Paolo Ruggiero, un esordio magnetico: La grande stagione

Paolo Ruggiero

La grande stagione, il primo romanzo di Paolo Ruggiero, edito da Castelvecchi editore

La laurea a quasi trent’anni sigla la fine della stagione universitaria di Livio, ma Bologna sembra volerlo trattenere, generosa più che mai di incontri e di avventure notturne. Al primo contratto di lavoro segue un trasferimento, un periodo febbrile a Parigi e, dopo una brusca interruzione, la partenza verso un’isola defilata delle Cicladi.

Il romanzo si apre con una caratterizzazione del Veneto molto forte. I luoghi, le strade e i profumi sono elementi raccontati in modo chiaro e deciso.

I viaggi di Livio nel romanzo di Paolo Ruggiero

Il romanzo diviso in tre parti, è caratterizzato nella prima parte da ricordi del passato, domande e dubbi su che strada perseguire. Molto evocativo è il racconto del viaggio in Grecia con gli amici. Il viaggio post diploma racconta di panorami mozzafiato, spiagge incontaminate, e di una misteriosa isola di cui l’autore non farà mai il nome completo, denominata K.

Il viaggio post liceo, nella sua descrizione porta con sé tutta la freschezza di quegli anni, l’incoscienza di chi non sa ancora cosa fare nella vita, e la voglia di lasciarsi andare dopo tanta fatica scolastica.

L’autore parlerà spesso di Bologna: città che nei suoi racconti sembrerà “il paese dei balocchi”. Bologna incanta, ammalia e dà possibilità. Per Livio, il protagonista del romanzo, Bologna sarà il luogo del sesso sensuale, degli incontri al sapore di birra, e le vie caratteristiche capaci di donare infinite possibilità di vita.

Un elemento che accompagnerà tutto il romanzo è senz’altro la perdita prematura di suo padre. Perdere un genitore per Livio sarà come vivere mutilato a vita. Numerosi saranno i ricordi che il protagonista avrà in mente. Flashback di viaggi padre-figlio, feste in famiglia, di una vita scandita da una routine familiare che lasciava tutti tranquilli.

La morte di suo padre sarà il perno intorno al quale il romanzo in più punti prenderà risvolti adrenalinici. Livio indagherà più volte sul perché suo padre, un professionista del settore, sia precipitato tanti anni prima, perdendo di fatto la vita.

Su questo filone prenderà il via una sorta di scambio epistolare via email con le persone che avevano avuto a che fare con suo padre. All’interno del romanzo si troveranno infatti diverse email indirizzate al protagonista. I racconti saranno emozionanti, ricchi di dettagli, ma anche malinconici circa l’epilogo del terribile incidente.

Una passione che legherà il protagonista al padre ormai defunto è la fotografia. Fare foto per Livio è un modo per non dimenticare, per tenere le emozioni in tasca, e sarà proprio un rullino fotografico a svelare dettagli importanti del passato, riguardo suo padre.

Elemento fondante di tutto il romanzo è senz’altro il sesso. Il tema è affrontato in modo esplicito, dettagliato, ogni amplesso porterà con sé nuovi scenari e curiosità.

Le donne del romanzo di Paolo Ruggiero sono libere, senza schemi e vergogne. C’è un avvicendarsi di personaggi femminili piuttosto frequente. Molte di loro non saranno raccontate in modo profondo, di alcune di esse si noterà solo la superficie, il loro abbigliamento, cosa piace loro fare, ma una cosa sembrerà accomunarle tutte: il desiderio di provare emozioni, e di provarle proprio con Livio.

Il protagonista sembrerà più volte nascondersi in un “sesso amicale” quello senza paure, senza ansia da prestazione. Un sesso dove ci si può sentire al sicuro senza la paura di sbagliare.

Mancherà all’interno del romanzo la nota “rosa”. Non ci sarà mai il racconto di un Livio innamorato. Non ci sarà alcuna donna capace di surclassare le altre. Ognuna di esse sarà una storia a parte, e mai l’anello seguente di una catena continua. Il protagonista non indagherà mai il profondo del suo cuore, non si spingerà mai oltre l’emozione di un sesso fatto bene, o di un legame amicale che ancora resiste al tempo. Il rosa non riuscirà mai a farsi spazio nel rosso erotismo, elemento che renderà Livio agli occhi del lettore un viaggiatore irrisolto incapace di provare fin in fondo emozioni autentiche.

Per quanto riguarda gli amici maschi del protagonista, ce ne saranno dei più svariati: amici ormai sposati, amici andati via, amici scomparsi. Uno di questo è Jaco, l’incarnazione del don Giovanni moderno, un “tinder date” esperto che ha voglia di divertirsi.

Commovente il discorso sulla genitorialità. Paolo Ruggiero infatti toccherà l’argomento con eleganza e profondità. Seguirà una sorta di monologo sul perché e sul quando diventare genitori, di grande modernità. I temi del tempo e delle possibilità saranno indagati in modo profondo.

Le genitorialità infatti sembrerà essere l’anticamera della tristezza: per Livio chi diventa padre o madre in fretta, cambia i suoi connotati e rinuncia alla felicità immediata.

Un tema vicino alle questioni moderne è quello della ricerca del lavoro: Livio prima di trovare il suo posto nel mondo infatti, dopo la laurea, farà un sopralluogo a Milano, con i suoi ritmi frenetici, l’inquinamento acustico e i portici quadrati. Niente di tutto questo sembrerà però affascinarlo.

Dopo un salto geografico verso Barcellona, città caratterizzata da una leggerezza innata, le spiagge e i cocktail freddi, si passerà ad una Parigi moderna: coi suoi pochi metri quadri abitabili, i cieli grigi, e la gente fredda.

Non si tratterà però di una scrittura zeppa di cliché: Ruggiero infatti parlerà anche delle usanze parigine più comuni: come la necessità del Navigò per i mezzi pubblici, la possibilità di spostarsi in bici grazie al vèlib di noleggio bici, e l’architettura mozzafiato.

Interessante lo scambio di email con Silvia, la sua amica più cara. Silvia racconterà a Livio “come sono le donne”, i loro desideri, le loro paure, cosa è giusto fare e cosa invece sarebbe meglio evitare. In una sorta di monologo che sembra raccontare le donne moderne, e non solo le donne francesi, ma quelle di tutto il mondo.

Nella terza parte, si abbandonerà Parigi per ritornare alle origini.

Livio ormai in Grecia farà capo alle sue domande, verrà a capo dell’oscuro segreto intorno ad un oggetto, e sembrerà trovare un po’ di pace nella sua isola segreta, che ancora oggi resta un mistero, e che si identifica sotto il nome di K.

Un ritorno alle origini primordiali, di quando un Livio giovane beveva cocktail senza pensare troppo. Una sorta di linea temporale che si ricongiunge con la parte iniziale.

La scrittura di Ruggiero è intensa, incalzante e moderna.

 La Grande Stagione è un libro che inganna nella sua titolazione: non troveremo infatti il racconto di una sola porzione di tempo, piuttosto ci si ritrova spettatori ad un susseguirsi di temperature, colori e scenari, tipici di un anno che passa.

Foto by Paolo ruggiero org

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