronta un lungo viaggio in mare per andare a sposarsi, consapevole che la sua vita cambierà radicalmente per congiungersi al marito in una terra così lontana, si dimostra fin da subito tenace e nient’affatto remissiva, cercando dapprima d’integrarsi al fianco del marito nella vita sociale dell’élite diplomatica in Oriente, ed infine di farsi strada, liberandosi dai preconcetti e dalla paura, in un mondo deliberatamente ostile verso di lei in quanto donna e in quanto occidentale, cercando di sfruttare a proprio vantaggio la propria situazione e divenendo una donna completamente diversa dalla giovane che, tanti anni prima, lasciò la Scozia sognando le gioie del matrimonio e con la terra natìa nel cuore.

Emblema del fascino costituito dal Giappone tratteggiato nelle pagine del romanzo di Oswald Wynd è il conte Kentaro Kurihama, l’amore adultero di Mary: un samurai rigido e silenzioso, con un forte senso del dovere, della patria e dell’onore, fermo nelle proprie credenze, restìo a lasciarsi andare ma pieno di poesia e mistero. Emblema di un Giappone che resiste al vento del cambiamento, ancorato a valori feudali, fermo nella sua unicità, ancorato saldamente nel passato. Una resistenza che, per quanto forte, tuttavia, vacilla, e che già nelle pagine conclusive del romanzo, quelle degli anni più vicini alla Seconda Guerra Mondiale, scopre in realtà un Giappone molto più simile al mondo occidentale di quanto non si crederebbe: nell’allargarsi dei mercati, che assimilano a poco a poco usi e tecniche occidentali, e nella spinta all’egemonia vi è il germe della potenza economica internazionale che il Giappone di domani diverrà, il cui cambiamento è abilmente letto e misurato dalle pagine di diario di Mary che, con straordinaria resilienza, si adatta e muta lei stessa attraverso il cambiamento, pianta radici senza mai spezzarsi, nonostante il vento ostile.

 

Altri articoli da non perdere
Chiara Marchelli e il suo nuovo romanzo ‘Redenzione’
Chiara Marchelli

Lo scorso 1° ottobre è uscito “Redenzione”, il secondo romanzo di Chiara Marchelli edito da NN Editore, dopo “Le memorie Scopri di più

La ballata di Adam Henry di Ian McEwan | Recensione
La ballata di Adam Henry di Ian McEwan | Recensione

Con La ballata di Adam Henry, pubblicato nel 2014, Ian McEwan ci regala un romanzo che scava nel delicato territorio dove Scopri di più

Franck Thilliez, Il Sogno: la recensione
Thilliez

Thilliez, Il Sogno: la recensione Il Sogno di Franck Thilliez rappresenta il prototipo di thriller che sconvolge ed entusiasma; scorrevole Scopri di più

Estremi rimedi, un romanzo di Thomas Hardy
Estremi rimedi, un romanzo di Thomas Hardy

Pubblicato da Fazi Editore nella collana Le Strade, Estremi rimedi è un romanzo del poeta e scrittore inglese vittoriano Thomas Scopri di più

Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia | Recensione
Ciò che inferno non è di Alessandro D'Avenia | Recensione

Alessandro D’Avenia è uno scrittore italiano nato il 2 maggio 1977 a Palermo. Dopo aver fondato una compagnia teatrale amatoriale, Scopri di più

Fort Alamo di Sergio Nazzaro sulla criminalità nigeriana
"Fort Alamo" di Sergio Nazzaro sulla criminalità nigeriana

Fort Alamo-Castel Volturno: nel suo nuovo reportage, in cui si ricostruiscono le presenze del proliferare dell’attività nigeriana in Italia, Sergio Scopri di più

A proposito di Giorgia D'Alessandro

Laureata in Filologia Moderna alla Federico II, docente di Lettere e vera e propria lettrice compulsiva, coltivo da sempre una passione smodata per la parola scritta.

Vedi tutti gli articoli di Giorgia D'Alessandro

Commenta