Amazarashi: 5 canzoni consigliate

Amazarashi: 5 canzoni consigliate

Negli ultimi anni la musica giapponese ha valicato i confini del Paese del Sol Levante ed ha cominciato a conquistare sempre più pubblico in ogni parte del globo, grazie soprattutto all’aumento di popolarità di anime e manga. Il mondo ha imparato a conoscere numerosi artisti giapponesi, come ad esempio le cantanti Aimer, Lisa o band come i ONE OK ROCK; tuttavia, in questo articolo vi presenteremo un duo musicale lontano dal mainstream, ma che ha saputo ritagliarsi una buona fetta di fan sia in patria che all’estero: gli Amazarashi (あまざらし, “esposti alla pioggia”).

 

Gli Amazarashi sono una band alternative rock/indie folk formata dal chitarrista, vocalist e autore Akita Hiromu, e la tastierista Toyokawa Manami. Originari di Aomori, una città nel nord del Giappone, gli Amazarashi hanno debuttato nel 2007 e ad oggi sei dei loro numerosi singoli hanno raggiunto la top 20 della classifica Oricon. Come molti artisti musicali giapponesi, anche gli Amazarashi hanno ottenuto grande successo grazie all’utilizzo di alcune loro canzoni come ending e opening di anime celebri e videogiochi. Fra di esse è opportuno ricordare Kisetsu wa Tsugitsugi Shindeiku (“Le stagioni muoiono una dopo l’altra”), ending della seconda serie di Tokyo Ghoul o Sora ni Utaeba (“Se cantassi al cielo”), usata come terza opening dell’anime Boku no Hero Academia.
La musica degli Amazarashi si contraddistingue per l’atmosfera malinconica e quasi di sospensione in grado di avvolgere completamente gli ascoltatori; inoltre, i loro testi propongono spesso scenari realistici, immagini e temi estremamente attuali senza edulcorare e glissare su problemi che riguardano l’intera umanità, come l’accettazione della morte, la vita in un mondo sempre più instabile, le ipocrisie delle persone e molto altro. Tuttavia, oltre alle narrazioni così crude ed impietose tratteggiate dalla penna di Akita, emergono sempre spiragli di luce e speranza, che ci ricordano la natura mutevole e dolce-amara dell’esistenza umana.

 

Ecco a voi le nostre 5 canzoni consigliate!

 

5. Ending Theme

 

Contenuto nell’album Sekai Shūsoku Ni Ichi Ichi Roku (世界収束二一一六, “World Convergence 2116”) del 2016, il singolo Ending Theme è la straziante lettera d’addio di una persona consapevole di essere arrivata agli ultimi momenti della propria vita. L’io narrante non ha un nome, non vi è alcun riferimento autobiografico o che faccia intendere un’influenza delle esperienze di Akita nel testo; la voce che ci interpella potrebbe essere di chiunque ed è proprio ciò a rendere Ending Theme il testamento ideale di ognuno di noi. La canzone porta a galla questioni che spesso fanno capolino nella nostra mente: per quanto la morte possa sembrare il termine di un lungo dolore o un semplice passo per raggiungere un’altra dimensione, essa spaventa e chiunque vorrebbe continuare a vivere, non abbandonare i cari e causare una ferita nel cuore che non potrà mai guarire del tutto. Anche l’Io di Ending Theme è triste, vorrebbe che il giorno della sua morte fosse meno luminoso per non farlo pentire di lasciare la Terra, teme che sparirà dalla memoria di coloro che l’hanno conosciuto. Eppure riesce a trovare le parole adatte, forse le più vere che si possano rivolgere come addio prima che tutto giunga alla conclusione: grazie, grazie di tutto.

 

4. Seizensetsu

 

Il titolo di questa canzone facente parte del mini album Nē Mama Anata no Iutōri (ねえママあなたの言うとおり, “Ehi mamma, è proprio come dici tu”) si riferisce alla teoria filosofica che considera la natura umana essenzialmente positiva, in contrasto con la teoria della Seiakusetsu (性悪説), la quale afferma l’esatto contrario. Il titolo del mini album riprendere il primo verso del brano, che ci permette di conoscere la voce narrante, vale a dire quella di un bambino che si rivolge alla propria madre. Anche in questo caso, l’Io rappresenta semplicemente un pretesto narrativo per affrontare tematiche che accomunano tutti. Per l’intera durata del brano, esso si interroga o pone ad una madre immaginaria (o forse che non è più con lui) domande e dubbi sull’effettiva uguaglianza degli esseri umani, si chiede perché sembri così semplice per la nostra specie odiare o combattere il prossimo e cosa ci spinga a continuare a vivere in un mondo frenetico e crudele. Che il bene insito in ciascuna persona sia in realtà soltanto una menzogna? Il desiderio di una madre di proteggere ad ogni costo il proprio figlio non è abbastanza per mascherare gli orrori del mondo. Nonostante la cinica consapevolezza della voce narrante di quanto sia aspra la sua quotidianità, l’unico bagliore di luce rimane l’amore di sua madre.

 

3. Mirai ni narenakatta ano Yoru ni

 

Mirai ni narenakatta ano Yoru ni (未来になれなかったあの夜に, “Alle notti che non poterono diventare futuro”) è un singolo degli Amazarashi del 2019, contenuto nell’album Boycott. Questa canzone è probabilmente una delle più autobiografiche della band, dal momento che essa racconta il passato e il lungo e tortuoso percorso che Akita e i suoi hanno dovuto affrontare per affermarsi sulla scena musicale. Con sguardo duro ma anche estremamente determinato a proseguire e migliorarsi, Akita si rivolge al sé del passato e ai propri compagni di viaggio, ricorda le loro cadute, la perdita dell’ingenuità, dei propri ideali, ma afferma anche di continuare a porsi domande riguardo se stesso e di essersi rafforzato soprattutto grazie alle difficoltà e gli ostacoli. Il tono del brano non è malinconico o melodrammatico, tutt’altro; la voce di Akita e degli Amazarashi risuona come un ruggito di forza e uno schiaffo, una presa in giro a quelle notti e quei momenti che sembravano destinati a non avere un futuro.

 

2. 1.0

 

Facente parte dell’album Nanagō-sen Lost Boys (七号線ロストボーイズ, “I ragazzi perduti della strada n.7”), 1.0 è un singolo uscito nel 2022. Questo brano dal testo particolarmente criptico e narrato anche stavolta in prima persona si rivela in realtà un monito nei confronti dell’umanità a trovare il nostro “uno” nel mondo, vale a dire qualsiasi cosa, persona, luogo che ci sproni a continuare il viaggio dell’esistenza. In un universo che ci rema contro, in cui i rimpianti appaiono maggiori dei momenti di gioia e di speranza, e che sembra composto unicamente da “tutto” o “niente” si apre un oceano di singolarità e di innumerevoli sfumature collegate alle vite di ognuno di noi. Anche se ci sembra di star per annegare, di non riuscire più a stare al passo, la voce del narratore di 1.0 prega che chiunque possa raggiungere il proprio obiettivo e ci dice che tutto andrà bene e che per ogni sforzo ne sarà valsa la pena.

 

1. Shounen Shoujo

 

Shounen Shoujo (少年少女, “Ragazzi e ragazze”) è un singolo del mini album Kyoukaisen (境界線, “Linea di confine”) rilasciato nel 2021. Tale brano è un perfetto esempio per analizzare un’altra delle caratteristiche tipiche della discografia degli Amazarashi, vale a dire l’inserimento di parti parlate o recitate come se fossero dei monologhi teatrali. In alcune interviste, Akita ha dichiarato che questo stile fu influenzato dallo shigin, una tecnica di recitazione poetica tipicamente giapponese, che Akita osservò da giovane. In Shounen Shoujo si nota anche la tendenza degli Amazarashi a trattare nei testi episodi di vita quotidiana, spesso associarli ad immagini spiazzanti e raccontarli con grande naturalezza. Come si ci trovassimo accanto al narratore protagonista, percorriamo in una sorta di flashback alcuni episodi della sua vita, che potrebbero appartenere a chiunque e che per tale motivo diventano universali. La voce protagonista riflette sui cambiamenti delle persone che conosceva, su come sia cambiato il sorriso della ragazza che amava ai tempi della scuola e sulla disillusione che li ha avvolti. Eppure tutti guardano al futuro, ognuno con le sue esperienze e disagi, ricordi che forse sarebbe meglio dimenticare e il dolore che diviene miccia per affrontare ciò che vediamo di fronte a noi.

Immagine di copertina: amazarashi.com

A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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