Addio a Tina Turner, icona della musica ed esempio di forza!

Tina Turner

La Regina del Rock and Roll ci ha lasciato. Tina Turner si è spenta oggi all’età di 83 anni nella sua casa a Küsnacht vicino Zurigo, in Svizzera. A darne notizia su Instagram è stato il suo portavoce Peter Lindberg, che ha scritto un bellissimo post di commiato per dire al mondo che l’artista si è spenta serenamente dopo una lunga malattia. Come tutti i grandi artisti, ci lascia una eredità musicale immensa, grazie ai suoi grandi successi che l’hanno resa un’icona come Private Dancer, Pround Mary, Simply the best e What’s Love Got to Do With It  che dà il nome al film biografico.  

Dalla chiesa paterna nel Tennessee all’incontro con Ike Turner

Tina Turner, al secolo Anna Mae Bullock, nacque a Brownsville nel Tennessee: era la figlia di un pastore e fu proprio in chiesa che iniziò a cantare. Quando si trasferì a Saint Louis aveva 17 anni e fu allora che incontrò Ike Turner con cui iniziò a collaborare con lo pseudonimo di “Little Ann”, per poi adottare il nome Tina e il cognome di suo marito. Iniziarono a produrre successi come Pround Mary, che divenne uno dei pezzi distintivi del duo e canzoni indimenticabili come River Deep Mountain High di forte impatto. Fuori dalla scena, però, la vita era tutt’altro che facile per la cantante. Ike Turner era un uomo violento, dipendente dalla cocaina e furono molti gli abusi che commise su di lei, fino a quando, dopo l’ennesima lite furibonda finita tra botte e violenze, Tina Turner fuggì dall’hotel in cui si trovavano e chiese finalmente il divorzio. La coppia ebbe un figlio, Ronnie, deceduto nel dicembre 2022 e Tina aveva avuto un bambino a 18 anni dal sassofonista Raymond Hill, Craig Raymond, morto suicida nel 2018. 

Gli inizi da solista di Tina Turner non furono affatto facili, pubblicò quattro album che non ebbero molto successo, così iniziò a lavorare le sue apparizioni dal vivo, anche in locali piccoli e cabaret di Las Vegas, ma questo non abbassò la sua popolarità, perché nel frattempo aveva partecipato al suo primo film − Tommy, di Ken Russel − e partecipava spesso a trasmissioni televisive, tra cui il Festival di Sanremo e Luna Parkm condotti entrambi all’epoca dal grande Pippo Baudo. 

La svolta di Tina Turner

La vera svolta avvenne a partire dagli anni ’80, quando incontrò il manager di Olivia Newton-John – che ci ha lasciati pochi mesi fa – Roger Davies. In breve tempo le procurò ingaggi come apertura dei concerti dei Rolling Stones e di Rod Stewart, partecipazioni a famosi show come il Saturday Night Live. Incise una cover di Ball of Confusion che fu un grande successo e finalmente nel 1984 avvenne la consacrazione con il brano Private Dancer. I milioni di copie vendute, i tre grammy award e l’essere giunto in cima alle classifiche degli Stati Uniti, fecero di Tina Turner una star a livello mondiale e da allora è stata una continua ascesa ed una fortunata serie di collaborazioni. Ricordiamo Tina tra le 45 celebrità che incisero il brano We Are the World per l’iniziativa USA for Africa ed ha preso parte ad un tour esclusivamente europeo, per ringraziare i suoi fan d’oltreoceano. 

Fonte immagini: Wikipedia

Nel 1991 Tina Turner ha scritto la sua autobiografia, divenuta subito un best seller e da cui fu tratto il film Tina − What’s Love Got to do with it, con Angela Basset e Lawrence Fishburne, che furono candidati a premio Oscar per i ruoli di Ike e Tina. Il film racconta la vita della cantante dagli esordi fino alla rottura con il musicista Ike Turner che l’aveva lanciata sì come stella ma che era stato responsabile delle numerose violenze fisiche e psicologiche che la cantante dovette subire durante la loro unione.  In occasione dell’uscita del film fu lanciato il singolo I Don’t wanna fight. Numerose furono le collaborazioni importanti negli anni ’90, tra cui quella con Eros Ramazzotti nel brano Cose della Vita

Gli anni 2000

Negli ultimi vent’anni, Tina Turner ha scritto altri due libri di successo, lavorato ad un musical sulla sua vita ed è apparsa sulla copertina dell’edizione tedesca di Vogue a ben 73 anni. L’artista si era convertita al Buddismo nel 1973. Scherzando sulle sue origini di figlia di un pastore, si definiva battista buddista, ma la verità è che Tina Turner era grata al Buddismo per averla aiutata nei periodi più bui della sua vita. Da qualche anno, la cantante aveva avuto seri problemi di salute. Un ictus nel 2013, la dialisi a seguito di un’insufficienza renale nel 2016, risolta con un trapianto nel 2017. Ma la sua forza di leonessa non l’ha mai abbandonata. Ha creduto di nuovo nell’amore e si è sposata con il produttore tedesco Erwin Bach, responsabile della sua rinascita – quasi letteralmente, visto che lui stesso le donò un rene – e lei  due hanno vissuto molti anni felici in Svizzera, tanto che la cantante ha ricevuto la cittadinanza, rinunciando al passaporto statunitense.  

Tina Turner aveva uno spirito indomito ed un animo coraggioso, una donna rinata dalle sue ceneri più e più volte, che si è reinventata, riuscendo ad adeguarsi ai tempi che cambiavano. La sua forza nel ribellarsi ad Ike Turner è un esempio per molte donne che ogni giorno subiscono violenze psicologiche e fisiche. La sua voce grintosa resterà negli annali della Storia della Musica, e la sua immagine sul palco così tonica e scattante mentre cantava con tutta la sua anima ci accompagnerà per sempre. Addio, Tina, you are Simply the Best! 

Fonte immagine: Wikipedia

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